martedì 7 marzo 2017

PEDRO VARELA

L’ideologia manipolata dal linguaggio politico
 e il controllo delle idee

Giovanna Canzano
 intervista
 Pedro Varela
 22 maggio 2010

«... Il problema è che l’ideologia dominante, sperimentata con la manipolazione del linguaggio politico ed esercitato con un controllo ogni volta più completo
 sul mondo delle idee, sta completamente nelle mani dei Maestri del Discorso.
Tutto l’immaginario che ci è stato diffuso negli ultimi decenni – che però ci trasciniamo da più di un secolo – altro non è che quello portato avanti dal “giudaismo, dalla massoneria e dal marxismo ...»
(Pedro Varela)


CANZANO 1 - Dal 1996, dopo l’approvazione in Spagna di una legge che stabiliva i crimini di apologia di genocidio e di incitamento all’odio razziale (11 maggio 1995), Lei è perseguitato dalla giustizia spagnola. Puoi riassumere brevemente le tappe di questa persecuzione giudiziaria?

VARELA - Nel 1996 subimmo una grossa perquisizione nella mia abitazione e simultaneamente nei locali della Libreria Europa di Calle Seneca 12 di Barcellona. La polizia sequestrò 20.900 libri che, fino ad oggi, non ci sono stati ancora restituiti, insieme a tutti gli archivi storici, la mia biblioteca privata, documenti, computers, ecc. Fui accusato di “negazione dell’olocausto” e di “incitazione all’odio razziale”. Due anni dopo, il 16 ottobre del 1998 ci fu un processo-spettacolo, alla sovietica, nel quale il giudice di estrema sinistra Santiago Vidal Marse dispose in aula un grande schermo con traduttore simultaneo e proiettò il film storico di Fritz Hipper “Der ewige Jude” (L’ebreo eterno) del quale avevano trovato una copia nella Libreria Europa. Mi accusarono come se io stesso fossi il produttore del film e il pubblico ministero chiese quattro anni di carcere, multa, ecc.
Un mese dopo, il 16 ottobre 1998 questo stesso giudice depositò la sentenza condannandomi a cinque anni di prigione. Mi chiedo, è mai possibile che le autorità condannino un libraio a cinque anni di carcere per vendere libri? Mi fu ritirato il passaporto e mi fu vietato di uscire dalla Spagna per dieci anni, con obbligo di firma di fronte al giudice tutti i mesi.
Il 16 gennaio 1999 durante una manifestazione autorizzata, la polizia di Barcellona irruppe nella Libreria Europa, gettò i libri per la strada dove vennero raccolti in una grande pira e gli dietero fuoco. Mentre alcuni di loro davano fuoco ai libri, altri distrussero tutto quello che c’era nella libreria.
In seguito facemmo ricorso in appello all’Audencia Provincial che fu accettato in considerazione che la legge che era stata applicata contro di me era incostituzionale. L’Audencia Provincial, che era presieduta da Ana Ingelmo inviò la sentenza e le sue considerazioni al Tribunale Costituzionale di Madrid, che ci mise dieci anni prima di prendere una decisione.
Finalmente, nel 2008, il Tribunale Costituzionale considerò che, almeno in parte, non si poteva condannare nessuno per dubitare o negare presunti fatti storici tramite dichiarazioni o scritti. Una volta ancora a Barcellona, il Tribunale ammise che non poteva condannarmi per “negare l’Olocausto” perché il Tribunale Costituzionale lo impediva. Mi condannarono però per “promozione del genocidio!” … alla fine la condanna definitiva fu di sette mesi di carcere. Però nel frattempo, e prima di questa nuova situazione, i fanatici del Tripartiro [N. d. T. dei tre partiti] a Barcellona ordinarono una nuova perquisizione e un nuovo processo contro le Edizioni Ojeda, delle quali io sono il direttore, sequestrando sette computers e altri 5.000 libri, oltre a numerosi documenti. Il nuovo processo ebbe luogo lo scorso 29 gennaio 2010 e la condanna fu resa nota l’8 marzo: 2 anni e 9 mesi di carcere per “genocidio” e “attentato ai diritti fondamentali”, crimine che avrei commesso pubblicando libri che denunciano la lobby ebraica internazionale, documenti storici come il Mi Lucha (Mein Kampf) o i discorsi di Hitler, o altri testi concernenti tematiche razziali. Questa pena, sommata ai sette mesi della condanna precedente, porta a un totale di 3 anni e 4 mesi che, adesso io, dovrei scontare, e, essendo recidivo, si aggiungono altri due anni di carcere. Tenterò un nuovo ricorso, se è possibile.

CANZANO 2 - Lei è stato condannato recentemente dal tribunale penale undici di Barcellona ad un anno e tre mesi di reclusione per il reato di diffusione di idee negazioniste e un altro anno e mezzo di carcere per aver violato i diritti fondamentali e delle libertà pubbliche garantite dalla Costituzione. Queste pene Le sono state inflitte come proprietario della libreria Europa?

VARELA - No, come responsabile di Ediciones Ojeda. Anche se la sede è la stessa di quella della Libreria Europa in Calle Seneca 12 a Barcellona, anche se la persona è la stessa, anche se i libri delle Edizioni Ojeda si vendono anche nella Libreria Europa. Si trattava di un trucco semi-legale per tornare a intervenire contro la mia persona.

CANZANO 3 - Lei è stato presentato al processo come un semplice librario, ma dalla sentenza si rileva che Lei vendeva libri che raccomandavano la segregazione e rappresentavano "un disprezzo per il popolo ebraico e le altre minoranze" e, come commentato dal giudice, "unidirezionali in termini di contenuto, con una totale mancanza di pluralismo" e "diretti verso una singola linea di pensiero".

VARELA - Chi decide quali ideologia sono genocide e quali no? Il giudice amico di Sos-Razzismo? I suoi padroni che gli elargiscono la mancia alla fine del mese? O forse una giudice che ha bisogno di assicurarsi il suo piatto di lenticchie con un posto fisso? Il nostro avvocato domandava alla giudice e all’accusa durante la difesa: “Dobbiamo obbligare gli editori ad essere d’accordo con tutti i testi che pubblicano? Eliminiamo dalla Storia i libri che non ci piacciono?” Quello che fanno il Pubblico Ministero della Catalogna e i funzionari della polizia autonoma assomiglia a quello che fanno le luci in un teatro. Con i loro potenti fari i nuovi maghi concentrano l’attenzione del pubblico nell’angolo che interessa loro, lasciando nel buio il resto della scena. Inviano al giudice solo le frasi che interessano loro, fuori contesto e con il solo scopo di criminalizzarle, senza preoccuparsi di chi ne sia l’autore. Il Pubblico Ministero andò ancora più lontano: passò un sacco di tempo a leggere delle frasi, tra loro sconnesse, che sarebbero oggi politicamente scorrette, però “dimenticò” di dire che A) Nessuna di loro era di Pedro Varela; B) Per la maggior parte si trattava d’idee di pensatori classici citati dagli autori dei libri in questione. In questo modo ottenne il risultato che espressioni di Quevedo, Fichte, Jung, Schopenhauer, Wagner, Nietzsche, Rosenberg, o dei classici greci, romantici, indù, apparissero come opinioni personali dell’editore. Di fatto, l’accusa pretende, ormai, che gli editori e i librai si leggano assolutamente tutti i testi che propongono al pubblico, cosa che risulta decisamente impossibile. E anche che i librai e gli editori esercitino essi stessi un’autocensura.
Vale a dire, nessuno vuole erigersi a Grande Inquisitore, nessuno vuole accettare che esista, di fatto, un nuovo Indice di libri proibiti, nessuno vuole ammettere che esistano, come dimostra questo processo, testi maledetti, però si spera che gli editori e i librai “comprendano” da soli che ci sono cose che possono e cose che non possono pubblicare, distribuire e offrire al pubblico.
Bisogna rispondere a quello che è evidente. Sia un editore che un libraio, non hanno il tempo, la capacità e ancora meno l’obbligo di censurare i libri che offrono al pubblico. E in ogni caso è il pubblico che decide quale libro vuole o non vuole comprare, neanche Sos-Razzismo può erigersi a “consigliere” universale di quello che la gente può o non può leggere. Si può arrivare a capire che, come dice il nome, quest’associazione e i suoi amici abbiano la necessità urgente di trovare un “razzista” a ogni angolo, visto che vivono di questo, e, se non lo trovano, se lo inventano. Però dubito molto che il pubblico voglia riconoscerli come guide intellettuali delle sue letture. Una delle accuse nei miei confronti da parte del Pubblico Ministero è che io pretenderei di “giustificare il genocidio” (leggasi il solito Olocausto) dando per verità assoluta quello che ora è in discussione (pretendono di fare di questo tema storico il fondamento ideologico del Sistema).
Molti di questi libri sono liberamente disponibili in rete. Allora, dove comincia il crimine? Quando leggo un libro che trovo su internet? Quando qualcuno se ne stampa una copia con la stampante di casa? Quando un altro decide di stamparne trenta copie e diffonderle fra gli amici? O quando Edizioni Ojeda ne fa una tiratura di X copie?
Come vedremo in seguito, nell’epoca della comunicazione libera e massiccia, porre frontiere all’informazione libera non solo non ha senso ma è una battaglia persa in partenza.
I nostri accusatori, e alcuni loro amici del mondo politico e intellettuale, sono membri di associazioni che loro stessi chiamano “antirazzisti”: Sos-Razzismo, Antifa, Searchlight, Expo e altri gruppi simili di cui capiamo la vera natura solo adesso e in occasione delle connessioni con la pubblica accusa e con la magistratura.
Sono le truppe d’assalto dei Predatori. Cominciano con i gruppi di solidarietà locale. Si comportano come un solvente disintegrando la solidarietà tradizionale. Sono ferventi sionisti, obbediscono devotamente a quello che dice l’ADL di Foxman; e ricevono sostegno dai finanzieri ebrei (come potrebbe ben fare un Basat-Cohen con alcuni giornalisti di Barcellona).
Il problema è che l’ideologia dominante, sperimentata con la manipolazione del linguaggio politico ed esercitato con un controllo ogni volta più completo sul mondo delle idee, sta completamente nelle mani dei Maestri del Discorso. Tutto l’immaginario che ci è stato diffuso negli ultimi decenni – che però ci trasciniamo da più di un secolo – altro non è che quello portato avanti dal “giudaismo, dalla massoneria e dal marxismo” (secondo il celebre discorso del precedente Capo di Stato, il cui messaggio è stato ridicolizzato socialmente come unico modo per combatterlo, anche se la realtà quotidiana non ha fatto che dargli ragione).
Questa ideologia imperante, che ha alla base una mera propaganda, da’ per accaduto quello che sta attualmente in discussione. E così si può andare intimidendo facendo opposizione, per piccola che sia, non ha la minima intenzione di lasciarsi abbattere.
La sinistra spagnola, e in generale la classe politica e mediatica, inclusa la destra liberale o centrista, per esempio, utilizza vocaboli che demoliscono chi non la pensa come loro. Prima di ogni ragionamento dell’avversario, sia liberale o conservatore, però soprattutto se è identitario, utilizzano, in Spagna i concetti tipici del blocco: fascista, franchista, estrema destra, con i quali, senza bisogno di ulteriori argomenti, si mette l’altro alla corda e sulla difensiva. In occasioni importanti, come nel caso di questa nostra casa editrice, si aggiungono i vocaboli demolitori più paralizzanti: nazista, razzista, antisemita, genocida… con questi non c’è interlocutore che non resti immediatamente paralizzato, senza azzardarsi a dire una parola. È il frutto di una ben studiata ingegneria della parola o ingegneria linguistica che precede l’ingegneria giuridica e alla fine l’ingegneria sociale che è in marcia, incluso il processo di sostituzione della popolazione autoctona e il suo annichilimento, che occorre accettare volontariamente e senza balbettare una parola.

CANZANO 4 - Si è cercato anche di ‘condannare’ i libri in un paese dove non esiste la censura ed un indice o l’ufficio inquisitorio dove informarsi dei libri che si possono o no stampare, quali sono gli autori e i libri condannati? E perché fa paura la circolazione di questi libri?

VARELA - Occorre notare che fra i 16 libri condannati a essere distrutti nel gennaio 2010, troviamo anche quello di un famoso psicologo anti- nazista come Eysenck o di un ebreo israeliano come Shamir … vediamo la lista:

LIBRI CHE DEVONO ESSERE DISTRUTTI E PER I QUALI SIAMO STATI CONDANNATI:

1. LA LLUVIA VERDE DE YASUF, (La pioggia verde di Yasuf), di Israel Shamir
2. RAZA, INTELIGENCIA Y EDUCACIÓN, (Razza, intelligenza ed educazione), de H. J. Eysenck
3. FUDAMENTOS DE BIOPOLITICA (Fondamenti di biopolitica) de Jacques de Mahieu
4. EL PENSAMIENTO WAGNERIANO (Il pensiero wagneriano) de Houston Stewart Chamberlain
5. ÉTICA REVOLUCIONARIA,(Etica Rivoluzionaria) Ed(itado por Pedro Varela
6. ECUMENISMO A TRES BANDAS: Judios, cristianos y musulmanes, (Ecumenismo a tre lati: Ebreo, Cristiano e Musulmano), Padre Angel Garcia de la Ojeda
7. LA HISTORIA DE LOS VENCIDOS Tomo II,(La storia dei vinti – Tomo II), de Joaquin Bochaca
8. LOS CRIMENES DE LOS BUENOS, (I crimini dei buoni), de J. Bochaca
9. LOS PROTOCOLOS DE LOS SABIOS DE SIÓN,(I Protocolli dei savi di Sion), de Sergei Nilus
10. MI LUCHA,(La mia lotta), de A. Hitler
11. AUTORRETRATO DE UN FASCISTA: LÉON DEGRELLE, (Autoritratto di un fascista: Leon Degrelle), de JM Charlier
12. HITLER Y SUS FILOSOFOS, (Hitler e i suoi filosofi), de J. Bochaca y otros
13. HITLER DISCURSOS Tomo I (1933, 1934, 1935), (Discorsi di Hitler – Tomo I – 1933,1934,1935)
14. NOBILITAS, del Dr. Alexander Jacob
15. EL HOMBRE NUEVO,(L’uomo nuovo), de Ion Motza
16. GUARDIA DE HIERRO,(La Guardia di Ferro), de Corneliu Codreanu

Se si venisse a sapere negli altri paesi europei che in Spagna si perseguitano i libri di una personalità in materia di psicologia come H. J. Eysenck, noto anti nazista, o di un ebreo che era anche deputato socialista nel parlamento israeliano come Israel Shamir, o i discorsi d’importanza storica, senza alcun commento, che pronunciò Hitler tra il 1933 e il 1935 (pubblicati ora anche in Germania), o di un indù la cui opera è molto stimata nelle università e che si vende in Francia e in Inghilterra senza problemi, si resterebbe allibiti e questo nostro paese cadrebbe nel ridicolo più spaventoso.
I Predatori, i Padroni del denaro e delle volontà, quelli che stanno prostrati di fronte al vello d’oro e che sono i padroni di questo mondo, fanno a pezzi ogni opposizione, o almeno tentano.

“Vi invio come pecore in mezzo ai lupi” ha detto Nostro Signore.

Quando i Predatori e i loro servitori anestetizzano le pecore, censurando le informazioni, è perché intendono divorarle. La risposta è pregare di più, amare di più e lottare di più.
Per imporre però una resa incondizionata occorre essere in due. Uno sufficientemente fanatico, prepotente e stupido per esigerla. E un altro disposto ad accettarla. Nei loro calcoli dimenticano che il secondo non esiste.

CANZANO 5 - Il giudice Estela Perez Franco ha ordinato anche la confisca di alcuni ‘oggetti’ presenti nella sua libreria come il busto di Hitler, la svastica di ferro, gli elmetti militari, i poster nazisti, ha un senso il loro sequestro?

VARELA - Anche se non è la cosa di maggiore importanza materiale, il tema degli oggetti personali è il presupposto di un grave pericolo. Ordinando di distruggere un’opera d’arte di uno scultore degli anni 40 del secolo scorso, solo perché rappresenta Adolf Hitler (nato nel secolo XIX) ci introduce nel mondo dei nuovi iconoclasti. V’immaginate un giudice che ordina di distruggere i busti di Napoleone, di Bismarck o di Giulio Cesare? Tra le persone indignate, un signore ha proposto di riprodurre centinaia di busti di Hitler per vedere se qualcuno gliene vieta la vendita, insieme ai busti che già vende di Stalin, Mao e Lenin o quelli degli autentici genocidi come Churchill o Truman.
Un altro, che colleziona e vende elmetti storici, si domandava se avrebbero sequestrato e ordinato di distruggere – come ha fatto questa giudice con noi – insieme all’elmetto tedesco originale che ci forniva, anche gli elmetti americani e sovietici che vende. È preoccupato perché con questo precedente, un giorno un qualsiasi giudice eccentrico potrà passare una pressa sopra la sua collezione di onorificenze storiche.
Se una giudice, come in questo caso, decide di distruggere una lampada indiana con la svastica levogira (regalo di un cliente con poco gusto), ordinerà di distruggere anche la falce e il martello, che rilucono ancor oggi in Plaza Catalunya a Barcellona? (locali del PC). O forse proibirà ai buddisti o all’esercito finlandese l’uso del loro simbolo tradizionale per eccellenza? Con ragione la popolazione indù della Germania obbligò la cancelliera Merkel a rivedere la sua intenzione di proibire la rappresentazione di ogni svastica nel paese: “Lei ha problemi con questo simbolo per soli dodici anni di storia, per noi rappresenta varie migliaia di anni di cultura” affermarono.

CANZANO 6 - Nell’ottobre del 2007 la Corte Costituzionale spagnola ha depenalizzato il reato di “negazionismo”. Su quale base Lei è stato condannato dai giudici di Barcellona?

VARELA – Il giudice falsamente progressista Santiago Vidal, che non è nemmeno giudice di carriera, considerò che pensare di poter negare l’olocausto è già un crimine sufficiente. La prima cosa però che s’impara all’Università è che la ricerca storica non si conclude mai, non si finisce mai di cercare, resta sempre aperta, possono emergere nuovi documenti, nuove prove. Al contrario un fatto non sarebbe “storico”, ma dogma religioso nel quale bisogna credere per fede o per paura dell’Inquisizione. La legge contro la negazione del genocidio fu introdotta in Parlamento nel 1995 dalla ‘porta di servizio’, dal momento che la commissione giuridica tecnica raccomandò di non farlo per mancanza di professionalità e base giuridica della stessa. Alla fine i Predatori e i loro agenti la introdussero con una forzatura. Però grazie al nostro caso e al lavoro instancabile dei nostri avvocati, il Tribunale Costituzionale ha fatto modificare questa legge e la sua accezione, almeno fino ad oggi.

CANZANO 7 - Come ha influito, praticamente, questa depenalizzazione, sulla libertà di espressione in Spagna in relazione al revisionismo storico?

VARELA - Grazie al nostro caso e al lavoro instancabile dei nostri avvocati, il Tribunale Costituzionale ha fatto modificare questa legge e la sua accezione, almeno fino ad oggi. Grazie a questo non possono essere perseguitati libri di autori che reinterpretino l’Olocausto. Quello che la nuova persecuzione mette sul piatto è la capacità di manipolazione del linguaggio e della giustizia per perseguitare libri che non sono proibiti ed editori e librai. Adesso ci perseguitano per “giustificare o incitare al genocidio”, per difendere certi autori che credono nella difesa dell’identità etnica dei nostri paesi e altri libri che denunciano certi banditi internazionali, ebrei senza vergogna (non tutti lo sono, com’è ovvio ricordare).

CANZANO 8 - Qual è la situazione attuale dei revisionismo e dell'antirevisionismo in Spagna?

VARELA - In Spagna si può scrivere, parlare o diffondere testi revisionisti senza problemi. L’anti revisionismo sta facendo molti sforzi per riprogrammare le menti e le coscienze con trasmissioni radiofoniche, televisive, testi scolastici, monumenti, ecc. Hanno il potere economico e i mezzi di comunicazione. Ma non hanno la verità. Occorre continuare a lavorare e a lottare.

CANZANO 9 - Che cosa pensa del futuro del revisionismo in Spagna e in Europa alla luce del mandato d’arresto europeo?

VARELA - I Predatori faranno quello che sarà loro possibile per imporre questo mandato. Sarà difficile farlo accettare in paesi che hanno una lunga tradizione di libertà di espressione come l’Inghilterra o la Danimarca. E’ possibile però che lo vogliano imporre centralizzando la repressione a livello continentale.
Occorre continuare a diffondere la verità. Se alla fine ci toccherà una corona di alloro o il rogo, questo non ha importanza, perché lo scopo ultimo di questa vita è di essere dalla parte del Bene, della Verità e della Bellezza.

(traduzione a cura di Giovanni Bartolone)


NOTE
http://civiumlibertas.blogspot.com/2010/02/ricerche-storico-giuridiche-sulla_4081.html
http://andreacarancini.blogspot.com/2010/02/spagna-pedro-varela-davanti-ai-giudici.html

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Giovanna Canzano - © - 2010

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