martedì 29 marzo 2011

FILIPPO FORTUNATO PILATO



La religione olocaustica

Giovanna Canzano

intervista

FILIPPO FORTUNATO PILATO
                                                                                             24 giugno 2009

“La religione olocaustica, dove tutto il popolo giudaico moderno viene sacralizzato attraverso l'olocausto massimo della shoà, è la sintesi di un ben congegnato meccanismo di ricatto e mantenimento in perenne soggezione, delle masse occidentali in particolare. Mentre da un lato si rendono sacre solo le sofferenze dei giudei e non di altri popoli, dall'altro si pretende la perenne espiazione di colpe mai commesse da parte di popoli assogettati a sensi di colpa che non dovrebbero avere. Con questo ricatto e con questi falsi sensi di colpa, indotti da un esercito di  nani e ballerine al servizio di Sion, stampa, editoria, cinema, finanzieri e politicanti, ed ahimè...purtroppo anche religiosi di Santa Romana Chiesa poco prudenti (ad essere gentili), se non proprio compiacenti (ad essere sinceri), Israele si è potuta permettere per oltre sessant'anni di agire impunita compiendo i peggiori crimini contro l'umanità, uccidendo, rubando, espropriando, imprigionando, rendendo la vita impossibile alla popolazione indigena arabo-palestinese, come a tutti i popoli confinanti.  Io, che mi reco per motivi umanitari spesso in Palestina, ho potuto vedere e provare anche sulla mia pelle l'arroganza e la disumanità che guida le menti dei capi e dei gregari sionisti”. (Filippo Fortunato Pilato)


CANZANO 1- I termini come ebraismo, giudaismo e sionismo, nonchè semitismo, perchè non devono essere confusi, specialmente oggi?

PILATO Perchè è nella confusione dei termini che si creano falsi ideologici, spingendo l'opinione pubblica ignara (più per cattiva volontà e distrazione, che per una reale incapacità d'intendere) a credere quel che gli si vuole far credere.
Sinteticamente, se per ebraismo ci possiamo riferire al ceppo razziale veterotestamentario (quello, per sommi capi, delle 12 tribù), parlando di giudaismo si intende identificare piuttosto quella confessione religiosa che venne abbracciata succesivamente anche da popoli non di ceppo ebraico (è il caso delle popolazioni africane, falascia e sefarditiche in generale, come di quelle del nord caucasico meglio conosciute come kazare, convertitesi in massa nel primo millennio d.C.) non necessariamente definibili, o comprovabili razzialmente nel loro dna, come ebraiche.  Il sionismo invece è un''ideologia politica, originariamente laica, scaturita dalla mente di alcuni membri della comunità giudaica verso fine '800. Esso, il sionismo, facendo leva sulla cultura settaria rabbinica, ben radicata e inculcata sin dalla tenera età nella mente dei membri della comunità, anche se non credenti e praticanti, è invece la giustificazione ideologica del colonialismo israeliano moderno, operante ben prima ancora che la religione olocaustica fosse imposta, come senso di colpa indotto, a tutti i popoli del pianeta. Infine il semitismo, che volontariamente i sionisti o filo-sionisti inducono ad essere co nfuso e parificato con i termini precedentemente citati, per poter poi criminalizzare come "razzista antisemita" chiunque osi criticare i crimini di guerra e contro l'umanità della colonia sionista in Terra Santa, è l'identificazione nel ceppo razziale originario semita comune a diversi popoli afro-orientali, tra cui gli Arabi, ma anche gli Accadi di Mesopotamia, gli Amorrei, gli Aramei, i Cananei, gli Ammoniti, i Moabiti, gli Idumei, ed infine gli ebrei. 

CANZANO 2-  E’ vero che c'è un forte legame che unisce e rende dipendenti da un rapporto di causa-effetto il giudaismo e il sionismo?


PILATO – Certamente. Hanno poco da raccontarci la storiella che il sionismo è un movimento laico, che i kibbutz erano e sono (anche se in calo vertiginoso in quanto ad attrattiva tra i giovani, e pure tra gli emigranti di madre giudea che preferiscono insediarsi nelle colonie, dove non fanno praticamente nulla a parte infastidire i contadini arabi e dove sono sicuri di poter contare su forti sovvenzioni statali e private) laici di matrice praticamente socialista, che l'aspetto religioso è indipendente da quello politico, e frottole del genere: tutto fumo negli occhi. La realtà è che senza l'indottrinamento rabbinico, che è alla base dell'etica deviata giudaica, anche di quella laica, gnostica o ateizzante, e senza la fissazione di essere "il popolo eletto", carnalmente, non esisterebbe una così radicata convinzione, da parte dei coloni come da parte delle autorità di Tel Aviv (che furono coloni anch'essi, e pure i primi fondatori di gruppi terroristici) che tutto ciò che fanno, anche le carognate peggiori ai danni della popolazione autoctona che lì vive e lavora da secoli ininterrottamente, è lecito e giustificato da una causa superiore, addirittura da Dio. La causa fondante del sionismo politico risiede nel giudaismo-rabbinico talmudico. Ho servizi fotografici interi di rabbini che benedicono carri armati, bombe e cannoni che saranno utilizzati per massacrare civili palestinesi e libanesi, come abbiamo testimonianza di come i rabbini capi d'Israele dessero, anche durante la recente carneficina di Gaza, a cavallo tra il 2008 ed il 2009, dispense e benedizioni per poter bombardare i villaggi palestinesi durante il sabato giudaico, lo shabbat shalom.  



CANZANO 3- Non esisterebbe il sionismo, come ideologia laica di Stato, senza le radici e le aspirazioni apocalittiche rabbinico-giudaiche (intese come espressione di un messianismo spurio) su cui fonda la sua ragion d'essere?

PILATO – A questa domanda, involontariamente ho già dato parziale risposta precedentemente, ma posso aggiungere che il progetto originale sionista prevede solo come inizio tattico l'occupazione graduale di vaste porzioni di territorio arabo-palestinese, ma ciò a cui punta è in realtà l'estensione del controllo geografico a tutta quell'area compresa tra il Nilo e l'Eufrate, il così detto Eretz Israel, il Grande Israele biblico (che tale in realtà non fu mai, neppure nel tempo di massimo splendore e potere da parte delle tribù). Questo progetto venne compreso solo in ritardo dagli Stati arabi confinanti con la Palestina, che di fronte all'aggressivit& agrave; espansionista giudaico-sionista cercarono, maldestramente ed in ritardo, di porre rimedio e freno. Ma i capi sionisti, ben armati e organizzati in previsione di una reazione araba inevitabile al loro espansionismo, giocarono sempre d'anticipo. Senza una visione messianico-apocalittica (spuria, deviata) non si sarebbero potuti incitare gli animi di generazioni di emigranti giudei che con la terra di Palestina non avevano alcun tipo di relazione. Tutti gli emigranti giudei che provenivano, e provengono tutt'ora, dalla Russia, da paesi slavi, dal nord-Europa, dagli USA, dall'Africa, ecc., non hanno nulla nel loro dna o nel passato delle proprie famiglie, nei secoli, che li possa ricollegare in qualche modo alla Terra Santa di Palestina. Il collante è la follia millenarista giudaico-rabbinica della "terra promessa" e del "popolo eletto". Ed è tanto più evidente che si tratti di una fissazione paranoide, di un'illusione di massa, che persino gruppi cristiani, i cristianisti sionisti, americani e non, sostengono (specie quelli americani) il colonialismo sionista israeliano. 

CANZANO 4- La religione olocaustica risulta essere l'alibi teologico-razziale di questa falsa spiritualità materialistica, incarnata dal sionismo dello Stato d'Israele, che fa da collante appunto tra giudaismo "religioso" e sionismo "laico"?

PILATO – La religione olocaustica, dove tutto il popolo giudaico moderno viene sacralizzato attraverso l'olocausto massimo della shoà, è la sintesi di un ben congegnato meccanismo di ricatto e mantenimento in perenne soggezione, delle masse occidentali in particolare. Mentre da un lato si rendono sacre solo le sofferenze dei giudei e non di altri popoli, dall'altro si pretende la perenne espiazione di colpe mai commesse da parte di popoli assogettati a sensi di colpa che non dovrebbero avere. Con questo ricatto e con questi falsi sensi di colpa, indotti da un esercito di  nani e ballerine al servizio di Sion, stampa, editoria, cinema, finanzieri e politicanti, ed ahimè...purtroppo anche religiosi di Santa Romana Chiesa poco prudenti (ad essere gentili), se non proprio compiacenti (ad essere sinceri), Israele si è potuta permettere per oltre sessant'anni di agire impunita compiendo i peggiori crimini contro l'umanità, uccidendo, rubando, espropriando, imprigionando, rendendo la vita impossibile alla popolazione indigena arabo-palestinese, come a tutti i popoli confinanti.  Io, che mi reco per motivi umanitari spesso in Palestina, ho potuto vedere e provare anche sulla mia pelle l'arroganza e la disumanità che guida le menti dei capi e dei gregari sionisti. Che nesso c'è poi tra le sofferenze dei giudei europei e la punizione collettiva della popolazione palestinese? La verità è che secondo la mentalità giudaico-rabbinica, solo loro possono essere considerati uomini veri, mentre il resto dei popoli del mondo sono solo animali-parlanti di cui servirsi senza scrupolo. Il Talmud in tal s enso è pieno di citazioni che confermano quanto appena detto.  

CANZANO 5-  Essendosi perse le tracce certe del popolo ebraico, rappresentato dall'elite kazaro-askenazi attualmente dominante, è vero che l’ebraismo è diventato reperto archologico?

PILATO – Sicuramente parlare di "popolo ebraico" oggi è anacronistico. Dopo le migrazioni delle comunità ebraiche dalla Palestina, o esodi come qualcuno li definisce (ma ci sono anche diversi storici e studiosi giudei che smentiscono ci sia mai stato un vero esodo) verso est, verso nord, verso ovest e verso sud, nel corso di ben duemila anni, incontrandosi con mille popoli con i quali ci si è confusi e accoppiati, che in alcuni casi si sono convertiti in massa al giudaismo senza aver mai hanno messo piede in Palestina, come nel caso delle popolazioni nomadi dell'Impero Kazaro del Caucaso meridionale, si è perso quasi del tutto il carattere predominante del ceppo ebraico originario, per dare luogo ad una diversa tipologia antropologica, che è quella che lei ha giustamente individuato nell'elite skenazi (di chiara discendenza kazara mischiatasi con altre razze nord europee). Basta osservare i lineamenti dei coloni israeliti, o dei soldati delle milizie sioniste in perlustrazione dei villaggi o ai check-point, per riscontrare i caratteri somatici europei o afro-sefarditi. Giudei che parlano russo o inglese, con le facce da stranieri, che comandano, armi alla mano, in un luogo che non è casa loro, nè mai lo sarà, che non comprendono l'idioma della gente locale, alla quale si vorrebbe imporre di parlare...in inglese...e che spesso neppure parlano yiddish (è capitato a me, ad un check-point, in piena Palestina occupata, all'ingresso di Nablus, che un capitano israeliano, dall'accento californiano, dicesse all'amico arabo c he mi accompagnava, il quale gli si rivolgeva in perfetto yiddish, di parlargli in inglese).  Il "popolo ebreo" veterotestamentario non esiste più da un pezzo, è archeologia. Al suo posto c'è un miscuglio di razze che si rifanno al giudaismo, per lo più di cultura rabbinico-talmudica, quando non si tratta proprio di falsi giudei (è il caso di molti cristiani ortodossi russi che si procurano documenti falsi, attestanti di avere una nonna o una mamma giudea, con il solo scopo di ottenere la cittadinanza israeliana e potersi insediare in qualche residence di qualche colonia nei territori occupati e beccarsi le sovvenzioni governative o un lavoro come security: gente che arriva da situazioni già disperate e che non ha nulla da perdere e tutto da guadagnare a fingersi "ebrea"). Che il "popolo ebreo" sia un falso ideologico non sono io a dirlo, ma, tra gli altri, un noto e rispettato storico israeliano, Shlo mo Sand, docente all'università di Tel Aviv, autore di "Comment le peuple juif fut inventé", del quale potete leggere:



CANZANO 6- Il semitismo, può conincidere con il sionismo?

PILATO – No. Semitismo e sionismo sono vocaboli che esprimono diverse realtà, una razziale e biologica, l'altra politica e ideologica. Talvolta esse  possono coincidere in alcune persone, ma non se ne può fare una regola. Si può essere semiti senza essere sionisti, o essere sionisti senza essere semiti. Una mia amica americana, di sicure origini semite e giudaiche, è fortemente antisionista, mentre capita di trovare perfetti trogloditi, sicuramente non semiti, che però sono ottusamente sionisti. Ma di una cosa possiamo essere certi: in Terra Santa di Palestina, quella che vorrebbero cancellare e sostituire sulle carte geografiche con la scritta "Israele ", chi è sicuramente semita è la popolazione autoctona arabo-palestinese: inconfondibilmente. Sfido qualsiasi antropologo a dimostrare il contrario: è impossibile. Il ceppo semita ismaelita è rimasto invariato e si è conservato e radicato nei millenni in quelle aree geografiche mediorientali: i lineamenti somatici arabi sono evidentemente semiti. Non si può dire lo stesso per gli "israeliani". 

CANZANO 7- Cosa significa oggi essere antisemiti?

PILATO – Essere antisemiti oggi è essere sionisti.  Giudei o giudaizzanti fa poca differenza all'atto concreto, perchè la discriminazione persecutoria islamofobica (aizzata ad arte dal potere mediatico USA-Israele) nei confronti della maggioranza semita araba è gravemente violenta, consapevole di restare impunita. I recenti massacri di Gaza e del Libano ne sono la prova provata: se a subire tali martellanti bombardamenti fosse stato Israele si sarebbe mobilitato il mondo intero per arrestare gli omicidi di massa. Ma siccome era Israele a bombardare, il massimo della mobilitazione da parte delle autorità internazionali è stata qualche frase di sdegno e condanna tiepida, per non irritare troppo il rabbinato, israeliano e internazionale: addirittura in pieno svolgimento delle recenti attività di bombardamento al fosforo bianco a Gaza (circa 1500 morti, di cui oltre 500 bambini) un nutrito gruppo di parlamentari italiani (di destra e sinistra quando c'è da dimostrare il proprio servilismo gli italiani fanno a gara a chi sia più miserabilmente vile) festeggiava e manifestava in favore degli assassini circoncisi in kippa. Israele uccideva una popolazione pressochè inerme con armi di distruzione di massa e questi codardi parassiti di Stato gioivano: che esempio di moralità e coraggio. Un vera vergogna nazionale, cosa per la quale ogni uomo non può che sentire profondo sdegno. Il sionismo oggi è la rappresentazione non solo della quintessenza dell'antisemitismo e della discriminazione razziale in generale, ma il pericolo maggiore, insieme all'anglo-americansimo, di dittatura globale.

CANZANO 8-  In conclusione?

PILATO – In conclusione, se è incerto che il DNA, che è all'origine biologica e razziale degli emigranti americani o germano/russofoni, di confessione giudaica (o semplicemente appartenenti a famiglie di tradizioni giudaiche, anche se non praticanti),  che abitano da qualche decennio nei territori palestinesi ribattezzati "Israele", sia ebraico semita, allora criticare o esprimere qualsiasi tipo di dissenso dalla teocrazia politico-religiosa israeliana non può essere definibile come "antisemita".
La discriminazione che si fa nei loro confronti allora non è biologica, ma ideologica o teologica. 
È lecito dichiararsi ed esprimere idee che possano contrastare sia la politica d'Israele che la religione rabbinico-talmudica (mascherata come l'ideologia "sionista") che è alla base del suo operare strategico-militare geopolitico.
Esprimere dissenso teologico o ideologico, analizzare e discernere su cause ed effetti di politiche catastrofiche e mortifere, opporvisi intellettualmente e con tutte le proprie forze, anche fisiche, è un dirittto-dovere di ogni uomo libero e che tale vuole restare (garantito da dichiarazioni internazionali delle Nazioni Unite).
Diversamente, l'uccisione con armi di distruzione di massa (Gaza e Libano), l'uccisione per assedio e blocco economico, negando cure e prodotti, tecnologie e mezzi per sopravvivere (medicine, attrezzature mediche, depuratori d'acqua, ecc.), l'uccisione di civili a posti di blocco e di bambini nei loro letti e all'uscita dalle loro scuole, l'uccisione della vita della popolazione di Terra Santa nelle sue forme più elementari di speranza per un futuro migliore, l'occupazione di territori di pertinenza e proprietà arabi, l'imprigionamento di un'intera etnia, quella araba-palestinese, indubbiamente semita al 100% per non essersi mai mossa da quei luoghi nè mischiata con altre razze,  in grandi prigioni a cielo aperto (Gaza e West Bank), ed il suo lento genocidio e pulizia etnica che gli israeliani stanno coscientemente compiendo da troppo tempo, è sicuramente qualificabile come "antisemitismo".
Quando dico "gli israeliani" e non semplicemente "Israele", intendo dire che la popolazione d'Israele, nel suo complesso, dati i mezzi di comunicazione e di informazione moderni, non può non sapere, non può non capire quello che sta accadendo e che stanno facendo nel loro nome. I coloni anglosassoni, nella formazione degli USA, massacrando la popolazione autoctona e confinandola in riserve, fecero la stessa cosa. Ma oggi siamo nel terzo millennio e in un attimo si sa quello che succede nella parte opposta del pianeta. Gli immigrati giudei, così detti "israeliani", sono inescusabili. Essi sono i veri antisemiti della nostra era.


BIOGRAFIA

Filippo Fortunato Pilato, si occupa a tempo pieno e da diversi anni di rapporti con la Palestina e le sue "pietre vive", organizza viaggi/pellegrinaggi di testimonianza, raccoglie fondi per gli ospedali della Palestina occupata, intercetta le richieste per i casi più disperati di famiglie e bambini palestinesi a rischio di sopravvivenza ed insieme al gruppo della coalizione "Alleanza per la Terra Santa Libera", da lui fondata, porta personalmente solidarietà e supporto alla Palestina che soffre. Tra le forme di resistenza civile, oltre all'aiuto alle giovani vite a rischio, c'è anche il sostegno al lavoro artigiano palestinese, da Betlemme a Nablus.
La controinformazione, punto cardine dell'azione antigiudaico-sionista, viene sviluppata attraverso il sito www.TerraSantaLibera.org e una rete di siti amici e solidali, anche se su posizioni personali, confessionali, politiche diverse.
Organizza e partecipa spesso come relatore a conferenze in Italia, in Palestina ed Europa
Filippo F.P. reputa  di fondamentale importanza comprendere quale sia il maggior pericolo cui l'umanità sta andando incontro e creare una rete di opposizione, di formazione e controinformazione che sappia andare oltre i limiti personali di ognuno, per fronteggiare organicamente quello che egli considera il nemico numero uno: il giudaismo sionista, rabbinico-talmudico, massonico per eccellenza

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