Giovanna Canzano
intervista
EVALDO CAVALLARO
2 agosto 2019
Bibbiano, luogo dove tutto doveva ricominciare per
tanti bambini in
attesa di una nuova vita con persone certamente
migliori di quelle con le quali avevano
vissuto prima, ma, ma.. purtroppo lo scandalo scoppiato
in questi giorni ha raccontato una storia diversa.
Evaldo Cavallaro, psicoterapeuta, in questa intervista ha risposto ad
alcune domande che gli ho sottoposto per cercare di comprende in che modo, la
vita di questi “angeli” in effetti, sottratti ad eventuali famiglie disagiate,
si sono invece svegliati, un giorno in una stanza dove
proprio niente,
riconduceva ad una esistenza tranquilla e senza
traumi.
CANZANO 1- Bambini ‘sottratti’
ai genitori per avere un futuro migliore.
CAVALLARO - Premesso che in un paese
civile l’esistenza, il lavoro ed il coordinamento dei professionisti e delle
strutture di assistenza psicologica, sociale, pedagogica, giudiziaria e delle
amministrazioni locali é assolutamente insostituibile per poter garantire
all’infanzia problematica - o con famiglie problematiche - un futuro decente,
lo “scandalo di Bibbiano” ha fatto emergere comportamenti a dir poco
“discutibili” - se non addirittura criminali - da parte di un numero non
trascurabile di operatori del settore.
Tanto da far pensare all’esistenza
di una vera e propria organizzazione criminale radicata sul territorio, dedita
alla premeditata sottrazione di minori a famiglie tutto sommato “normali”, per “offrirle”,
dietro compenso, a famiglie di discutibile composizione o discutibile moralità
o discutibile competenza educativa o, comunque, discutibile attitudine a
svolgere ruoli genitoriali.
Ovviamente, spetta alla
Magistrature ed alle Forze di Polizia l’accertamento degli eventuali abusi
commessi dai singoli operatori responsabili; e, in considerazione del fatto che
ogni reato diventa più grave quando compiuto “in associazione” con altri
correi, verificare se si possa fondatamente parlare di un vero e proprio
“allarme sociale diffuso” non circoscritto alla sola regione in questione.
Relativamente alle eventuali
implicazioni “occultistiche” dello scandalo delle assurdamente facili
sottrazioni di minori alle loro famiglie naturali, ritengo che, anche qualora
esse fossero inequivocabilmente provate, nulla toglierebbero e nulla
aggiungerebbero alla gravità dei fatti in questione. Che le motivazioni
dell’associazione a delinquere, finalizzata alla sottrazione dei minori alle
loro famiglie “forse indegne”, per darli ad altre famiglie "probabilmente
altrettanto indegne” (sia pure per motivi diversi), siano state solo di bieco
guadagno monetario o di altre finalità non meno “basse ed immorali”, non cambia
la sostanza dell’indignazione per tali fatti.
Però, e questo ritengo sia
doveroso per tutti, dobbiamo astenerci da giudizi affrettati e di condanna
aprioristica di singoli, a qualunque titolo implicati nella vicenda, prima che
la Magistratura abbia formulato un giudizio inoppugnabilmente definitivo.
CANZANO 2- Un bambino che non vive
con i propri genitori che lo proteggono, è in balia di persone che in effetti
potrebbero riservargli ‘esperienze’ non tanto rassicuranti.
CAVALLARO - Bisogna innanzitutto dire che
“la famiglia è buona quando è buona”: cioè non sempre e non per tutti perché,
purtroppo e per svariati motivi, talvolta i genitori naturali non svolgono del
tutto - o comunque non sostanzialmente bene - il ruolo di protettori” della
loro prole!
E’ chiaro che, in linea di
principio, solo in casi gravissimi ed inequivocabilmente accertati, un minore
dovrebbe essere sottratto alla sua famiglia di origine.
La famiglia “naturale” è, infatti,
il luogo sociale nel quale i figli sono stati “pensati”, generati, accuditi,
allevati, educati e, molto probabilmente, amati: con un amore che difficilmente
potrà essere comparabile a quello di una famiglia surrogata; sia essa una vera
famiglia “di adozione o di affidamento”, sia essa - peggio ancora - una
famiglia “virtuale” (come nel caso degli “istituti”, siano essi a gestione
laica o religiosa).
C’è giustamente da dire che
esperienze “non tanto rassicuranti” potrebbero piombare nella vita dei bambini
indipendentemente dal fatto che vivano nella loro famiglia naturale o in una
famiglia a qualunque titolo “diversa”. Le occasioni traumatiche potrebbero
infatti presentarsi sia a causa di una conflittualità eccessiva e violenta tra
i genitori naturali, sia a causa di problemi economici e caratteriali dei
genitori naturali, sia dal deteriorato contesto della famiglia “allargata”, sia
dalle problematiche nel contesto scolastico o della cerchia amicale, sia in
altre circostanze purtroppo oggetto di fatti di cronaca nera.
Ovviamente, queste stesse
problematiche e relative “esperienze non tanto rassicuranti”, come possono
accadere all’interno della famiglia “naturale”, a maggior ragione potrebbero
presentarsi nelle nuove famiglie “estranee”, nelle quali subdolamente e
forzosamente i minori siano stati inseriti!
CANZANO 3- Bambini che dalla
nascita vivono con genitori, ‘mamma e papà’, si sono trovati affidati a
genitori ‘mamma mamma’,’papà papà’, il tutto senza rispetto dei bambini che,
non si sono di sicuro ‘adeguati’ ad una legge e tradizioni che nel frattempo
sono cambiati.
CAVALLARO - Questo, a mio
avviso, è l’aspetto più problematico dell’intera vicenda, perché va a
scontrarsi con la discutibile e controversa, oltre che socialmente disgregante,
“questione gender”.
Personalmente ritengo che lo sviluppo ottimale di un minore
sia ottenibile molto più probabilmente in una famiglia “normale” (“normale” nel
senso statistico, cioè della fenomenologia più frequente): cioè con una mamma
ed un papà di genere diverso (donna-uomo), che lo facciano sentire amato e che
rappresentino “normali” (sempre in senso statistico) modelli di sviluppo
psicoaffettivo e sessuale.
A meno che non ci siano
gravissimi, comprovati ed insanabili motivi per sottrarre il minore alla
potestà dei genitori naturali (mamma e papà); e a meno che non esistano
assolutamente famiglie “normali” (cioè costituite da un uomo ed una donna, come
i nonni per esempio) disponibili all’adozione in quello specifico caso, ritengo
che l’inserimento in una famiglia composta da genitori adottivi dello stesso
sesso (famiglia “legale”) debba essere presa in considerazione solo come extrema
ratio: meglio infatti una famiglia “legale” (uomo-uomo o donna-donna)
che dia ragionevoli garanzie di “voler onestamente amare” il minore sottratto
alla sua famiglia di origine, che affidare quello stesso minore alle
inesorabilmente fredde e rigide (almeno sul piano affettivo) cure di un
istituto!
CANZANO 4- La sottrazione dei minori
ai genitori legittimi per motivi economici o per finti maltrattamenti da
operatori sociali con la complicità dei tribunali, non mette in allarme gli
operatori che lavorano con coscienza?
CAVALLARO - Mette in allarme non
solo gli operatori che lavorano con coscienza, ma tutta la società civile! E
dovrebbe scuotere la coscienza di tutte le Istituzioni implicate (Enti Locali,
Servizi Sociali e Psico-Sanitari, Forze dell’Ordine e Magistratura, Comunità
Ecclesiali): un tale scandalo, di cui forse ancora non si conosce la reale
portata, non avrebbe potuto consumarsi senza la criminale connivenza e la
colpevole acquiescenza di molti che, pur sapendo e forse dovendo e
potendo intervenire, non hanno fatto nulla per impedire questa devastazione
della vita di tanti bambini e di tanti genitori e nonni!
CANZANO 5- Bibbiano come esempio di
corruzione da non seguire?
CAVALLARO - Nessun esempio di corruzione
sarebbe da seguire (nel senso di imitare); tantomeno quello di “Bibbiano”!
Ma la vicenda di
Bibbiano va invece attentamente “seguita” dall’Opinione pubblica (non
foss’altro per evitare che venga “insabbiata” o “dimenticata” per l’insorgenza
di altre “emergenze”): in modo che la Magistratura e lo Stato pongano non solo
fine ad un crimine odioso; ma perché le Forze Politiche ed il Parlamento
cominci ad interrogarsi sulle possibili nefaste conseguenze (in termini di
possibili creazioni di nuove situazioni di abuso) dell’apertura delle adozioni
e degli affidamenti a famiglie “non naturali”.
EVALDO
CAVALLARO, Laurea in Psicologia, poi corso di formazione quadriennale in Psicoterapia
Ipnotica presso l’AMISI di Milano, (l’allora Associazione Medica Italiana per
lo Studio dell’ipnosi), successiva laurea in Economia e Commercio e in Scienze
Politiche, 74 anni, di Roma; Psicologo e Psicoterapeuta, Esperto in Ipnosi
Regressiva e Motivazionale; autore di: “Infrastrutture e Decollo Economico il
caso dello Zaire”, “L’ipnosi: una introduzione Psicofisiologica”, “Fulvio
Rendehell: una Vita nel Mondo degli Spiriti”.