martedì 18 novembre 2014

FABRIZIO DI ERNESTO


NATO: occupazione militare?

Giovanna Canzano - Fabrizio Di Ernesto


FABRIZIO DI ERNESTO
intervista
di Giovanna Canzano
11 novembre 2014
“Non si capisce perché a 70 anni dalla fine della seconda guerra mondiale,
ci siano ancora presidi militari di una nazione straniere;
normalmente questa si chiama occupazione militare.
Ciò determina che ogni qualvolta gli interessi statunitensi sono minacciati siamo costretti a partecipare a guerre con cui noi non abbiamo nulla a cui spartire ma che vedono uomini, mezzi e armi partire dai nostri confini.” (Fabrizio Di Ernesto)

Canzano 1- Nonostante che l'Italia è uno Stato indipendente e sovrano che ripudia la guerra, ha nel suo territorio la presenza della NATO. Quali rischi ci sono per la sua Sovranità?
DI ERNESTO – Sicuramente ciò rappresenta una grande limitazione per la nostra libertà d’azione, anche perché al di là delle basi Nato, sulla cui utilità si può discutere, ci sono basi militari degli Usa, dove a comandare sono i generali a stelle e strisce e dove, vedi Ghedi ed Aviano, sono stipate anche testate nucleari.
Non si capisce perché a 70 anni dalla fine
della seconda guerra mondiale, ci siano ancora presidi militari di una nazione straniere; normalmente questa si chiama occupazione militare. Ciò determina che ogni qualvolta gli interessi statunitensi sono minacciati siamo costretti a partecipare a guerre con cui noi non abbiamo nulla a cui spartire ma che vedono uomini, mezzi e armi partire dai nostri confini. Si vede, tanto per citare un caso recente, l’aggressione alla Libia di Gheddafi con i bombardieri che si alzavano da Goia del Colle. Possiamo anche essere contrari ad una guerra ma poi, volenti o nolenti, siamo costretti a prendervi parte.
Canzano 2- Steadfast Noon 2014 sono due esercitazioni militari Nato multinazionale a media scala che coinvolgono forze aeree nazionali e straniere operanti sul territorio dell’Italia e del Mare Adriatico centro-settentrionale, iniziate il 21 ottobre e terminate il 30 dello stesso mese.  Può parlarne?
DI ERNESTO – Queste due operazioni, come tante altre, rientrano nel piano di addestramento delle truppe Nato e si svolgono in quasi tutti i paesi che fanno parte dell’Alleanza atlantica. In linea teorica, essendo le truppe Nato formata da soldati di professione è anche giusto che si addestrino in modo mirato per evitare quei danni collaterali di cui troppo spesso si sente parlare. Lo scandalo, almeno per quanto attiene al nostro paese, è che molto spesso, specie quando avvengono in Sicilia o Sardegna, vengono fatte in riserve naturali con tutte le conseguenze che si possono immaginare per l’ambiente e che i media, tranne alcune voci isolate, che troppo spesso però si perdono nella vastità di internet, non sono pubblicizzate impedendo a noi cittadini di sapere bene cosa sta accadendo.
Canzano 3- Dalla nascita della Repubblica italiana, l'Italia, diciamo, non ha avuto tregua, la Nato ha installato Basi Militari senza mai smettere, può impedirlo?
DI ERNESTO – In linea teorica potrebbe ma per farlo servirebbe una classe politica forte ed indipendente, invece nel nei palazzi del potere non si muove foglia che Washington non voglia. In tempi recenti, tra il 2006 ed il 2010 abbiamo assistito all’assurdo teatrino sulla raddoppio della Base Ederle a Vicenza. Lì i cittadini ed anche il sindaco, Achille Variati, hanno provato in tutti modi ad opporsi ma alla fine governi di destra e di sinistra hanno avallato la decisione statunitense di ampliare il presidio. Cito un episodio per capire come stanno le cose. Nell’ottobre 2008 era stato convocato un referendum dal sindaco per permettere ai cittadini di dire la loro. Poiché la nostra costituzione vieta consultazioni in materia di politica estera veniva chiesto ai vicentini se fossero o meno favorevoli alla possibilità che il comune acquisisse i terreni scelti dagli Usa per allargare la base. Pochi giorni però il Consiglio di Stato cancellò il referendum sostenendo che “la consultazione appare inutile giacché non occorrono sondaggi per accertare la volontà positiva di accrescere il patrimonio del Comune”.
Canzano 4- All'Italia, fa comodo essere un territorio a disposizione degli USA? Abbiamo dei vantaggi?
DI ERNESTO – All’Italia ed agli italiani non credo, ai nostri politici che genuflettendosi ai voleri degli Usa ottengono le briciole sì. Molti giustificano la presenza di queste basi dicendo che generano ricchezza e portano lavoro. Nulla di più falso. I soldati di stanza in queste basi frequentano i loro locali gestiti dai loro connazionali quindi agli italiani non viene nessun vantaggio.
Canzano 5- Sappiamo della posizione strategica della nostra Nazione nel Mediterraneo, e, oltre a far comodo come base per il Medio-Oriente sembra che agli USA 'torna utile' anche per 'avvicinarsi' ai paesi Africani?
DI ERNESTO – Purtroppo questa è la maledizione del nostro Stivale, la sua posizione lo rende centrale nel mediterraneo e basilare per controllare un area che va dalla Colonne di Ercole alla Palestina senza trascurare il bacino nordafricano. Non è certo un caso se dalla caduta dell’Impero romano le grandi potenze si siano fatte la guerra per controllare la nostra penisola. In pratica siamo la Portaerei degli Usa per Europa, Africa e Medio-oriente. Potremmo essere una grande potenza ma abbiamo rinunciato alla nostra sovranità e ne stiamo pagando le conseguenze.

Biografia
Giornalista professionista dal 2008, scrive, o ha scritto, per varie testate nazionale tra cui i quotidiani Rinascita e La Notizia e per i periodici Eurasia e Area. Attualmente fa parte della redazione del quotidiano on-line Agenzia Stampa Italia. Ha al suo attivo diversi saggi storico-politici tra cui “Portaerei Italia – Sessant’anni di Nato nel nostro Paese” in cui esamina la spinosa questione delle servitù militari statunitensi edito dalla Fuoco edizioni.

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Giovanna Canzano - © - 2014

sabato 1 novembre 2014

ROBERTO GIULIANO "Oltre i sindacati"


Giovanna Canzano
intervista
ROBERTO GIULIANO
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OLTRE I SINDACATI
30 ottobre 2014

“Certamente la forma partito in generale si è involuta,
i sindacati sono rimasti ottocenteschi  e bifronti
(con un piede danno servizi pagati dallo stato e con l’altro piede vogliono fare la rivoluzione), le banche svolgono un ruolo che non sempre è sotto il controllo democratico dello stato e c’è una invasione di campo della magistratura  che è uno dei pericoli per la democrazia: la loro irresponsabilità dei loro sbagli, e la mancata divisione delle carriere tra pubblica accusa e magistratura giudicante” (Roberto Giuliano)

CANZANO  1- Il bilancio di oggi, secondo fonti sindacali, è di cinque feriti, (che sono andati in ospedale), e dieci contusi, tra questi anche il segretario nazionale Fiom, Rosario Rappa, e il coordinatore Fiom, Gianni Venturi. Questo per difendere il posto di lavoro?
GIULIANO - Non è mai bello per nessuno che una pacifica manifestazione di lavoratori che protestano per un loro diritto (giusto o sbagliato che sia) finisca in situazione drammatiche  come un tafferuglio che aumenta la tensione che di norma è sempre presente. C’è sempre la necessità che ambo le parti il lavoratori della polizia e i lavoratori del che manifestano mantengano la calma  e il buon senso il caos non aiuta nessuno anzi…

CANZANO 2- Oggi, è toccato a centinaia di operai dell'Acciaieria di Terni, a manifestare contro il piano industriale di ThyssenKrupp, ma, il governo italiano, può  intervenire nel piano industriale di una multinazionale straniera?
GIULIANO - Purtroppo questo è un Paese che ha figli e figliastri, nel senso che non esiste uno stato che ha uno stato sociale eguale per tutti i cittadini, è dagli anni 70 che i lavoratori della grande industria hanno un trattamento diverso dagli altri lavoratori che lavorano nelle piccole e medie industrie. L’intervento dello stato è comprensibile, nel senso che ad esempio la realtà in questione , se dovesse chiudere, in una cittadina come Terni creerebbe una bomba sociale.  Comunque lo stato certamente deve intervenire per due motivi: primo capire quali sono le motivazioni dell’azienda e vedere se lo stato senza alterare le regole del gioco può intervenire  per non far chiudere l’attività produttiva; secondo se le richieste aziendali sono incompatibili o la volontà dell’azienda è di chiudere, lo stato dovrebbe prevedere con i sindacati dei lavoratori, con gli enti locali e gli imprenditori come mettere in piede un’altra attività produttiva mediante la formazione e i contributi europei.

CANZANO 3- Al di là di chi ha forzato il cordone delle forze di polizia, cosa può garantire ai lavoratori di oggi, il manifestare ‘sotto’ l’ambasciata tedesca?
GIULIANO - Precisiamo se una corteo è autorizzato ad un certo percorso è dovere di un sindacato responsabile attenersi a quel percorso, girano voci strane che volevano andare a bloccare i treni e cosi via,  certo non è la prima volta che capitano forzature da parte dei sindacati o dei lavoratori per dare sfogo alla rabbia determinata dalla paura di perdere un posto di lavoro, cosa comprensibile umanamente ma da condannare politicamente per due motivi: bloccare le strade (ovviamente non mi riferisco ai percorsi concordati) o i treni  mette in difficoltà altri lavoratori,  e dunque è una manifestazione di egoismo sociale tra gli stessi lavoratori tra chi è più  forte e non crea coesione sociale intorno ai lavoratori che manifestano mentre ciò  dovrebbe essere il motivo della protesta; secondo, il drammatizzare una situazione già drammatica per sé, dimostra da un lato la debolezza del sindacato e nella consapevolezza che prima o dopo le forze dell’ordine dovranno intervenire  è di fatto una volontà messianica di pensare che finita la protesta è finita la vita, perché negli scontri purtroppo può capitare di tutto, come non viviamo in no stato autoritario, certamente insensibile, e comunque con uno stato sociale  per quanto rattoppato c’è, lo scontro sociale se è ricercato allora c’è una motivazione politica.

CANZANO 4- Poi, si parla di liquidazione dello Stato sociale e delle privatizzazioni. E, agli operai chi garantisce cosa?
GIULIANO - Mbe sarebbe da folli parlare della liquidazione dello stato sociale in un momento di crisi profonda come quella che stiamo attraversando e non mi sembra che nessuno lo voglia si parla di riforma dello stato sociale che è altra cosa e a mio parere necessario. Un esempio per tutti è possibile che lo stato dia il sussidio di disoccupazione, la cassa integrazione, la mobilità o altre forme di sostegno al reddito senza chiedere a colui che la percepisce (in alcuni casi per decenni) un minimo di attività sociale a disposizione di dei comuni, visto che la crisi produce tagli sui servizi sociali? Ad un reddito percepito deve comunque corrispondere anche se minima una prestazione.
Le privatizzazioni si possono fare a due condizioni primo che non siano svendite come ha fatto il governo Prodi e secondo che non siano asset strategici per il paese.

CANZANO 5- I sindacati, Renzi, il Pd, Berlusconi, il sistema bancario, la Chiesa, sono tutti complici e  responsabili, del massacro del popoli italiano?
GIULIANO - In  un sistema democratico nel bene e nel male il popolo ne è sempre complice, sia chi vota come chi non vota, certo i cambi peggiorativi alla legge elettorale non sono un buon presagio per il Paese. La falsa rivoluzione mediatica giudiziaria del 1992 chiamata eufemisticamente “Mani Pulite” ha liquidato nel bene e nel male una classe dirigente che aveva senso dello  Stato e del bene comune, a distruggere bastono minuti a costruire servono anni  e anni. Certamente la forma partito in generale si è involuta, i sindacati sono rimasti ottocenteschi  e bifronti (con un piede danno servizi pagati dallo stato e con l’altro piede vogliono fare la rivoluzione), le banche svolgono un ruolo che non sempre è sotto il controllo democratico dello stato e c’è una invasione di campo della magistratura  che è uno dei pericoli per la democrazia: la loro irresponsabilità dei loro sbagli, e la mancata divisione delle carriere tra pubblica accusa e magistratura giudicante. Altro aspetto da non sottovalutare è il ruolo della finanza mondiale che non è ad oggi soggetta a nessuna regola e controllo internazionale, inoltre le banche centrali  hanno un conflitto di interessi che sono diventate private e possedute da coloro che dovrebbero controllare. La moneta deve essere coniata dal governo europeo o nazionale e le banche centrali devono ritornare ad essere pubbliche. A Renzi oggi non c’è alternativa con tutti i rischi del momento, anzi vedo in queste ultime battute uno scontro nel PD che è veramente di potere fine a se stesso, tra il vecchio e il nuovo, si utilizza la Cgil per contrastare una politica votata dentro la direzione del loro partito e poi si accusa Renzi di essere stato messo li dai poteri forti, per cui da un lato si delegittima il loro stesso partito, dall’altro l’accusa di essere Renzi legato ai poteri forti, la fanno i vecchi ex PCI o del sindacato graziati da Mani Pulite perché ritenuti sostenitori dei veri poteri forti a cui hanno ceduto l’economia del Paese.
Il papa Borgoglio credo che sia l’unica vera novità in una paese senza valori e abbandonato da una classe politica autoreferenziale. Da laico e da cristiano  credo che in una vita senza valori umani e/o spirituali, saremmo delle bestie e non uomini, la stessa economia ha un senso solo se nei suoi fini è ispirata a valori umani e spirituali e dunque crea benessere.
Per concludere se siamo massacrati la colpa è di noi stessi che lo abbiamo permesso.

Biografia
Nasce a Catania nel 1956, si laurea in sociologia e per 16 anni fa vita sindacale nella Fillea Cgil del Lazio fino diventarne il segretario generale, milita fin da giovane nel PSI e nel 2003 diviene segretario romano del Nuovo PSI. Diventa giornalista scrivendo sull’Avanti. Ha scritto vari libri sulle tematiche sindacali, e politiche “Cosi parlo la sinistra” “Tra passato e futuro” “la Goccia Rossa sul tappeto nero”




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Giovanna Canzano - © - 2014