venerdì 20 novembre 2015

CARLO MORGANTI

Carlo Morganti

Caffè Greco
via dei Condotti
ROMA
16 novembre 2015


 Giovanna Canzano - Carlo Morganti

   Il 16 novembre 2015 l’Avv. Carlo Morganti, Vice Presidente della Presidenza Onoraria del Movimento Sociale Fiamma Tricolore e Presidente del Collegio Culturale del medesimo Movimento  politico, dopo aver informato  i Membri sia della Presidenza Onoraria che del Collegio Culturale dell’incontro nello Storico Caffè Greco in Roma, è stato intervistato, nel detto storico Caffè, dalla Dott.ssa Giovanna Canzano, Membro del Collegio Cultuale, sul Tema: - “ Art. XII delle Disposizioni Transitorie e Finali della Costituzione della Repubblica Italiana e il Deterioramento dell’attuale Politica italiana portatrice di morte italica” .
                    Nell’intervista svoltasi per circa  un’ora, dalle 15,30 alle 16,30 ,  l’Avv. Morganti ha risposto  alle domande rivoltegli dalla Dott.ssa Canzano ed il contenuto del dialogo  si può riassumere come segue.
                     L’art.XII delle Disposizioni Transitorie e Finali della Costituzione della Repubblica Italiana, ritenuto vincolato al Trattato di Pace del 10 febbraio 1947 , in realtà, per il lungo tempo trascorso dalla sua formulazione, può ora considerarsi, in modo autonomo, privo di ogni efficacia, come pure le Leggi di attuazione al riguardo, senz’altro con riflessi positivi sulla situazione politica contemporanea.
                    L’intervista ha toccato anche gli ultimi tristi eventi relativi all’attacco terroristico verificatosi in Parigi ove hanno perso la vita numerosissimi cittadini francesi e questi avvenimenti sono  stati considerati dall’intervistato come una conseguenza di quel lassismo, che ha colpito non solo l’Italia, ma tutti i Paesi europei, divenuti deboli proprio perché allontanatasi dai valori sociali ed organizzativi.
                    Il detto art. XII vieta sì la ricostituzione di un partito, ma tale divieto viene fraudolentemente esteso alla manifestazione del pensiero depositario di benefici morali, sociali ed organizzativi a favore  delle popolazioni italiane, con riflessi europei.
                    Divieto alla divulgazione del pensiero, che la detta norma non contiene specie nella considerazione, contenuta nella stessa norma, la quale, allo scadere dei cinque anni dalla promulgazione della Costituzione repubblicana, permette, ai personaggi politici del periodo anteguerra, la candidatura elettiva ed ora siamo ad oltre settanta anni da quella promulgazione avvenuta per giunta sotto l’influsso della invadente  occupazione straniera.
                    Il disconoscimento di tali valori ha oscurato il pensiero italiano e di riflesso quello di tutto  il continente europeo, rendendolo imbelle ed alla mercè non solo dei terroristi, ma dell’intrigo internazionale, che alimenta caos e stragi tra le popolazioni di fede islamica e le popolazioni di fede cristiana cattolica Romana, il tutto a vantaggio di poteri occulti ad attuazione di oscure finalità.
                    L’intervista ha avuto un commento positivo da parte del Segretario Nazionale del  Movimento Sociale Fiamma Tricolore, Attilio Carelli, con le seguenti positive espressioni: - “Saluto nel suo Presidente, Avv.Carlo Morganti, questo Collegio Culturale, che svolge un compito cruciale per l’approfondimento dei temi  fondanti della nostra essenza Ideale, coinvolgendo uomini di pensiero appartenenti alla nostra Area.
                  
                   Auguro, altresì, venga gettata la base per la formazione di quella < Scuola di Partito > così urgentemente richiesta da quanti ne conoscono e pregiano l’utilità per la continuazione vittoriosa della nostra battaglia. Ad Malora ! Attilio CarelliS.N.F.T. “
                   L’intera intervista viene programmata sulla rete internet per la sua più larga diffusone.

Avv.Carlo Morganti
Vuce Presidente della Presidenza Onoraria e
Presidente del Collegio Culturale di F.T.

martedì 17 novembre 2015

ISIS ISLAM OCCIDENTE, E POI?

  
Venerdì 13 novembre 2015
ISIS  ISLAM OCCIDENTE, E POI?
Punti di vista di intellettuali e politici dopo gli attentati di Parigi.
16 novembre 2015

 di Giovanna Canzano

Forse sono sconvolta, forse rassegnata. Ma purtroppo  quello che posso fare, è di sentire autorevoli esponenti del mondo della cultura e mondo politico, i loro pareri sui fatti di Parigi del 13 novembre 2015, e, insieme a loro, cerco di capire qualcosa di più, qualcosa che tutti hanno detto, chi in modo timido chi urlando, che, c’è qualcosa che non comprendiamo, nessuno si sa spiegare i motivi di tanta violenza, e, perchè si vuole inculcare il terrore nelle nostre vite. Spunta fuori un motivo angosciante: VENDETTA! Di cosa? Ma se i ‘cosiddetti’ terroristi agiscono in modo da non farci comprendere chi sono e da chi. Chi, l’ISIS? L’Islam? Islam no, è solo una religione pacifista. Ma allora perché i terroristi si dicharano mussulmani? E, ammazzano altri mussulmani? Ma allora, chi sono i mussulmani? Hanno due ‘facce’? o forse in molti non sanno cosa sia questa religione nata nei paesi arabi qualche secolo dopo la nascita del Cristianesimo. O, ‘persone’ senza scrupoli armano questi ragazzini, molti dei quali nati in occidente, arruolati con promesse che si realizzeranno nell’aldilà, per andare a morire (kamikaze), o portare la morte ad altri. Tutti ci chiediamo: chi è la mente che ha creato tutto ciò? Ecco, questo lo chiediamo agli intervistati.
Prima di leggere i vari commenti, voglio riportare la e-mail di una carissima amica, scrittrice che conosce bene quei posti, per averci vissuto per tanti anni, ma che per motivi di sicurezza personale, non vuole che io faccio il suo nome, e io, rispetto la sua volontà:

“Mi sono sentita per anni un'inutile Casandra. Poi quando uscì il libro della Fallaci mi era sembrato di aver trovato un'anima gemella. Il fatto di aver vissuto per tanti anni in un paese mediorientale mi ha aperto gli occhi e fatto capire molte cose. L'integrazione tra queste due civiltà  è  difficile se non impossibile. Avviene quando si tratta di pochissimi individui in un mondo occidentale. In questo caso si adeguano ovvero si camuffano fin quando fa loro comodo. Da notare che ho amici musulmani con i quali ho dialogato e ottenuto aiuto durante la guerra civile; presi individualmente sanno essere gentili, disponibili, colti e simpatici. Il problema avviene sempre quando si fa leva sulle masse non sempre ignoranti, spesso si tratta di gente laureata e super colta che diventa sorda e cieca quando si tratta di una religione sulla quale non esiste discussione  alcuna. Sono sempre stata contro questa migrazione selvaggia vista da me come una conquista. Mandare avanti donne, che per loro non hanno peso, e bambini è stato un modo per intenerire l'occidente. Ma nessuno si è  mai chiesto quanti di loro fossero veri profughi, soprattutto chi veniva da paesi non in guerra...non è  mancanza di carità  la mia ma lucidità per una situazione già vissuta.
Vorrei che questo mio commento, se utilizzato, rimanga anonimo. Spero di non chiedere troppo. Un caro saluto”

FOAD AODI
A nome della comunità del mondo arabo in Italia il presidente Prof. Foad Aodi esprime la solidarietà al popolo francese ed alla francia per il gravissimo attacco ed attentato a Parigi e condanna ogni forma di violenza e terrorismo e razzismo.
Bisogno continuare ad impegnarsi nel dialogo inter-religioso e a favore della Pace.

DARIO DIMITRI BUFFA
L'islam moderato in pratica non esiste. Esistono brave persone, tantissime, di fede mussulmana. E se è vero che non tutti gli islamici sono terroristi e' altrettanto vero che tutti i terroristi sono islamici. E questa parola va pronunziata senza remore boldriniane. Punto. A la guerre comme a la guerre.

VITO BRUSCHINI
L’IS A PARIGI L’efferata strage di stampo terroristico, condotta da una cellula yemenita di Al Qaeda contro la redazione del giornale satirico Charlie Hebdo, nel gennaio di quest’anno, dopo una prima reazione di indignazione da parte della comunità internazionale, non mi risulta che abbia portato a nessuna concreta controffensiva. Oggi è l’IS, secondo la stessa dichiarazione dei responsabili del Califfato, ad assumersi la responsabilità degli attentati parigini. A parte qualche svolazzo di droni che hanno fatto fuori alcune postazioni dello Stato Islamico e soprattutto aver spedito nel mondo delle huri quel boia di Jihadi John, niente di decisivo è stato organizzato da parte delle nazioni occidentali. Speriamo che questa volta il peso delle stragi sia sufficientemente indigesto così da far decidere gli stati occidentali, compresa la Russia di Putin, a mettere fine all’avventura del Califfato. Ma esiste questa unitarietà d’intenti da parte delle nazioni? Oppure gli interessi in campo sono troppo divergenti, tra americani, francesi, israeliani e russi? Scommettiamo che anche questa volta non accadrà niente di risolutivo? (Naturalmente spero ardentemente di perdere la scommessa).

ANTONIO CARACCIOLO
Sui fatti di Parigi sappiamo solo ciò che ci viene detto.
Esiste ormai una lunga tradizione di false flag ed è perciò prudente non lasciarsi andare in giudizi affrettati, fatta sempre e comunque salva la pietà per le vittime innocenti ed espressa a chiare lettere tutta la solidarietà possibile.
 Intanto, guarda caso, l’attentato si svolge il giorno prima della visita del presidente iraniano in Italia e poi in Francia. Guarda caso, un analogo sanguinoso attentato in Libano contro Hizbollah passa in completo silenzio sui media nostrani. Le scene di sangue e di morti ammazzati che giungono dalla Francia ci terrorizzano e lasciano sgomenti, ma noi li percepiamo solo ora come un fatto straordinario, che ci tocca direttamente, mentre scene ancora più terribili costituiscono da decenni l’ordinarietà della vita quotidiana della gente in Iraq, in Libia, in Afghanistan, in Siria… Tutti Paesi che noi - o meglio i nostri governi - siamo andati a devastare… Non so come dirlo senza scatenare prevedibili reazioni e speculazioni: non possiamo accorgerci del dolore e della sofferenza solo quando tocca a noi; dobbiamo sentire l’Umanità come una sola, quando chiunque nel mondo subisce ciò che anche noi oggi proviamo.
Detto questo, ed espressa la più assoluta condanna per gli attentatori omicidi, chiunque essi siano, resta il problema politico di un Nemico che è stato da Tutti chiaramente individuato, cioè l’ISIS, ma che anziché essere da Tutti unitariamente combattuto, viene invece usato strumentalmente da Usa e Israele, soprattutto, ma con il supporto determinante di Arabia Saudita e Turchia, per ottenere un cambio di regime in Siria, dove il legittimo presidente Assad ha il grave torto di non voler accettare il trattamento clisterico inflitto a Geddafi…
Ci sono già segnali di gravi restringimenti delle nostre libertà costituzionali: sembrerebbe che questo sia il vero obiettivo dei governi di Francia, Italia e altri a venire. Occorre che i cittadini europei stiano all’erta non contro l’ISIS - faccenda tutta militare da concludere in Siria/Iraq -, ma contro le tentazioni illiberali del propri governi nel proprio Paese. Occorre che i cittadini imparino a scendere in piazza come popolo sovrano e non come marionette convocate dai media di regime.

DELIA CIPULLO
Ciò che accade a Parigi in queste ore è il segno che l'Europa, senza scendere a patti, non ha difese contro la barbarie di queste cellule impazzite che hanno come disegno quello di prevalere sull'occidente col sangue. Oggi più che mai, è scontato ma occorre fissarlo come obiettivo da non abbandonare, servirebbe la pace in Medio Oriente, chiaramente.  E poi la collaborazione piena dei paesi arabi moderati, che facciano terra bruciata intorno ai terroristi. Difficile. Ammetterlo ma questa attività veniva egregiamente svolta dalle dittature esistenti prima della primavera araba. In queste ore viene però a tutti noi - che mai come in questi casi abbiamo bisogno di esprimerci, di dar sfogo alle nostre paure per elaborarle -  come si possa accettare che due kamikaze si lascino esplodere nei pressi di uno stadio in una delle Capitali europee più esposte, vittima meno di un anno fa di un'altra aggressione terroristica gravissima, senza che la rete di intelligence si accorga di alcunché. A pochi giorni dall'inizio del Giubileo dovrebbero essere intensificare le attività di intelligence interna ed esterna. Diversamente, la sensazione è che non ci si possa difendere da una guerra attraverso il controllo delle frontiere o le leggi speciali. Quelle di ieri a Parigi sono state operazioni militari organizzate che richiedono una risposta intelligente prima e forte dopo. Siamo tutti francesi oggi ma una nuova passeggiata sui Boulevard di un milione di persone e decine di capi di Stato non ci farà avere la meglio su questo nemico spregiudicato e sanguinario e le povere vittime del nostro 11 settembre si moltiplicheranno inevitabilmente nei mesi a venire, cadute per mano di un nemico ormai non più invisibile che intende offendere, prima che degli uomini, la loro cultura.

MARIANGELA CIRRINCIONE – STEFANO ZECCHINELLI
Sicuramente è ancora molto presto per dare delle chiavi di lettura credibili riguardo la nuova strage di Parigi, qualcosa però sentiamo di poterla anticipare in attesa di conoscere di più. Intanto ancora una volta sono esplicative le reazioni dei governanti europei, determinanti al fine di comprendere dove vada o voglia andare l'Occidente. Queste reazioni tuttavia sembrano essere le battute di un copione già scritto, le parti “per stare al mondo”, politicamente correttissime, condite di lacrima e vidimate dal “potere”.
Sui giornali italiani e dalla televisione di Stato, come del resto nel resto dell'Europa, non abbiamo letto o udito, per ora, nulla di importante, nessuna posizione politica forte ed indipendentista, ma solo e soltanto lisciate di pelo di quel certo “potere” di cui ci accingiamo a dire. Non vi è infatti alcuno sforzo, non vi è alcuna tensione verso la verità, alcun tentativo di fuggire la menzogna da parte dei professionisti della notizia e degli stessi politici, eletti in quanto interpreti migliori delle dinamiche sociali e politiche e quindi potenzialmente scelti perché in grado di costruire un mondo altrettanto “migliore”.
Non una parola sulla responsabilità dell’Occidente nell’armare i terroristi di Daesh ed Al Nusra contro la Libia popolare di Gheddafi e la Siria baathista. Non una parola sulle responsabilità dell'Occidente per i morti in Medio Oriente, i morti in Crimea, a Beslan, e per questi morti. Non una parola sulla verità della responsabilità, ma solo coretti confermanti menzogne, come nel più crudele pirandelliano “gioco delle parti”.
Hollande, ad esempio, è forse disposto a fare il mea culpa per aver subordinato la politica francese a quella del “regime cliente” di Casa Saud? Hollande, o chi per lui grida colpevolmente ad un terrorismo di matrice prettamente confessionale, ci sta forse dicendo che c'è terrorismo e terrorismo? Non è forse il “regime cliente” della monarchia saudita ad appoggiare quello di Stato contro gli sciiti nello Yemen? Non è forse terrorismo questo? Perché la Francia ha armato ed arma questi criminali?
L’attentato di oggi crediamo sia figlio proprio della sconsiderata politica estera – usiamo un termine chiaro: imperialista! – francese. Questo è il nostro punto di partenza.
Le ipotesi sui fatti di Parigi, complessivamente, possono essere due:
(1) si tratta di una operazione di “falsa bandiera”, alla stregua dell'11 settembre nel senso di come bene stamane ha scritto Maurizio Blondet, e se così fosse presto ci saranno messaggi minacciosi verso Siria ed Iran.
(2) è un vero attentato jihadista figlio di quel capitalismo islamista made in Casa Saud e bellamente foraggiato dall’Occidente. In questo caso avrebbe pienamente ragione il presidente siriano Bashar Al Assad nel dire: «ora voi europei sapete cosa proviamo noi siriani da cinque anni». La guerra apparentemente senza senso, ma con uno scopo preciso, il caos organizzato per delegittimare i governi democraticamente eletti ed “espropriare” i popoli della loro sovranità, oltre che della loro “dignità”..
Mentre tutti oggi sono indignati e le bandiere sono a mezz'asta e l'Europa a lutto – giustamente! –  nessuno spende una parola sull’orrendo attentato fatto dall’ISIS nella periferia di Beirut, contro un quartiere popolato da sciiti. Perché in Occidente ci sono morti più morti degli altri. Tutto ciò è esplicativo della profonda ideologia – a volere usare un termine da truffa linguistica delle etichette – “razzista” delle élites europee dell'antiterrorismo a gettoni, della pace alle dollaro-condizioni che è  pace ma non troppo.
Cosa accade intanto nell'Occidente per eccellenza campione di democrazia? Si prepara il ritorno dei neoconservatori: Obama zimbello della lobby guerrafondaia ha già fallito e il clan dei Bush è già sul piede di guerra. Domani ci sarà di nuovo il G-20 in Turchia ed Erdogan, uomo allineatissimo ai neocon Usa, è padrone di casa. Che cosa diranno? Cosa pianificheranno? Il responso è ancora molto incerto. Nelle prossime ore capiremo qualcosa di più, ma intanto non possiamo che ribadire che prima di decidere dove andare, ciò  che l'Occidente debba rivedere è certamente il suo rapporto con la verità.

ALESSANDRA COLLA
Il terrore che ha devastato Parigi la notte scorsa dimostra l’incapacità di leggere correttamente i fatti dell’11 settembre 2001: si preferisce continuare a guardare il dito dell’attentato invece di esaminare la luna immensa che vi sta dietro — la luna degli attacchi subito scatenati dagli Stati Uniti prima contro l’Afghanistan (2001) e poi contro l’Iraq (2003), con la destabilizzazione di quelle aree e la compromissione degli equilibri geopolitici di tutto il pianeta. Volenti o nolenti, è necessario rendersi conto che il terrore targato Isis non è un fungo velenoso spuntato dalla sera alla mattina per gettare nello sconcerto le anime belle: l’Isis ha radici profonde che originano dal rifiuto di dialogare con la galassia islamica, insieme all’accettazione supina di una vulgata ideologica propagandata dagli unici che hanno tutto l’interesse a impiantarsi nel cuore del Medio Oriente per controllarlo; e sono radici nate in quel 2001, quando il crollo delle Twin Towers piantò l’ultimo chiodo sulla bara del mondo libero.
L’Isis non è l’islam. L’Isis è quello che gli islamofobi credono che sia l’islam: e poiché non c’è miglior strumento di dominio che la paura, ecco pronta la Paura Perfetta per l’Occidente, ben confezionata nel suo packaging concettuale e messa a punto là dove da lustri si lavora per costruire il nuovo secolo americano.

FEDERICO DAL CORTIVO
Le notizie che stanno circolando sui principali media indicano la solita pista dell'Isis, dopo la strage di Parigi, se fosse confermata allora credo che bisognerebbe andare oltre e fare i nomi dei mandanti. Un operazione come quella condotta nella capitale francese, è stata preparata e organizzata non da dilettanti fanatici, che poi alla fine sono la bassa manovalanza, ma a mio avviso da centrali d’intelligence, che da tempo tirano i fili dei burattini dell’Isis. Dietro a questa sigla che oramai nell’immaginario collettivo ha preso il posto dil Al-Qaida, ci sono i servizi statunitensi, sauditi, turchi, israeliani.
 Se fosse acclarato che si tratta di cellule dell’Isis, il governo francese dovrebbe chiedere conto ai governi di quelle nazioni, i servizi segreti francesi certamente sanno, bisogna vedere se Hollande avrà il coraggio di indicare i mandanti, perchè lo ripeto, Isis, Al-Qaida, sono figli degli stessi padri, creati per rovesciare governi legittimi, come quello del Presidente siriano o destabilizzare intere aree o stati. Resta da capire perchè si sia voluto punire la Francia, perchè di punizione si tratta, nonostante faccia parte dello schieramento occidentale, che forse comincia a scricchiolare dopo l’intervento russo in Siria e le sanzioni imposte da Washington alla Russia, che stanno danneggiando solo l’Europa. Il terrore e le emergenze sono elementi fondamentali quando si vuole ricompattare le file contro un nemico, e varare leggi liberticide con la scusa della sicurezza interna, imbavagliando così ogni possibile opposizione, il Patriot Act negli Stati Uniti dopo l’auto attentato dell’11 settembre è emblematico.

ALEXANDR DUGIN
Gli Stati Uniti manipolano i terroristi islamici, la guerra in Europa è cominciata.

STEFANO FABEI
La Francia e l'Occidente raccolgono quello che hanno seminato!

ENRICO GALOPPINI
Quello che sta accadendo in Europa è un film già visto in Italia con la "strategia della tensione".
Siccome nella stessa Europa esistono forze contrastanti - e cioè non è vero che tutta la classe dirigente vuole lo scontro con la Russia e l'Iran - ecco che i nostri "alleati" ci riservano questo trattamento, per "consigliarci" la scelta giusta.
E nel frattempo, ne approfittano, con la scusa dello "stato d'emergenza", per far digerire di tutto e di più.
Tanto, c'è "il terrorismo"!

TOUHAMI GARNAOUI
Attacco alla democrazia, ai nostri valori, all’umanità! L’emozione est portata alle stelle. Come dopo l’attentato dell’undici settembre.
Bandiere a mezz’asta sui palazzi dei governi occidentali, si parla dell’apertura di un nuovo Guantanamo. Come dopo l’attentato dell’undici settembre.
Si è parlato immediatamente di ritrovamento di alcuni passaporti come prova intangibile della matrice dell’attentato. Come dopo l’attentato dell’undici settembre.
Si è puntato immediatamente il dito contro la matrice jihadista di Daech, a tutt’oggi finanziato dalle monarchie arabe, addestrato, armato, e assistito da Turchia, Israele, Occidente. Come dopo l’attentato dell’undici settembre, si era puntato immediatamente il dito  contro la matrice jihadista di Al-Qaeda, creazione dell’Occidente per combattere l’esercito rosso in Afghanistan.
Subito si è trovato il capro espiatore. Non è più il mullah Omar di Qabul, è la volta del dittatore Bachar Assad di Damasco.
Oggi come allora, come dopo ogni attentato, ci si chiede cosa sapevano i potentissimi servizi segreti occidentali, ormai capaci di vedere un ago in un pagliaio a mezzanotte.
Concludo osservando l’estrema pericolosità della prima dichiarazione di Hollande quando dice: “Quello che è successo è un atto di guerra e di fronte alla guerra, il paese deve prendere le decisioni appropriate. (La Francia) agirà con tutti i mezzi nell’ambito del diritto, tutti i mezzi che convengono, e su tutti i terreni, interni come quelli esterni, in concertazione con i propri alleati, che sono, essi stessi oggetto di mira di questa minaccia terroristica”.
Sembrano le parole di G.W. Bush dopo l’attento dell’undici settembre annunciando all’umanità una guerra lunga, chiedendo sacrifici e promettendo la vittoria, con tono magari più freddo. Non si è capito a cosa servono ancora le Nazioni Unite e, soprattutto, la vittoria di chi contro chi.

CARLO GAMBESCIA
A brigante, brigante e mezzo…
I tragici fatti  di  venerdì  sera, ultimi di una catena di attentati anche in Medio Oriente,  impongono una riposta forte, come quella degli Stati Uniti dopo l’11 Settembre. Con  una variante: contro le basi nemiche vanno usate armi non convenzionali, in particolare, pensiamo al pendant tattico.  
Il nemico si può sconfiggere solo usando una forza militare superiore, che abbia due finalità in ordine scalare: 1) la deterrenza, che necessita però  di una minaccia, fondata sull’esempio di un precedente durissimo, meglio se terrificante; 2) la soppressione del nemico stesso, quando proprio non vuole capire, mediante l’annichilimento militare.    
Tradotto: a brigante, brigante e mezzo.  Occorre  però  una grande alleanza politico-militare, come contro Hitler, che dovrebbe scattare subito. Anche perché, forse, siamo  già oltre il riarmo della Renania (1936)…  Ne sarà capace la Francia, che pure dispone della triade?  E la belante Europa?  Che già, dopo poche ore, stando alle varie dichiarazioni, rispolvera il solito prudente approccio diplomatico, pedagogico  e poliziesco: ambasciatori  di buoni affari,  maestri e galera...  Sugli Stati Uniti di Obama - che pure potrebbero - sospendiamo il giudizio. Inoltre Cameron non è Churchill ma neppure Margaret Thatcher.  Putin, invece, avrà sicuramente già preso in considerazione l' ipotesi.  Ma è isolato. Quanto alla Francia siamo pessimisti.  De Gaulle, avrebbe agito già da tempo, altro che Hollande... Anche per evitare - non stiamo ironizzando  - derive OAS.  L’inevitabile,  fai da te… La guerra civile…  Ovviamente sul suolo francese.  Ma sarebbe solo l'inizio.  Hobbes docet.

DORIANA GORACCI
Hollande decreta lo stato d'emergenza e chiude le frontiere e io che faccio chiudo Facebook e me ne vado a letto?
E' un incubo e magari se lo condivido non cambia niente ma mi sento più sollevata o carico di affanno e ansia altra gente? Sembra sempre più vicino l' attentato, quelle notizie mostruose a cui siamo assuefatte anche noi donne, che leggiamo di tante donne saltate in aria al mercato magari in Afghanistan o da altre parti del mondo che in alcuni paesi del viterbese dove vivo, neanche ne sanno l' esistenza. Ma perchè io sono così ferrata in geografia, in politica in economia ...? E' uno sfogo da nulla il mio, non devo dare notizie, non sono una giornalista, non devo dare opinioni non sono una opinionista non mi paga nessuno eppure non mi sento libera, eppure non mi sento in pace eppure siamo in guerra. Mia figlia stasera mi ha telefonato dalla Francia e mi ha detto "mamma hai saputo?" E come li rincuoro io i miei figlie e nipoti che hanno trovato lavoro emigrando fuori, come possono rassicurarmi loro? Eppure dobbiamo ritrovare un senso a questa nostra esistenza ed è atroce chiudere la giornata e la pagina sapendo che neanche sappiamo quante persone sono morte in una serata di novembre, a Parigi, che a per stare a casa c'è sempre tempo... Era a maggio del 2014 che in Francia simulavano un attacco terroristico.

MARCO IACONA
Siamo sotto attacco. Dev'essere chiaro a tutti. Chi viene attaccato deve difendersi. E deve fare in modo che chi offende non sia messo nelle condizioni di reiterare le proprie azioni. Ciò che papa Francesco va ripetendo lo penso già da tempo. La prima guerra mondiale fu di trincea, la seconda una guerra che coinvolse civili e popolazioni. Una guerra totale. La terza, quella che (non) stiamo combattendo, è una guerra terroristica. Prima al Qaeda, adesso lo Stato islamico, gli obiettivi non sono militari, anzi tutt'altro. Ai terroristi, in questa fase, interessa scatenare il panico, seminare insicurezza, reclutare aderenti. Si attaccano i simboli dell'Occidente, quelli che hanno reso questa parte di mondo ciò che in realtà è. Una porzione di umanità libera e con un notevole grado di benessere. Inutile nasconderlo siamo anche rosi dai "sensi di colpa". Da decenni alcuni occidentali hanno talento nell'arte di battersi il petto per recitare il "mea culpa". D'accoro. tutte le responsabilità che vogliamo, compresa quella di fidarci troppo dell'attuale amministrazione Usa e di esserci appiattiti sulla politica di Israele. Inclusa quella di sentirci finiti, secondo certe filosofie ultranichiliste. Ma la prima cosa da fare è pensare seriamente a difenderci. Prima dai nemici e poi se è il caso da noi stessi.

ANGELA LANO
Dal 2011, gruppi qaedisti (di cui l'ISIS fa parte), sono stati pesantemente armati, addestrati, finanziati da Europa-Usa (e alleati turco-arabi) per abbattere regimi e dittature non funzionali all'Impero (perché quelli funzionali, come l'Arabia Saudita, sono tenuti in gran conto).
Questi gruppi hanno contribuito a devastare Libia, Siria, Iraq e altri Stati.
Gruppi qaedisti, armati e addestrati da Europa-USA-Turchia-Qatar-Arabia Saudita e alleati della Nato, sono passati dalla Libia alla Siria. Ci sono testimonianze, documenti, foto e sono stati pure chiamati "eroi".
Solo ora media e leader politici scoprono che esistono?
Hanno armi e "know-how" a sufficienza per fare ciò che vogliono fare. E sempre pro domo dell'Impero trasversale occidento-arabo.
Sono stati appoggiati fino a ieri; gli Usa fanno finta di combatterli; hanno sostenuto in tutti i modi il traffico (tratta) di immigrati e profughi verso l'Europa, tra i quali con molte probabilità combattenti dell'ISIS; fanno distinzione, ridicola, tra qaedisti moderati e qaedisti cattivi in Siria; se la prendono con la Russia che li bombarda; insomma, li trattano da "alleati", cioè asset. E ora gridano al terrorismo?
Attentati come quelli di Parigi, eseguiti da un gruppetto di terroristi e con relativamente poche armi, rappresentano una nuova frontiera del terrorismo, esportato dal Medio Oriente in fiamme da decenni. Chiunque, tecnicamente, può realizzarli.
Non si tratta più di grandi organizzazioni che agiscono, ma di "cellule" che, giunte dall'esterno o risvegliate dall'interno, dopo l'ordine ricevuto o l'auto-decisione e il "patto di alleanza" con il gruppo qaedista, si attivano.
E sono, a mio avviso, incontrollabili. 
Chi compie questi attentati ha una base dottrinale wahhabita neo-salafita esportata dall'Arabia Saudita e molto diffusa anche in Europa (in Italia è molto trendy). Il problema è che le nostre istituzioni, che sanno, tacciono e lasciano fare. E perché? Perché il neo-salafismo jihadista è funzionale ai piani imperiali.

MARIA GABRIELLA LAVORGNA
Quando accadono eventi terribili in ogni parte del mondo di violenza inaudita, davanti ai quali ci sentiamo impotenti, molti restano nel silenzio attoniti. Si susseguono reazioni di paura, rabbia, odio, vendetta, minacce e disperazione. Poi arriva il momento delle riflessioni di cosa possiamo fare da soli e comunque ipotizzare possibili soluzioni per attuare strategie di Pace. Ed ecco che, per quanto sia difficile, dobbiamo avere la consapevolezza che proprio nei momenti più tragici restare con la mente ferma e il cuore aperto, fa una gran differenza. “Paura”, emozione compulsiva del genere umano come riflesso difensivo in situazioni di pericolo, può provocare effetti devastanti. Il terrorismo scommette sempre sulla paura. Non solo la paura che diffonde nella società, ma la politica della paura con cui lo stato reagisce. Affermava Gandhi che la non-paura produce prima o poi non-violenza (“ahimsa”= innocenza, nel senso letterale di non nuocere). È nei momenti di paura che diventa ancora più importante restare vigili e critici, per non lasciare che atteggiamenti di qualunquismo e manipolazione prendano il sopravvento. Perchè è in questi momenti che siamo chiamati a risplendere in tutta la nostra luce e a dare il meglio di chi siamo, in ogni pensiero e singolo gesto per noi stessi e per il mondo. Cambiando se stessi, cambierà il mondo che ci circonda e la sua vibrazione.

RICCARDO LUCARELLI
MA CHE COLPA ABBIAMO NOI, SE NON SIAMO COME VOI!
Il massacro di Parigi, mi rimanda direttamente all’esortazione apostolica “Ecclesia in Europa” di San Giovanni Paolo II in cui invitava i cattolici d´Europa a «svegliarsi e rinvigorire ciò che sta per morire»  e dà   le istruzioni perché «promuovano un nuovo annuncio del Vangelo».  "Non si tagliano le radici dalle quali si è nati": lo dice in polacco, alla fine della preghiera domenicale, improvvisando dalla finestra di piazza san Pietro.
La nuova Costituzione europea ha rinunciato alla sua identità culturale, gli elementi che definiscono l'Europa come tale: le radici cristiane e l'eredità greco-romane. Si è preferito dar credito  ad un'Europa giacobina dei valori cari all'Illuminismo alla rivoluzione francese.  Tutto quello che dopo è venuto ha avuto il battesimo simbolico con questo tragico presupposto !
Questo è il momento del raccoglimento e della partecipazione al dolore dei francesi, ma subito dopo prendere le distanze da tutti quelli che soffiano sul fuoco contro Israele e lo vorrebero isolato; da tutti quelli ossessionati dal complottismo GChiesa style; da tutti i laicisti di Laicolandia e i finti progressisti con il doggiornali e tv per propinarci inverosimili distinguo pur di non ammettere di aver avuto torto! ma del multiculturalismo; dalla bella Europa socialista impegnata oggi a marchiare i prodotti israeliani. Su tutto, una pietra sopra chi intervista Imam sui giornali e tv per propinarci inverosimili distinguo pur di non ammettere di avere avuto torto!

GIOVANNI LUIGI MANCO
L'Europa del Rinascimento, di Bruno, dell'Illuminismo, di Voltaire è ormai lontana anni luce da noi. Oggi è terra di vigliacchieria e violenza camuffata da buonismo.
Come non ricordare la risposta all'assassinio di Theo Van Gogh, regista del cortometraggio “Submission” sull'oppressione delle donne nei paesi islamici? Tutti i festival cinematografici si sono rifiutati di proiettare la sua opera.
La risposta al massacro dei giornalisti di “Charlie Hedbo”: le vignette (intelligenti e ironiche) avrebbero offeso la religione islamica.
La decisione del Governo britannico di occultare nei musei i quadri che raffigurano Maometto, sia pure in modo non offensivo.
Il silenzio sulla decapitazione di un dirigente industriale davanti ad uno stabilimento di Lione.
La scuola italiana che interdisce la visita della mostra di Chagall per due crocifissi che disturberebbero la sensibilità di alcuni allievi islamici.
Tutto in fumo il sangue dei martiri per la liberazione dell'Europa dall'oppressione religiosa? Si ricomincia da zero?
Le religioni rivelate sono tutte intrensecamente violente, non possono non esserlo veicolando la “verità assoluta”, la legge inviolabile di Dio. Violenza inevitabilmente esercitata potendo contare sulla “credula pazzia” degli adepti. Come si può ignorarlo? La storia non insegna niente?
Ma, diciamo la verità, il fondamentalismo è solo un aspetto, o meglio il braccio armato, della rabbia del mondo islamico massacrato, affamato, derubato dall'Occidente. Veramente pensavamo di non dover pagare il conto delle false “primavere” arabe, dei pilotati conflitti etnici, delle aggressioni militari, delle conseguenti migrazioni forzate?
Questa non è la nostra Europa e non vogliamo essere suoi complici.
Il buonismo lasciamolo agli stolti e agli sciacalli della plutocrazia.
Noi diciamo NO!

CARLO MARCONI
La convinzione intima dell’islamico “moderato” e il progetto escatologico dell’islamismo radicale convergono: il confine dell’Islam coincide con il confine del mondo.
Se non si comprende, per non avere studiato il Corano come fonte di ispirazione e di comportamento per i “credenti”, che tutto il mondo è considerato terra islamica, in parte abitata dai musulmani ed in parte ancora abitata dagli infedeli che devono essere “aiutati” a riconoscere questa verità, non si potrà mai riuscire a comprendere quanto succede e succederà nei prossimi anni.
L’Islam è nemico totale della nostra civiltà, cristiana giudaica o laica che sia, ed il progetto già disegnato nel VII secolo della nostra era è quello di ri-portare tutta la terra sotto il dominio degli eredi di Maometto, profeta di Allah.
Con la nascita del sedicente Islamic State of Iraq and Syria, ISIS, si è compiuto un enorme salto di qualità tattico nell’ambito della strategia islamista di conquista del mondo.
Salto aiutato dalla cecità avida di vaste componenti occidentali, Usa Francia e Gran Bretagna, e dalla cecità irenista di vaste componenti di opinione, cattolici adulti e sinistre eleganti.
La guerriglia di Parigi non è operazione terroristica ma un atto di guerra inserito in una strategia di attacco globale.
Purtroppo è solo l’inizio.

MARIO MICHELE MERLINO
Semplice diretto feroce atteso. la notte di Parigi ha visto compiersi la vendetta dell'ISIS per i bombardamenti o per qualsiasi altra motivazione. Ce n'è sempre una o più a portata di mano o tastiera. Però anche pianificare più obiettivi sparare nel mucchio mai diretto contro uomini eccellenti o istituzioni. L'odio religioso verso l'Europa laica e desacralizzata; farsi saltare in aria in nome di Allah e del suo profeta quando, da noi, se uno si difende in casa dai rapinatori viene condannato e si suicida, delirio di onnipotenza verso una Europa che di potenza conosce solo l'invasiva e occhialuta presenza delle banche... il quadro appare semplice lineare, tragicamente definito. O noi o loro e, se occorre una ulteriore stretta alle libertà comunitarie identitarie antagoniste. eppure quando il quadro è troppo perfetto si ha il diritto e il dovere di temere sia un falso... e qui gli ingredienti ci sono tutti...

ENRICO MOLINARO
Nel condannare nettamente gli esecutori e soprattutto i mandanti vigliaccamente nascosti degli orribili attentati di venerdì scorso a Parigi, va rifiutato con pacata fermezza il tentativo di terrorizzare e condizionare l'opinione pubblica francese ed europea.
Esprimendo la più profonda solidarietà ai cittadini ed al governo francese, in particolare alle vittime dei vili attentati ed i loro familiari, ribadisco con convinzione il rispetto, la conoscenza e la valorizzazione delle identità collettive come strumento di comprensione e conoscenza reciproca in uno dei momenti più oscuri e difficili. Suggerisco l'idea di convocare una conferenza internazionale al fine di approfondire ed evidenziare le motivazioni politiche, ideologiche ed identitarie che spingono i mandanti dei recenti atti terroristici di apparente matrice radicale religiosa in Europa, nel Mediterraneo ed in Medio Oriente, e di concordare azioni comuni di contrasto efficace a tali tentativi di condizionamento psicologico di massa.
Gli orribili attacchi parigini proprio quando il presidente dell' Iran Rohani programma di andare in Francia? Hanno pianificato tutto in modo militare compresa la data: guerra glocalista contro le élites stataliste (Holland, Putin, Obama, Al Sisi, Rouhani, Abdallah, Renzi) che vogliono ripristinare il modello Stato-nazione in Siria e Libano nato col Códe Napoléon e sviluppato col partito statalista laico Baath di Assad (padre e figlio).
Di fatto questi attentati di matrice glocalista finiranno per ritorcersi contro chi li organizza, intensificando l'intervento militare statalista in Siria piu marcato rispetto ad oggi col manifesto sostegno del leader statalista russo Putin? Dipenderà dall'efficacia della propaganda mediatica glocalista terrorizzante sui cervelli manipolati di francesi ed europei. Siamo tutti terrorizzati, persino in Italia, non a caso gli attacchi sono stati programmati proprio nel weekend, quando l'audience dei media a tutte le età è maggiore. Ricordate il monito di Buscetta a Falcone sui mandanti manipolatori glocalisti oltre la cupola mafiosa? Menti raffinatissime! Come nel caso degli attentati glocalisti a Mombay del 2008 e 2011 x impedire l'ascesa dell'India statalista, in crescita politica economica e geostrategica, anche nel gruppo dei 5 paesi BRICS (allora senza Sudafrica).
Questi però sono colpi di coda glocalisti, a Beirut, in Turchia, in Sinai, ed ora a Parigi, perché in questo periodo l'onda statalista avanza inarrestabilmente!

CLAUDIO MUTTI
La Francia ha raccolto quello che la sua classe di governo ha seminato in questi ultimi anni, mettendo il Paese a rimorchio degli Stati Uniti e partecipando attivamente all'azione di destabilizzazione svolta nel Mediterraneo e nel Vicino Oriente dalle forze della sovversione atlantica. Parigi ha armato e sostenuto le forze eversive in Libia ed in Siria ed ha favorito un flusso migratorio incontrollato che ha esposto l'Europa alla penetrazione terroristica. Se la Francia e l'Europa vogliono davvero combattere il terrorismo, devono rovesciare in maniera decisa e radicale la linea politica seguita fino ad oggi, da una parte rivedendo i rapporti con gli Stati Uniti e coi loro alleati nel Vicino Oriente, dall'altra stabilendo un'intesa con la Russia e sostenendo il governo di Damasco e tutte le forze che in Siria e in Iraq combattono il terrorismo.

GIOVANNI PETROSILLO
Dopo l'11 Settembre gli Usa hanno invaso Afghanistan e Iraq e poi hanno finanziato, sponsorizzato e guidato le primavere arabe inseguendo volutamente il caos per mettere disordine nelle teste degli altri. Come riferisce un Generale russo, se i soldati dell'Is si muovono bene è per merito di ufficiali iracheni, i quali non si sono schierati con il Califfo per osservanza coranica ma per amor di patria perduta. Sta di fatto che ovunque l'Alleanza Atlantica metta piede per portare libertà e democrazia accade esattamente il contrario. Ovviamente, non si ammette neanche l'errore perché l'orrore è quanto meno calcolato. I disguidi fanno parte del gioco e permettono di pesare la fedeltà dei partner. Meglio la violenza generalizzata e l'instabilità diffusa che una fetta di territorio ceduta ad un vero nemico strategico o potenzialmente tale che si affaccia nel mondo multipolare. Bisogna colpire gli interessi altrui sul nascere per non rischiare di compromettere la propria proiezione egemonica. Ed infatti, se ci pensate bene, un nuovo Stato di teste calde (Is), nel cuore del Vicino Oriente, confinante con altri stati di teste calde, ognuno con la volontà di prendere il sopravvento nell'area (dalla Turchia, all'Iran, senza dimenticare Israele) non sempre disposti alla ragionevolezza - di cui gli statunitensi sono custodi, sia in senso diplomatico che militare - è un buon modo per far venire tutti a patti. Dietro questo grande guazzabuglio ci sono ottimi scenografi che non parlano le lingue del posto ma si fanno capire. Eccome si fanno capire. Anche da chi finge di non capire. Forse i francesi hanno pestato il piede sbagliato o si sono spinti dove non avrebbero dovuto. Del resto, non è un segreto che essi, insieme a turchi, inglesi, americani e sauditi hanno finanziato lo Stato Islamico. Ricontrollino le fatture dei versamenti per cercare qualche indizio dei loro guai.

ROBERTO PICCARDO
È in atto una guerra e non da oggi, ma non una guerra tra "islam" e "occidente", che se ci fosse sarebbe come, mi si passi l'iperbole, fare una partita, tra gli All Blacks e il Real Madrid. Quale fallo fischierebbe l'arbitro? Il "mani" dei neozelandesi o il passaggio in avanti dei "madrinisti"? La guerra è quella di sempre, quella geostrategica tra la potenza terrestre e quella marittima. Il "gran gioco" di Kipling in chiave contemporanea. Daesh, curdi, houti yemeniti, militari egiziani, al Nusra e molti altri, non sono che utili idioti, sanguinari e incongrui che verranno spazzati via non appena l'equilibrio oggi infranto si ricostituirà ad un altro livello fintanto che anche questo non sarà un altra volta messo in crisi. A Parigi, come già avvenne a New York, Londra e Madrid si è vissuto lo straripamento di quel conflitto che non possibile sigillare in aree lontane assorbendone solo l'immenso cascame umano dei profughi disarmati. E intanto si approfitta per ipotizzare la riduzione sistematica della piena cittadinanza dei musulmani d'Europa, cittadini o soli residenti non importa. Quinta colonna di una vaneggiata invasione, dovranno essere messi sotto tutela? diminuiti nei loro diritti civili? vuoi ristretti in ghetti strettamente sorvegliati o in lager come i 110 mila nippo-americani tra il '41 e '44? Siamo, noi musulmani 20 milioni in Europa occidentale. Chi vuole lo scontro è idiota e criminale, sia esso dei "nostri" o dei "loro". Tengano a bada tutti quanti i loro mastini da guerra; si può e si deve fare, alternativa un bagno di sangue e che Iddio ce ne scampi.

ANTONIO POCOBELLO
Sui fatti di ieri sera a Parigi ancora non mi sono fatto un pensiero chiaro e completo.
Purtroppo devo aspettare qualche notizia da cercare sulla stampa libera; di questa padronale e dei banchieri non mi fido per niente.
Ma se oggi abbiamo documentazione di come, da chi e perché furono abbattute le torre gemelle tutto ci porta, in ipotesi, agli stessi criminali soggetti.
Intanto dovremmo dire che non sarebbe lo stesso occidente che ha distrutto la Libia per interessi economici, che ha 'giocato' la sua guerra democratica in Siria con la scusa delle armi chimiche di Assad, che per molto tempo ha sostenuto ed alimentato i terroristi dell'Isis (anche solo non sostenendo chi ha voluto contrastarli realmente) per poi aver fatto finta di combatterli. Forse è ora che l'Occidente si renda conto anche di questo.
Vicini alle vittime francesi, vittime non solo di questo terrorismo ma anche delle politiche stesse di chi ha deciso e decide per loro.

GIORGIO PRINZI
Sto cercando di ordinare in maniera logica e razionale tutti gli elementi disponibili, direttamente, ma anche senza evidenza esplicita, collegati o collegabili agli avvenimenti di Parigi.
L’aspetto di maggior impatto è che ormai siamo in un clima aperto di conflitto, di quella paventata “guerra tra civiltà” – sempre che l’islam così violento e sanguinario possa venire definito civiltà – se non sotto il profilo strettamente militare di guerra aperta e totale sul campo, senza dubbio sotto il profilo dei sentimenti di massa, di un’opinione pubblica occidentale, compresa quella paciosa e “buonista” italiana, che esprime sdegno e si pronuncia con parole bellicose.
Ovviamente sono stati e sono in molti, da una parte e dall’altra, ad avere interesse a soffiare sul fuoco dello scontro frontale e del conflitto; di contro, sul fronte avverso, quello dei cosiddetti “pacifisti”, dialogatori aperti e misericordiosi, non ci si rende conto che posizioni acritiche e tetragone, senza se e senza ma, fanno il gioco, come stanno facendo in queste ore dei “guerrafondai”, ingenerando risentimento e sdegno nell’opinione pubblica non caratterizzata nei confronti di chi ha un atteggiamento possibilista, per non parlare nei confronti di coloro che sostengono ancora l’apertura di un dialogo.
In questo vedo un rischio terribile, oltre l’accelerazione verso l’allargamento dello scontro militare propriamente detto, quello dell’apertura di fronti conflittuali interni sotto forma di emergenza bellica interna non ufficialmente sancita, ma messa in atto da apparati autoreferenti di sicurezza, che ora potrebbero cominciare a contare sul sostegno della maggioranza dell’opinione pubblica e sul malessere, da tempo reale e sentito, di organi critici dello Stato, quali Forze dell’Ordine ed Militari.

OUDAY  RAMADAN
Secondo me siamo di fronte ad una tragedia immane. Il terrorismo ha colpito il cuore dell'Europa. Tutto questo è dovuto alle politiche americane che hanno destabilizzato il Vicino Oriente aprendo il tappo del nido dei calabroni. Calabroni ben finanziati dall'Arabia Saudita e ben appoggiati dai vassalli d'Europa compreso Holland. Per combattere il terrorismo, gli europei hanno una sola strada quella di collaborare con il governo della Repubblica Araba Siriana e la Federazione Russa. Ogni altra strategia è dedita ad allargare il campo d'azione di questi immondi. Gli Europei, purtroppo,  e grazie alle politiche dei loro governatori sono incapaci di affrontare persino un topo d'appartamento, figuriamoci quando si tratta di affrontare un esercito di ratti ben addestrati e finanziati.

LORENZO SALIMBENI
Di fronte alla notte di terrore vissuta da Parigi, la memoria può andare ai sommovimenti delle banlieu e possiamo pensare ad un salto di qualità della guerriglia urbana. Il problema è che fra questi due eventi lo Stato francese non ha ripensato ai limiti ed alle imperfezioni del suo modello sociale con riferimento all'integrazione, anzi, si è preferito mescolare nel torbido delle seconde e terze generazioni di immigrati privi di precisi riferimenti identitari. Da questo brodo di cultura provengono molti Foreign Fighters che sono stati strumentalizzati da Sarkozy prima e Hollande adesso per creare instabilità in Libia e in Siria in maniera funzionale agli interessi geopolitici dell'Esagono. La capacità di resistenza del presidente legittimo Assad, sostenuto da Hezbollah, Iran e finalmente dalla Russia, ha costretto a ripiegare molti di questi combattenti d'esportazione, i quali si sono sentiti abbandonati nel momento in cui cominciavano a pregustare la vittoria. Lo Stato Islamico attinge a questa manovalanza delusa e rientrata in una patria che percepisce come qualcosa di ancora più alieno da sé. Gheddafi e Assad sono stati profetici: l'apprendista stregone ha scatenato forze che gli si sono ritorte contro. Non si è trattato di un attacco ad un imprecisato ed onnicomprensivo "Occidente", bensì di una vendetta da parte di chi è stato sfruttato e poi abbandonato, trovando quindi riparo nell'ideologia e nella prassi dell'Isis, totalitaria e perciò confortante per chi è privo di identità e di punti di riferimento.

CIRO SBAILO’
Cretino, come fai a dire che l'attacco di Parigi è un segno di debolezza dello Stato islamico? E se era forte, lo Is che faceva? Cretino. Io mi sto astenendo da ogni commento, perché la cosa è troppo grossa è difficile (oltre che ovviamente orribile e dolorosa). Ma questo lo dovevo dire. Le cose si chiamano col loro nome. Oppure si tace. Cretino

AUGUSTO SINAGRA
Come sempre nella storia. Dopo avere messo a ferro e a fuoco il medio oriente con la scusa di contrastare il preteso dittatore Bashar Al Assad finanziando e armando i presunti ribelli con il solito pretesto dei diritti dell'uomo e della democrazia, hanno finanziato e armato l'ISIS che essi in realtà non combattono, e con l'aiuto di quel pidocchio di Sarkozi e con l'aiuto inglese che dal 1700 infesta nel nostro mare, hanno, con l'aggressione alla Libia, portato il terrore alla soglia di casa nostra. Più terrore e più disordine proviene dal medio oriente in Europa, più aumentano i guadagni dei banchieri americani e della finanza internazionale. Che Dio benedica Vladimir Putin e lo conservi per la Russia e per tutti noi. L'Italia dal 1943 non conta più niente e siamo arrivati al punto che necessitiamo della protezione della Russia.

DIEGO SIRAGUSA
Sembra di rivivere i momenti dell’11 Settembre 2001 o quelli del massacro nella redazione di Charlie Hebdo. Ancora una sarabanda di notizie e di dichiarazioni di sedicenti esperti lontane dalla verità o da una analisi minimamente problematica. Non ho ancora sentito un personaggio pubblico chiamare in causa il ruolo degli USA, dell’Arabia Saudita, della Turchia, di Israele, dell’Inghilterra e dell’occidente nell’aver armato e finanziato il terrorismo dello stato islamico pur di rovesciare il governo legittimo del presidente Assad. Solo Romano Prodi ha fatto un gesuitico e pudico accenno alla necessità di “interrompere i finanziamenti tramite fondazioni e con i ricavati del petrolio”. Nessuno ha avuto ancora il coraggio di condannare la sovversione della Libia, dove la Francia ha avuto un ruolo criminale, che ha aperto le porte al terrorismo dell’islam radicale che Gheddafi teneva sotto controllo. Aver usato la feccia del fanatismo islamico, formato da salafiti e takfiri, è servito agli Stati Uniti per sconfiggere l’Armata Rossa in Afghanistan, gli stessi, poi, sono stati addestrati e finanziati per rovesciare Assad. Ora si rivoltano contro l’occidente. Non è stata Hillay Clinton a dire “lo stato islamico è roba nostra, ma ci è sfuggito di mano”? Il presidente siriano Assad aveva messo in guardia l’occidente da questo salto nel buio: “Vogliamo ricordare a molti in Occidente – ha detto subito dopo il massacro di Parigi - che abbiamo parlato di queste ripercussioni dall’inizio della crisi in Siria. Abbiamo detto: ‘non dovete sostenere il terrorismo e fornirgli una copertura politica perché questo si ripercuoterà nei vostri Paesi e sui vostri popoli’. Non ci hanno ascoltato“. Questa è la verità che qualcuno dovrebbe avere il coraggio di riconoscere.



NICOLA TERRACCIANO
Gli assassini religiosi, oggi del fanatico Islam, della libera umanità non a caso hanno aggredito Parigi, simbolo storico universale dei principi dell'Occidente
Le religioni, in particolare cristianesimo ed oggi in particolare l'Islam, con il loro fanatismo mentale ed emozionale, sono caratterizzate dalla presunzione della verità e di avere Dio dalla propria parte, atteggiandosi a superiori nei confronti degli altri esseri umani, vedendo gli altri diversi come infedeli, miscredenti, eretici (in particolare oggi gli islamici).
Il loro comportamento fanatico oscilla tra la insincera tolleranza e l'aggressività sotterranea costante, fino a scoppi di violenza e di assassinio disumano.
È quello che è accaduto ieri tragicamente nella nostra cara Parigi, una delle nostre patria ideali e quindi della nostra identità di essere umani liberi.
Nel passato questo pendolo dell'aggressività e della violenza è stato più caratteristico del cristianesimo, oggi è dell'Islam, che è incapace di fare i conti con la modernità e reagisce solo ciecamente.
Non si tratta di questo o quel gruppo terrorista, ma è la mentalità islamica che si è scatenata, perchè la espressione fanatica "Allah è grande", con la quale si aggredisce e si muore, ė comune a tutti i fedeli islamici, da La Mecca ai tanti musulmani emigrati in Occidente, che, non a caso, al di là di formali, generiche condanne, mai sono scesi in piazza, mai compiono gesti collettivi di autocritica, a segnalare una condivisione profonda.
Il mondo libero deve uscire dalla tolleranza verso questo fanatismo e deve difendersi con tutti i mezzi a disposizione, prendendo esempi da chi questo drammatico confronto con l'Islam vive da decenni, come Israele.
Nè a Gerusalemme, nè a Tel Avviv, 8 attentatori suicidi avrebbero provocato l'infame, disumano massacro di circa 150 poveri fratelli innocenti, specialmente giovani.
Sarebbero stati neutralizzati immediatamente da un popolo consapevole della situazione tragica e che ha dovuto attrezzarsi realisticamente.
Stupisce che in tutti i luoghi dove i folli, lucidi assassini hanno operato non vi fossero persone armate, come avviene in Israele.
Occorre guardare in faccia la realtà delle religioni e in particolare dell'Islam tutto, senza troppa distinzione tra estremisti o moderati (accomunati dalla stessa visione del mondo e dalle stesse parole d'ordine). (N.T.)
Il Partito d'Azione Liberalsocialista abbruna la propria bandiera ed esprime le sue condoglianze per il disumano assassinio di tanti esseri umani innocenti, dei fratelli e delle sorelle francesi, ai quali è vicino come non mai.

ADRIANO TILGHER
Ieri notte, nell'immediatezza dei fatti di Parigi, ho assistito al balletto dei vari leaders che si affrettavano a dare solidarietà, a comprendere, ognuno pronto a fare riunioni "future" per decidere gli interventi comuni: tutto questo costituisce la prova che l’Europa non esiste. Quando si tratta del futuro e della sicurezza dei popoli europei, ognuno per se e, se vogliamo, collaboriamo; mentre a livello economico e monetario c’è sempre qualcuno, che nessuno controlla, che decide sulla nostra testa e sulla pelle di noi comuni mortali.
Tutto questo deve finire.
Bisogna correre, affrettarsi, costruire una vera Europa politica, libera dai lacci della finanza, della moneta privata, della BCE e rigenerare il senso di appartenenza.
Piantarla con le nostre guerre civili, togliere le sanzioni ad uno stato europeo importante per la rinascita ed il rilancio di un’Europa unita, rieducare i nostri giovani al senso di appartenenza ed all’orgoglio di essere cittadini di una grande nazione che ha da sempre esportato cultura e civiltà nel mondo intero.
Mi auguro che questa orrenda strage non venga utilizzata per portare a compimento operazioni economiche a spese di altri popoli, spero si capisca che Assad in Siria sia un freno affinchè quei territori non divengano come l’Iraq, dopo Saddam e la Libia, dopo Gheddafi.
Mi auguro che gli stati Europei capiscano perché i depositi dell’ISIS siano pieni di armi, munizioni e missili targati USA, si rendano conto che non esistono terroristi buoni e terroristi cattivi e che aver addestrato i sedicenti terroristi buoni sia servito solo ad alimentare l’efficienza dei cosiddetti terroristi cattivi.
 Ecco, ora sogno, ma facciamo in modo che le vittime innocenti di Parsiano morte invano; costruiamo veramente l’Europa.

FRANCESCO TORRIGLIA
Gli atti di terrore di ieri a Parigi mi portano a fare alcune considerazioni.
I criminali parlavano francese e questo può essere il prolungamento della sindrome della insorgenza delle periferie francesi di alcuni anni fa.
A chi allora mi chiedeva se les casseurs erano animati da propositi rivoluzionari, risposi che tali manifestazioni avevano due precisi origini:
La  prima  era la frustrazione e la rabbia  di  giovani  malgrebini che  vivevano  in un  Paese,
la Francia, che a parole andava loro ripetendo il mantra democratico Libertà/Uguaglianza/Fratellanza quando poi li relegava a vivere in periferie/ghetto dove solo nei film di propaganda politicamente corretta si vedevano dei giovani imporsi nella vita, nel mondo del lavoro, nella “vie en rose “francese. Era il sentirsi presi in giro.
La seconda considerazione era il fatto che questi teppisti ( come li definì Sarkosy) non agivano per un ideale rivoluzionario, ma erano mentalmente condizionati, come i loro coetanei dell’ ottavo o sedicesimo , dalla società dei consumi, dalla ricerca del prodotto di moda, che fa tendenza. Prova ne sia che assaltavano le boutiques di firme famose per rubare l’ultimo telefonino, o le scarpe o la tuta alla moda. Non era esproprio proletario, ma desiderio di possedere quello che i loro coetanei materialmente più fortunati potevano comprarsi. Sempre e comunque logica del consumismo.
Fu allora che questi giovani malgrebini trovarono nelle moschee chi dava loro uno scopo ed indirizzava la loro frustrazione e rabbia. Per inciso sarà bene che la dicitura esatta del Ministero degli Interni francese è “ Ministrero degli Interni e dei Culti”
Il resto è storia di ieri.
A chi domanda il perché e cerca spiegazioni circa a chi giova tutto questo e chi tira le fila del terrore, rispondiamo con queste tre notizie delle ultime ore:
1)Vincent Desportes, generale francese pluridecorato e docente presso la facolta di scienze politiche di Parigi, accusa: “ gli americani hanno creato e si sono serviti dell'Isis per i propri interessi politici”.
2)Fonti greche confermano che il passaporto siriano trovato accanto al cadavere di uno dei terroristi che ieri notte hanno compiuto gli attacchi terroristici contro Parigi, appartiene a un profugo che nel mese di ottobre era entrato in Europa attraverso le acque greche.
3)La comunità ebraica francese alcune ore prima dell'attacco terroristico a Parigi era stata avvertita. Ieri mattina alcuni capi della comunità ebraica francese erano venuti al corrente dei sanguinosi attacchi terroristici che avrebbero colpito poche ore dopo la capitale francese.
A voi trarne le conclusioni

ANNA MARIA TURI
E’ certamente una guerra. Una guerra, quella che ha insanguinato una Parigi di novembre ignara e inerme,  che ha una conduzione anomala ma, in sostanza, le stesse ragioni che hanno ispirato e mosso le guerre di ogni tempo: la volontà espansionistica e imperialistica, la presa del potere mondiale e quindi delle sue risorse economiche. Non è una guerra di civiltà: Oriente e Occidente, con le differenze di culture e di tempi di sviluppo, nella storia si sono a volte scontrati a volte incontrati, ma la vocazione all’annichilimento dell’avversario non si è mai palesata nei maggiori o minori eventi bellici del passato che li hanno visti l’uno contro l’altro armato. Quindi non è nemmeno guerra di religione, non è il derivato estremo dell’incompatibilità tra Cristianesimo e Islam, perché la “guerra santa” è argomento e strumento per plagiare le menti, nascondendo i veri obiettivi.
Vorrei spingermi oltre dicendo che se è in atto – come alcuni ritengono – un processo voluto e pilotato da entità sfuggenti per ridurre all’impoverimento l’Europa, e non solo (vedi l’Africa ), è lecito pensare che l’umanità abbia contro non una, ma due Entità, una delle quali ha il volto ugualmente coperto.

ANTONIO SACCA’
Il terrorismo, quale che ne sia la ragion d'essere, molteplice, di certo è mosso da grandi potenze che magari fingono di combatterlo. Ormai è diventato protagonista nella vita politica e sociale, ed eserciterà a lungo questo ruolo. Quale ruolo? Di sconvolgere i nostri paesi e renderci l'esistenza dubbia e impaurita. Con effetti anche sull'economia..Non bastasse la crisi, si vuol giungere al marasma. "Chi" vuole il marasma?  I terroristi dell'Isis? Mi pare inconcepibile? Sarebbero in grado di reggere l'Europa? Assurdo. Il massimo a cui potrebbero giungere sarebbe lo scombussolamento. I terroristi cercano la distruzione fine a se stessa? Mi sembra dissennato. Vedremo, in ogni caso. Se il terrorismo  viene dai terroristi il compito netto che occorre proporsi è combatterlo insieme, Stati Uniti, Russia, Europa. Se cominciano le distinzioni, se, poniamo, la Francia trova motivo per intervenire militarmente in  Siria, magari contro Assad invece che contro l'Isis, pur essendo l'Isis   l'obiettivo, fittizio, o per aiutare i "ribelli" contro Assad saremmo nella tragicommedia consueta: il terrorismo "giustifica" l'interventismo. Mi auguro che si voglia combattere "veramente" l'Isis non avere  ragioni per inviare truppe in Siria. Lo vedremo. Se si vuol combattere l'Isis, l'accordo con la Russia è cruciale. Spiace dover ragionare mentre tante persone vengono uccise a tradimento. Ma i calcoli abietti della "politica" ci impediscono persino di esprimere cordoglio, che esiste, appassionato. Il "vero" terrorismo va combattuto all'ultimo sangue, il falso terrorismo va smascherato.

STEFANO VAJ
Chi non è così suonato da invocare Oriana Fallaci nel momento in cui chi combatte davvero l'ISIS sono... gli Hezbollah e i Pasdaran iraniani a fianco dell'esercito italiano, sostiene oggi che le cancellerie europee pagherebbero il prezzo per aver giocato in medio oriente, accodate ai loro padroni americani, agli apprendisti stregoni. Non mi sembra. Gli stessi personaggi che erano utili, in veste di "combattenti per la libertà" contro regimi laici ma sgraditi quando ammazzavano gente a Tripoli e a Damasco, sono oggi nuovamente utili, come "terroristi" che ammazzano gente a Parigi, a creare consenso intorno a stati di polizia di cui faranno le spese non gli immigrati, che nessuno si sogna di buttar fuori, ma in primo luogo i cittadini europei autoctoni.

DIEGO VERDEGIGLIO
Personalmente, credo che ci ritroveremo quanto prima a piangere altri morti europei per mano islamista (per islamista intendo integralista). Faremo nelle piazze nuove grandi adunate “per la pace”, porteremo lumini e fiori e i rappresentanti delle comunità islamiche in Europa ci tranquillizzeranno: “Siamo dalla vostra parte, odiamo la violenza come voi”. Ma nell’animo di ogni musulmano europeo - molto in fondo, quasi ai confini della coscienza - c’è un pizzico di ammirazione e di orgoglio per la nascita del Califfato IS e per la conquista del nostro continente grazie all’immigrazione, alle conversioni, alla forte natalità. Trenta milioni di musulmani in Europa sono in grado di tenere in ostaggio qualunque comunità europea, laica o religiosa che sia. Le matrici cattoliche e marxiste di certe nostre ideologie hanno favorito il diffondersi di alcuni mantra che hanno prodotto (non solo qui, ma ovunque nel mondo) danni incalcolabili, soprattutto dal punto di vista etnico e religioso: “cultura dell’accoglienza”, “diversità come ricchezza”, “multiculturalismo”, “multietnicità”. Siamo stati incapaci di reagire all’invasione, anche se oggi ci stanno provando alcuni Paesi dell’Est europeo. Ma il danno è fatto, e non mi importa assolutamente nulla se qualcuno mi darà del razzista. Un tempo sentirsi dare del razzista era un insulto, oggi non più. L’Islam è per sua natura una religione invasiva, aggressiva, arrogante, intollerante. Secondo gli islamici, anche i più moderati, tutti noi siamo nell’errore e il loro compito è quello di invaderci per convertirci al loro modo di vivere e di pensare, di "salvarci". Un nuovo nazifascismo, pericoloso e pervasivo. Una grande democrazia come gli USA pose fine nel 1945 al fascismo giapponese che aveva sottomesso tutto l’Estremo Oriente. Sarebbe il caso di concepire una soluzione analoga per annientare questo cancro nato sulle ceneri della Siria e dell’Iraq.



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