martedì 9 dicembre 2014

PIETRO RATTO

Pietro Ratto



“La cosa più allucinante è che la vicenda della Papessa venne censurata nei secoli
solo perché si trattava di una donna.
Una delle più "forti" motivazioni a cui si affida il censore e Revisore ecclesiastico
Onofrio Panvinio, colui che in effetti purgherà la successive edizioni del libro in questione bollando la "vicenda Papessa" come pura "fabula",
 consiste nell'affermare che non si possa in alcun modo credere che lo Spirito Santo
si sia sbagliatoal punto da far salire al soglio pontificio un essere
 inferiore come una donna”. Pietro Ratto



Canzano 1- Parlare della  Papessa Giovanna (Pietro Ratto, Le Pagine strappate, Elmi's World, Saint Vincent, 2014, in libreria da maggio 2014) si può, o si è considerati revisionisti?

RATTO - Parlare della Papessa, più che altro, pare altamente eretico. Soprattutto se la si considera in una prospettiva storica e non, banalmente, come una suggestiva favola. Lei pensi che i miei problemi sono cominciati ancor prima della pubblicazione del saggio: da quando, cioè, ho cominciato a inviarlo alle varie case editrici e mi sono sentito rispondere da qualcuna di esse con domande tipo: "Ma lei tiene alla sua famiglia?"

Canzano 2- La ricerca storica, ormai da qualche anno, è approdata anche nel luogo più ‘sacro’ in assoluto: il VATICANO. Proprio l’ì, dove ogni cosa che viene stampato deve avere l’imprimatur, (La locuzione latina Nihil obstat quominus imprimatur, tradotta letteralmente, significa non esiste alcun impedimento al fatto di essere stampato). Ma, al di fuori delle mura del Vaticano, si può fare, e, senza temere (oggi, non sappiamo domani), di essere messi al rogo. Lei, come è venuto a conoscenza della storia della Papessa Giovanna?

RATTO - Il rogo, ormai, è tanto antiquato quanto controproducente, soprattutto in termini di immagine. Meglio non pubblicare proprio ciò che è scomodo (in questo senso, l'ISBN è diventato un autentico ed efficacissimo "imprimatur a priori"), oppure, se scappa a qualche case editrice particolarmente coraggiosa, isolarlo e abbandonarlo ad una totale indifferenza da parte dei mezzi di informazione. L'ultima spiaggia della censura contemporanea consiste nel far perdere il lavoro al malcapitato. Quanto alla seconda parte della sua domanda, come il libro racconta, in virtù delle mie ricerche su IN-CONTRO/STORIA ho ricevuto una serie di mail piuttosto misteriose da un collezionista di opere antiche che, dopo avermi accuratamente tenuto sotto esame vagliando le mie risposte, mi ha ritenuto "degno" di darmi un appuntamento in un luogo in cui conserva segretamente i suoi libri. Giunto lì, mi ha dato l'imboccata mettendomi davanti agli occhi, tra le tante meraviglie, un'edizione - datata 1552 e sfuggita alla Censura del Concilio di Trento - del "Delle vite de' Pontefici" di Bartolomeo Sacchi, detto il Platina. La sua maliziosa domanda "La conosce la storia della Papessa?" mi ha incuriosito al punto da indurmi a cominciare a studiare per mesi questo scritto, fino ad arrivare a scoprire, dopo notti e notti di calcoli, qualcosa di incredibile su quella che da secoli e secoli passa per una semplice leggenda.

Canzano 3-  Forse, possiamo dire che, è quasi una storia moderna, tanti divieti che alla fine si possono anche superare. Ma prima non era così.

RATTO - Non so se i divieti si riescano effettivamente a superare, oggi. Anzi, più studio il Medioevo direttamente sui documenti e le cronache, più mi convinco che si fosse molto più liberi allora di adesso. Per quel che mi riguarda, come le dicevo, sulla mia ricerca è calata una fittissima nebbia di censura, che si è concretizzata, semplicemente, nell'ignorarla. Per quanto concerne Giovanna... Beh, la fine che ha fatto dimostra cosa comporti "trasgredire". Soprattutto per una donna. Per dirla tutta, chi infrange le regole (e badi bene, parlo di quelle dettate dal pregiudizio e dall'avidità di potere di chi le elabora, non certo di quelle morali, scritte dentro di noi), deve esser pronto ancora oggi a sopportare di tutto. L'esperienza di Julian Assange lo dimostra chiaramente.

Canzano 4- La storia ci riferisce anche di altre donne, costrette a ‘mascherarsi’ per poter approdare ai livelli culturali più alti, ma, nel caso del Vaticano, la scelta di Giovanna, era stata consentita perché in quel momento, lei era l’unica ‘persona’ in grado di rivestire quel ruolo?

RATTO - La scelta di Giovanna cade in un'epoca in cui i Papi si eleggevano ancora per acclamazione popolare. E la gente sapeva molto bene che quel sapiente, che tutti credevano uomo, era in assoluto il più erudito di tutti, il più virtuoso, quello che lo stesso predecessore Leone IV aveva voluto al suo fianco. L'unico che avesse le carte in regola per succedere a quel Papa santo. La cosa più allucinante è che la vicenda della Papessa venne censurata nei secoli solo perché si trattava di una donna. Una delle più "forti" motivazioni a cui si affida il censore e Revisore ecclesiastico Onofrio Panvinio, colui che in effetti purgherà la successive edizioni del libro in questione bollando la "vicenda Papessa" come pura "fabula", consiste nell'affermare che non si possa in alcun modo credere che lo Spirito Santo si sia sbagliato al punto da far salire al soglio pontificio un essere inferiore come una donna. Capisce? Giovanni XII muore ucciso dall'uomo che lo trova a letto con la propria moglie; Alessandro VI era pieno di figli, sospettato di incesto, simoniaco e corrotto fino all'osso; Silvestro II usava venire a patti col Diavolo ecc. Ma essendo tutti "maschietti" nessuno mise mai in dubbio l'autorità e la storicità di questi Pontefici..

Canzano 5- Oggi, dopo che lei, con il suo libro, ha rivelato un fatto storico ‘scomodo’, dovrà, la storiografia del Vaticano ammetterne l’esistenza?

RATTO - Se si continua a non parlarne, non accadrà proprio nulla. In questa nostra inquietante era accade solo ciò che passa in Tv. Il resto non accade, punto e basta. E guardi che, voglio essere molto preciso, io nel mio libro non dimostro che la Papessa sia veramente esistita: questo è letteralmente impossibile, poiché tutti i documenti che parlano di lei sono stati revisionati o bollati come "bufale" più o meno antiche. Io, in seguito a calcoli su calcoli di una complessità incredibile (perché le tecniche di censura, evidentemente, erano sofisticatissime), arrivo a dimostrare come, attraverso un'intricata tecnica di falsificazione di nomi e numerali di Papi e di date, i Revisori ecclesiastici, Panvinio in testa, siano riusciti ad assorbire (in modo molto subdolo e graduale), il periodo esatto di pontificato che veniva attribuito a Giovanna. Due anni un mese e quattro giorni spariti, "spalmati", con una serie di giochi di prestigio da far rabbrividire, tra l'ottobre 855 ed il dicembre 1032. Tutto ciò mi è stato possibile confrontando le cronologie delle diverse edizioni del "Delle vite" di cui ero entrato in possesso: quella suddetta, risalente al 1552, e due edizioni successive, quelle del 1560 e del 1650, nelle quali si avverte la mano pesantissima della censura. Un controllo accurato, un confronto comparato delle diverse edizioni dello scritto del Platina "prima e dopo la cura", insomma. Inoltre, particolare da non trascurare, nel libro arrivo a provare che il busto della Papessa si trovava effettivamente tra quelli degli altri Papi allineati nel Duomo di Siena, ancora alla fine del Seicento. Anche questa cosa è sempre stata considerata una fantasia, ma io ho trovato un testo del 1595 che lo dimostra incontrovertibilmente.

Canzano 6- Il suo nuovo libro in fase di pubblicazione, I Rothschild e gli altri, è anche esso frutto di una ricerca’revisionista?

RATTO - Altroché, mamma mia. Quello sì che fa paura. Si tratta di uno studio, in buona parte genealogico, che dimostra come le grandi famiglie che attualmente monopolizzano e controllano la politica, l'economia e la finanza mondiali, nel corso degli ultimi tre secoli si siano imparentate tra loro attraverso una fitta serie di matrimoni "dinastici", così da agire in piena sintonia e complicità, nel totale disprezzo di qualsiasi logica concorrenziale e di qualunque autentica democrazia. Tra le altre cose, emerge inquietantemente il dato secondo cui la gran parte dei politici e banchieri che reggono ed hanno retto le fila della storia contemporanea discendono da antiche famiglie aristocratiche o addirittura di sangue reale. E' come se, dal '600 in poi, la nobiltà europea (soprattutto inglese), si fosse resa conto che i tempi stavano cambiando, e che alle vecchie logiche di potere fondate sul sangue si dovesse sostituire quella della finanza, pubblica e privata. In questo senso, la ricostruzione di queste nuove forme di potere fu resa possibile dal trapiantarsi nel "Nuovo Mondo", in America, dei giovani rampolli di queste antiche dinastie.

Canzano 7- Curiosando nel suo sito www.incontrostoria.it, si scopre che non le sfugge niente, cioè ha proprio voglia di  riscrivere la STORIA. E, pensa che i libri di storia, sia scolastici che saggi, si adegueranno alla VERITA’?

RATTO- Guardi, io insegno Storia a scuola tutti i giorni. Non le dico la difficoltà, lo scrupolo, di sentirmi costretto a raccontare vicende che appartengono a secoli che ho dimostrato (o che hanno dimostrato le ricerche degli altri studiosi che a questo sito collaborano), esser stati "riveduti e corretti". Quindi, ho deciso di far così: da qualche anno, prima racconto ai ragazzi la versione "tradizionale", così come riportata dal loro allineatissimo libro di testo, poi vado giù deciso con i dubbi e le cose che non tornano. Mi sembra che possa funzionare ad incrementare quel senso critico che la scuola di oggi, in modo molto forte, fa invece di tutto per scoraggiare. Per dirla con De André, insomma, la mia vita procede in direzione ostinata e contraria.

BIOGRAFIA
Genovese, insegnante di Filosofia, Storia e Psicologia, musicista, saggista e giornalista (collaboratore de LA STAMPA per la pagina nazionale della Cultura, su cui saltuariamente si occupa  di Scuola), nonché consulente dell'USP per il disagio scolastico, Pietro Ratto vive in un Bosco, l'habitat ideale per riflettere e creare.
Per quanto concerne la sua carriera musicale, dal 1983 ad oggi ha inciso parecchi dischi, sia da solista che con il suo gruppo di Rock Progressivo ATON'S. Sito ufficiale: www.atons.it.
Diversi suoi lavori filosofici sono stati pubblicati su siti specializzati, come ad esempio Il Giardino dei Pensieri (vedi il relativo indice dei suoi scritti) o su riviste del settore come Diogene, filosofare oggi (Cfr. ad esempio il suo approfondito studio biografico su Kant presente sul Nr. 12)
Molti suoi articoli e studi (come lo scoop relativo ai vertici ed all'organismo che gestisce l'INValSI) sono stati pubblicati in rete. Ad esempio su La Stampa.it, CadoInPiedi,  PoliticamenteCorretto.com, ReteScuole, CronacheLaiche.it, ecc..
Al convegno di Filosofia Leggere la complessità. La Filosofia e il quotidiano - tenutosi a Firenze il 27 marzo 2012 - è intervenuto con una conferenza intitolata Il volo della Civetta. L'irrinunciabile inutilità della Filosofia.
Relativamente alla sua attività di scrittore, nel 2003 il suo racconto Scacco Matto si è aggiudicato il primo posto del Premio letterario indetto dalla Società Dante Alighieri. Per gravi problemi familiari non si è presentato a ritirare il riconoscimento, per questo motivo assegnato al secondo classificato.
Nel 2008 il suo Scacco Matto ha vinto il Premio letterario Racconti nella Rete 2008. Nel 2009 il suo articolo L'uomo avvisato ha vinto il Premio Giornalistico Scrivere Oltrepensiero 2009. Nel 2010 il suo racconto La Torre tradita ha vinto il terzo Premio Guido Gozzano. Nel 2011 lo stesso racconto si è classificato terzo al Premio letterario Il Giovane Holden ed è stato pubblicato dall'omonima Casa Editrice nell'Antologia dedicata al Concorso.
Nel 2014 sono usciti due suoi libri: La Passeggiata al tramonto - Vita e Scritti di Immanuel Kant Edizioni Leucotea ) e Le pagine strappate, irriverente saggio contro-storico (Edizioni Elmi's World ), finalista al Premio Letterario Carver 2014. Nella primavera 2015 è prevista l'uscita del suo I Rothschild e gli altri, Macro Edizioni.
Dal  2011 gestisce un sito di ricerca storica "alternativa" chiamato IN-CONTRO/STORIA.


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Giovanna Canzano - © - 2014

lunedì 8 dicembre 2014

EMANUELE D'AGAPITI


Emanuele D'Agapiti 
Morlupo (ROMA)
8 dicembre 2014



                                     Emanuele D'Agapiti - Giovanna Canzano
                                                        Emanuele D'Agapiti



martedì 18 novembre 2014

FABRIZIO DI ERNESTO


NATO: occupazione militare?

Giovanna Canzano - Fabrizio Di Ernesto


FABRIZIO DI ERNESTO
intervista
di Giovanna Canzano
11 novembre 2014
“Non si capisce perché a 70 anni dalla fine della seconda guerra mondiale,
ci siano ancora presidi militari di una nazione straniere;
normalmente questa si chiama occupazione militare.
Ciò determina che ogni qualvolta gli interessi statunitensi sono minacciati siamo costretti a partecipare a guerre con cui noi non abbiamo nulla a cui spartire ma che vedono uomini, mezzi e armi partire dai nostri confini.” (Fabrizio Di Ernesto)

Canzano 1- Nonostante che l'Italia è uno Stato indipendente e sovrano che ripudia la guerra, ha nel suo territorio la presenza della NATO. Quali rischi ci sono per la sua Sovranità?
DI ERNESTO – Sicuramente ciò rappresenta una grande limitazione per la nostra libertà d’azione, anche perché al di là delle basi Nato, sulla cui utilità si può discutere, ci sono basi militari degli Usa, dove a comandare sono i generali a stelle e strisce e dove, vedi Ghedi ed Aviano, sono stipate anche testate nucleari.
Non si capisce perché a 70 anni dalla fine
della seconda guerra mondiale, ci siano ancora presidi militari di una nazione straniere; normalmente questa si chiama occupazione militare. Ciò determina che ogni qualvolta gli interessi statunitensi sono minacciati siamo costretti a partecipare a guerre con cui noi non abbiamo nulla a cui spartire ma che vedono uomini, mezzi e armi partire dai nostri confini. Si vede, tanto per citare un caso recente, l’aggressione alla Libia di Gheddafi con i bombardieri che si alzavano da Goia del Colle. Possiamo anche essere contrari ad una guerra ma poi, volenti o nolenti, siamo costretti a prendervi parte.
Canzano 2- Steadfast Noon 2014 sono due esercitazioni militari Nato multinazionale a media scala che coinvolgono forze aeree nazionali e straniere operanti sul territorio dell’Italia e del Mare Adriatico centro-settentrionale, iniziate il 21 ottobre e terminate il 30 dello stesso mese.  Può parlarne?
DI ERNESTO – Queste due operazioni, come tante altre, rientrano nel piano di addestramento delle truppe Nato e si svolgono in quasi tutti i paesi che fanno parte dell’Alleanza atlantica. In linea teorica, essendo le truppe Nato formata da soldati di professione è anche giusto che si addestrino in modo mirato per evitare quei danni collaterali di cui troppo spesso si sente parlare. Lo scandalo, almeno per quanto attiene al nostro paese, è che molto spesso, specie quando avvengono in Sicilia o Sardegna, vengono fatte in riserve naturali con tutte le conseguenze che si possono immaginare per l’ambiente e che i media, tranne alcune voci isolate, che troppo spesso però si perdono nella vastità di internet, non sono pubblicizzate impedendo a noi cittadini di sapere bene cosa sta accadendo.
Canzano 3- Dalla nascita della Repubblica italiana, l'Italia, diciamo, non ha avuto tregua, la Nato ha installato Basi Militari senza mai smettere, può impedirlo?
DI ERNESTO – In linea teorica potrebbe ma per farlo servirebbe una classe politica forte ed indipendente, invece nel nei palazzi del potere non si muove foglia che Washington non voglia. In tempi recenti, tra il 2006 ed il 2010 abbiamo assistito all’assurdo teatrino sulla raddoppio della Base Ederle a Vicenza. Lì i cittadini ed anche il sindaco, Achille Variati, hanno provato in tutti modi ad opporsi ma alla fine governi di destra e di sinistra hanno avallato la decisione statunitense di ampliare il presidio. Cito un episodio per capire come stanno le cose. Nell’ottobre 2008 era stato convocato un referendum dal sindaco per permettere ai cittadini di dire la loro. Poiché la nostra costituzione vieta consultazioni in materia di politica estera veniva chiesto ai vicentini se fossero o meno favorevoli alla possibilità che il comune acquisisse i terreni scelti dagli Usa per allargare la base. Pochi giorni però il Consiglio di Stato cancellò il referendum sostenendo che “la consultazione appare inutile giacché non occorrono sondaggi per accertare la volontà positiva di accrescere il patrimonio del Comune”.
Canzano 4- All'Italia, fa comodo essere un territorio a disposizione degli USA? Abbiamo dei vantaggi?
DI ERNESTO – All’Italia ed agli italiani non credo, ai nostri politici che genuflettendosi ai voleri degli Usa ottengono le briciole sì. Molti giustificano la presenza di queste basi dicendo che generano ricchezza e portano lavoro. Nulla di più falso. I soldati di stanza in queste basi frequentano i loro locali gestiti dai loro connazionali quindi agli italiani non viene nessun vantaggio.
Canzano 5- Sappiamo della posizione strategica della nostra Nazione nel Mediterraneo, e, oltre a far comodo come base per il Medio-Oriente sembra che agli USA 'torna utile' anche per 'avvicinarsi' ai paesi Africani?
DI ERNESTO – Purtroppo questa è la maledizione del nostro Stivale, la sua posizione lo rende centrale nel mediterraneo e basilare per controllare un area che va dalla Colonne di Ercole alla Palestina senza trascurare il bacino nordafricano. Non è certo un caso se dalla caduta dell’Impero romano le grandi potenze si siano fatte la guerra per controllare la nostra penisola. In pratica siamo la Portaerei degli Usa per Europa, Africa e Medio-oriente. Potremmo essere una grande potenza ma abbiamo rinunciato alla nostra sovranità e ne stiamo pagando le conseguenze.

Biografia
Giornalista professionista dal 2008, scrive, o ha scritto, per varie testate nazionale tra cui i quotidiani Rinascita e La Notizia e per i periodici Eurasia e Area. Attualmente fa parte della redazione del quotidiano on-line Agenzia Stampa Italia. Ha al suo attivo diversi saggi storico-politici tra cui “Portaerei Italia – Sessant’anni di Nato nel nostro Paese” in cui esamina la spinosa questione delle servitù militari statunitensi edito dalla Fuoco edizioni.

gcanzano@giovannacanzano.it
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sabato 1 novembre 2014

ROBERTO GIULIANO "Oltre i sindacati"


Giovanna Canzano
intervista
ROBERTO GIULIANO
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OLTRE I SINDACATI
30 ottobre 2014

“Certamente la forma partito in generale si è involuta,
i sindacati sono rimasti ottocenteschi  e bifronti
(con un piede danno servizi pagati dallo stato e con l’altro piede vogliono fare la rivoluzione), le banche svolgono un ruolo che non sempre è sotto il controllo democratico dello stato e c’è una invasione di campo della magistratura  che è uno dei pericoli per la democrazia: la loro irresponsabilità dei loro sbagli, e la mancata divisione delle carriere tra pubblica accusa e magistratura giudicante” (Roberto Giuliano)

CANZANO  1- Il bilancio di oggi, secondo fonti sindacali, è di cinque feriti, (che sono andati in ospedale), e dieci contusi, tra questi anche il segretario nazionale Fiom, Rosario Rappa, e il coordinatore Fiom, Gianni Venturi. Questo per difendere il posto di lavoro?
GIULIANO - Non è mai bello per nessuno che una pacifica manifestazione di lavoratori che protestano per un loro diritto (giusto o sbagliato che sia) finisca in situazione drammatiche  come un tafferuglio che aumenta la tensione che di norma è sempre presente. C’è sempre la necessità che ambo le parti il lavoratori della polizia e i lavoratori del che manifestano mantengano la calma  e il buon senso il caos non aiuta nessuno anzi…

CANZANO 2- Oggi, è toccato a centinaia di operai dell'Acciaieria di Terni, a manifestare contro il piano industriale di ThyssenKrupp, ma, il governo italiano, può  intervenire nel piano industriale di una multinazionale straniera?
GIULIANO - Purtroppo questo è un Paese che ha figli e figliastri, nel senso che non esiste uno stato che ha uno stato sociale eguale per tutti i cittadini, è dagli anni 70 che i lavoratori della grande industria hanno un trattamento diverso dagli altri lavoratori che lavorano nelle piccole e medie industrie. L’intervento dello stato è comprensibile, nel senso che ad esempio la realtà in questione , se dovesse chiudere, in una cittadina come Terni creerebbe una bomba sociale.  Comunque lo stato certamente deve intervenire per due motivi: primo capire quali sono le motivazioni dell’azienda e vedere se lo stato senza alterare le regole del gioco può intervenire  per non far chiudere l’attività produttiva; secondo se le richieste aziendali sono incompatibili o la volontà dell’azienda è di chiudere, lo stato dovrebbe prevedere con i sindacati dei lavoratori, con gli enti locali e gli imprenditori come mettere in piede un’altra attività produttiva mediante la formazione e i contributi europei.

CANZANO 3- Al di là di chi ha forzato il cordone delle forze di polizia, cosa può garantire ai lavoratori di oggi, il manifestare ‘sotto’ l’ambasciata tedesca?
GIULIANO - Precisiamo se una corteo è autorizzato ad un certo percorso è dovere di un sindacato responsabile attenersi a quel percorso, girano voci strane che volevano andare a bloccare i treni e cosi via,  certo non è la prima volta che capitano forzature da parte dei sindacati o dei lavoratori per dare sfogo alla rabbia determinata dalla paura di perdere un posto di lavoro, cosa comprensibile umanamente ma da condannare politicamente per due motivi: bloccare le strade (ovviamente non mi riferisco ai percorsi concordati) o i treni  mette in difficoltà altri lavoratori,  e dunque è una manifestazione di egoismo sociale tra gli stessi lavoratori tra chi è più  forte e non crea coesione sociale intorno ai lavoratori che manifestano mentre ciò  dovrebbe essere il motivo della protesta; secondo, il drammatizzare una situazione già drammatica per sé, dimostra da un lato la debolezza del sindacato e nella consapevolezza che prima o dopo le forze dell’ordine dovranno intervenire  è di fatto una volontà messianica di pensare che finita la protesta è finita la vita, perché negli scontri purtroppo può capitare di tutto, come non viviamo in no stato autoritario, certamente insensibile, e comunque con uno stato sociale  per quanto rattoppato c’è, lo scontro sociale se è ricercato allora c’è una motivazione politica.

CANZANO 4- Poi, si parla di liquidazione dello Stato sociale e delle privatizzazioni. E, agli operai chi garantisce cosa?
GIULIANO - Mbe sarebbe da folli parlare della liquidazione dello stato sociale in un momento di crisi profonda come quella che stiamo attraversando e non mi sembra che nessuno lo voglia si parla di riforma dello stato sociale che è altra cosa e a mio parere necessario. Un esempio per tutti è possibile che lo stato dia il sussidio di disoccupazione, la cassa integrazione, la mobilità o altre forme di sostegno al reddito senza chiedere a colui che la percepisce (in alcuni casi per decenni) un minimo di attività sociale a disposizione di dei comuni, visto che la crisi produce tagli sui servizi sociali? Ad un reddito percepito deve comunque corrispondere anche se minima una prestazione.
Le privatizzazioni si possono fare a due condizioni primo che non siano svendite come ha fatto il governo Prodi e secondo che non siano asset strategici per il paese.

CANZANO 5- I sindacati, Renzi, il Pd, Berlusconi, il sistema bancario, la Chiesa, sono tutti complici e  responsabili, del massacro del popoli italiano?
GIULIANO - In  un sistema democratico nel bene e nel male il popolo ne è sempre complice, sia chi vota come chi non vota, certo i cambi peggiorativi alla legge elettorale non sono un buon presagio per il Paese. La falsa rivoluzione mediatica giudiziaria del 1992 chiamata eufemisticamente “Mani Pulite” ha liquidato nel bene e nel male una classe dirigente che aveva senso dello  Stato e del bene comune, a distruggere bastono minuti a costruire servono anni  e anni. Certamente la forma partito in generale si è involuta, i sindacati sono rimasti ottocenteschi  e bifronti (con un piede danno servizi pagati dallo stato e con l’altro piede vogliono fare la rivoluzione), le banche svolgono un ruolo che non sempre è sotto il controllo democratico dello stato e c’è una invasione di campo della magistratura  che è uno dei pericoli per la democrazia: la loro irresponsabilità dei loro sbagli, e la mancata divisione delle carriere tra pubblica accusa e magistratura giudicante. Altro aspetto da non sottovalutare è il ruolo della finanza mondiale che non è ad oggi soggetta a nessuna regola e controllo internazionale, inoltre le banche centrali  hanno un conflitto di interessi che sono diventate private e possedute da coloro che dovrebbero controllare. La moneta deve essere coniata dal governo europeo o nazionale e le banche centrali devono ritornare ad essere pubbliche. A Renzi oggi non c’è alternativa con tutti i rischi del momento, anzi vedo in queste ultime battute uno scontro nel PD che è veramente di potere fine a se stesso, tra il vecchio e il nuovo, si utilizza la Cgil per contrastare una politica votata dentro la direzione del loro partito e poi si accusa Renzi di essere stato messo li dai poteri forti, per cui da un lato si delegittima il loro stesso partito, dall’altro l’accusa di essere Renzi legato ai poteri forti, la fanno i vecchi ex PCI o del sindacato graziati da Mani Pulite perché ritenuti sostenitori dei veri poteri forti a cui hanno ceduto l’economia del Paese.
Il papa Borgoglio credo che sia l’unica vera novità in una paese senza valori e abbandonato da una classe politica autoreferenziale. Da laico e da cristiano  credo che in una vita senza valori umani e/o spirituali, saremmo delle bestie e non uomini, la stessa economia ha un senso solo se nei suoi fini è ispirata a valori umani e spirituali e dunque crea benessere.
Per concludere se siamo massacrati la colpa è di noi stessi che lo abbiamo permesso.

Biografia
Nasce a Catania nel 1956, si laurea in sociologia e per 16 anni fa vita sindacale nella Fillea Cgil del Lazio fino diventarne il segretario generale, milita fin da giovane nel PSI e nel 2003 diviene segretario romano del Nuovo PSI. Diventa giornalista scrivendo sull’Avanti. Ha scritto vari libri sulle tematiche sindacali, e politiche “Cosi parlo la sinistra” “Tra passato e futuro” “la Goccia Rossa sul tappeto nero”




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lunedì 13 ottobre 2014

MAI ALKAILA



                                       Mai Alkaila
                              Ambasciatore dello Stato della Palestina
                                                        Roma-Italia

                                                        Giovanna Canzano - Mai Alkaila


                                                Giovanna Canzano - Mai Alkaila



Giovanna Canzano
intervista
Mai Alkaila
Ambasciatore dello Stato della Palestina Roma-Italia
11 ottobre 2014


Canzano – La  Palestina,  dopo gli ultimi conflitti, cosa chiede per avere la Pace?


Mai Alkaila - La situazione a Gaza come sappiamo è quella terribile e catastrofica che  conosciamo,  ci sono molte persone che hanno perso la casa e sono senza tetto, ci sono molti martiri e molti morti.
In questo contesto, il presidente Abū Māzen Mahmūd Abbās, insiste in particolar modo sull’unità del popolo palestinese unità delle forze politiche, soprattutto, senza retrocedere dalla richiesta importante che è quello dello Stato di Palestina.
L’unità del popolo palestinese contestualmente alla richiesta dello stato palestinese non è più differibile.

Mai Alkaila  (Ambasciatrice in Italia dell’Autorità Nazionale Palestinese), legata al partito Al Fatah di cui è stata membro del comitato direttivo, ha servito come ambasciatore palestinese in Cile negli ultimi quattro anni. Nata a Gerusalemme, ha studiato medicina all'Università di Gerusalemme ed ha completato i suoi studi in Spagna e negli Stati Uniti. Per 17 anni, la signora Alkaila ha lavorato per l' Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l'Occupazione (Unrwa) assistendo i rifugiati palestinesi in Giordania, Libano, Siria, Cisgiordania e della Striscia di Gaza. Nel 1986 è stata prigioniera politica nelle carceri israeliane. E’ attivista nel Movimento internazionale delle donne.

www.giovannacanzano.it
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venerdì 26 settembre 2014