martedì 7 marzo 2017

ANTONELLO SACCHETTI

Trans-Iran
Giovanna Canzano 
intervista
Antonello Sacchetti
29/11/2012

…“L’Iran vuole  raggiungere una capacità nucleare che funga da deterrente:
avere i mezzi e le competenze per un’eventuale arma atomica,
gli conferirebbe lo status di Paese nucleare.
Il Pakistan, ad esempio, la bomba ce l’ha da molti anni e l’Occidente è sempre stato molto
cauto nel gestire i rapporti con Islamabad.
Detto questo, è poco verosimile che Teheran – anche in possesso
di una bomba – la possa usar contro chi ha da anni un vero arsenale atomico,
come Israele”... (Antonello Sacchetti)


CANZANO 1 – La tua grande passione  per l’Iran  e lo studio della sua cultura e la sua storia, si è concretizzata con numerose e lunghe  permanenze  nel suo territorio che, tu hai fatto partecipe agli altri con la pubblicazione di alcuni volumi. Da poco è uscito il tuo ultimo volume dal titolo: Trans-Iran, che è da leggersi anche come guida turistica e culturale, ce ne parli?

SACCHETTI –  Questo ultimo libro è in realtà il tentativo di spiegare – a me stesso prima che agli altri, la mia passione per l’Iran. Una spiegazione attraverso il racconto. Non so se Trans-Iran può servire da guida turistica: forse è più utile come mappa culturale per avvicinarsi all’Iran senza pregiudizi. È anche il mio libro più personale, quello in cui ho espresso di più le mie emozioni e i miei sentimenti. È difficile spiegare i motivi di un amore, di una passione. L’unica cosa che resta da fare è raccontare.

CANZANO  2–  L’Iran descritta da te nella sua bellezza sia culturale che artistica, ha invece dei problemi politici a volte non tanto idilliaci per alcuni sui abitanti che sono costretti a chiedere asilo politico ai paesi europei, come mai?

SACCHETTI-  Purtroppo questa è una costante nella storia della Persia e dire di molti Paesi del Medio Oriente. L’Iran ha vissuto un XX secolo particolarmente convulso, avvincente per alcuni versi e tragico per molti altri. I problemi riguardano la libertà di espressione e le libertà civili. Il sistema scaturito dalla rivoluzione del 1979 non è un sistema democratico, di certo non come lo intendiamo noi in Europa. Nel corso di questi 34 anni ci sono stati diversi cambiamenti e fasi che hanno fatto sperare in un cambiamento positivo, ma la strada è ancora molto lunga. In particolare, per quanto riguarda i diritti umani.

CANZANO  3– Secondo la giornalista  Fiamma Nirenstein sarebbe un problema per l’incolumità di tutto il mondo se gli iraniani dovessero avere la bomba atomica, e, per impedire ciò, si vuole impedire al paese anche lo sviluppo del nucleare per uso civile. Sono veramente dei ‘guerrafondai’ gli iraniani come vengono descritti dalla giornalista e parlamentare del PDL?

SACCHETTI –  Di tutti i conflitti che hanno infiammato il Medio Oriente negli ultimi 40 anni, non ce n’è uno che sia stato scatenato dall’Iran. La questione nucleare è usata in modo strumentale da ambo le parti. L’Iran vuole  raggiungere una capacità nucleare che funga da deterrente: avere i mezzi e le competenze per un’eventuale arma atomica, gli conferirebbe lo status di Paese nucleare. Il Pakistan, ad esempio, la bomba ce l’ha da molti anni e l’Occidente è sempre stato molto cauto nel gestire i rapporti con Islamabad. Detto questo, è poco verosimile che Teheran – anche in possesso di una bomba – la possa usar contro chi ha da anni un vero arsenale atomico, come Israele. Faccio notare che tutta la querelle nucleare va avanti perché l’Iran ha aderito al Trattato di non proliferazione ed è dunque tenuto a rendere conto delle sue attività. Israele non aderisce al Trattato ma non ha mai ricevuto il biasimo della comunità internazionale. Teheran – a mio avviso – continua a usare la questione nucleare per mettersi a un tavolo con gli Usa e ottenere un riconoscimento ai propri interessi locali. Israele, invece, usa una improbabile minaccia nucleare iraniana per distogliere l’attenzione dall’eterno dilemma palestinese. So che la mia è una opinione poco popolare in Italia, ma la penso così.

CANZANO 4 –  ‘Le mille e una notte’, un grande classico che, in Europa non è stato interpretato così come è l’interpretazione nella cultura iraniana. Per quale motivo?

 SACCHETTI –  Perché la nostra cultura cattolica – a differenza di quella islamica – è sessuofoba. La traduzione dal manoscritto originale (che è arabo ma racconta storie essenzialmente persiane) al francese e poi alle altre lingue europee, ha “purgato” gli aspetti più esplicitamente erotici. Fa parte di quell’orientalismo che ha tanto condizionato la nostra visione dei Paesi mediorientali. Alla conoscenza si è sostituito lo stereotipo.

CANZANO 5 –  Come è nato in te l’amore per l’Iran e la Persia?

SACCHETTI – Era un Paese che mi incuriosiva. Nel 2005 ci sono andato da turista, senza un vero perché. E ne sono rimasto folgorato. E ogni volta che ci torno, trovo sempre nuovi elementi, nuovi motivi che rafforzano questa mia passione.

CANZANO 6- Quali sono gli altri volumi che hai pubblicato?

SACCHETTI –  I ragazzi di Teheran (2006), Misteri persiani (2008), Iran. La resa dei conti (2009). Sempre per Infinito Edizoni.

Antonello Sacchettti (1971), giornalista pubblicista, ha pubblicato con  Infinito edizioni “I ragazzi di Teran” (2006), “Misteri persiani” (2008) e “Iran. La resa dei conti” (2009). Fondatore e direttore responsabile della rivista on line “Il cassetto-L’informazione che rimane”  (www.ilcassetto.it), dal 2012 gestisce il blog Diruz (www.diruz.it) interamente dedicato all’Iran.

Contatti: antonello.sacchetti@gmail.com, Twitter: @anto_sacchetti,

Facebook: www.facebook.com/antonello.sacchetti

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