martedì 29 novembre 2016

ALESSANDRA COLLA Perché il 4 dicembre dirò "no"

Perché il 4 dicembre dirò "no"

Giovanna Canzano
intervista
ALESSANDRA COLLA
28 NOVEMBRE 2016
…“basta guardare brevemente al passato per capire che il futuro suggerito dalla
riforma Boschi non porterebbe niente di buono.
Il 2 giugno 1946 le elezioni non servirono soltanto a scegliere fra monarchia e repubblica,
ma anche a eleggere i deputati dell'Assemblea Costituente,
che avrebbe dovuto redigere la nuova Carta Costituzionale”. ( Alessandra Colla)

Canzano 1- Perché votare SI o NO?
COLLA - A ben guardare, c'è da interrogarsi non tanto sui motivi del "no", quanto su quelli del "sì". Che cosa dovrebbe ineluttabilmente spingere i cittadini a dire "sì"? È proprio questo il punto che mi solleva maggiori perplessità: fra le ragioni espresse nel sito ufficiale del Comitato per il sì figura la «maggiore partecipazione dei cittadini», spiegata col fatto che «la democrazia non si riduce solo al momento del voto, ma è un insieme di strumenti nelle mani dei cittadini per esprimere idee, proposte e bisogni». Tutto ciò è bellissimo, ma non dimentichiamo che, in una democrazia di fatto, partecipare significa primariamente esprimere il proprio parere aspettandosi legittimamente che esso venga preso e tenuto in considerazione, non ignorato e prevaricato da un'oligarchia. Che è, invece, esattamente quanto è stato fatto a partire dal 20 aprile 2013: quando, a causa del grave stallo seguito alle elezioni che rendeva di fatto impossibile eleggere regolarmente un nuovo presidente della repubblica, Giorgio Napolitano assunse il secondo mandato, unico caso nella storia della nostra repubblica. Era un'emergenza, si disse; così come erano stati un'emergenza i "governi tecnici di transizione" affidati a Ciampi nel 1993-1994 e a Dini nel 1995-1996, il "governo tecnico" di Monti nel 2011-2012 e il "governo di servizio" di Letta nel 2013.

CANZANO 2- Cosa si è fatto per questa emergenza?
COLLA - Ma in questo particolare tipo di emergenza Napolitano ha operato precise scelte politiche, come per esempio la nomina a presidente del Consiglio di Matteo Renzi, esponente (mai passato per le urne) di quel Pd che nel 2013 non aveva vinto le elezioni perché l'Italia gli aveva preferito i berlusconiani e il Movimento 5 Stelle.
Canzano 3- Quali sono state le scelte prese?
COLLA - Capo di un governo d'emergenza (che ormai in Italia pare essere divenuta la norma), Renzi ha continuato sulla strada del suo méntore Napolitano, organizzando una batteria di ministri spesso scelti non proprio in base all'esperienza politica e alle competenze tecniche: tanto da rendere minacciosamente concreta l'ipotesi che dietro le quinte del governo stiano i "poteri forti" (come si è visto — o intravisto — con lo scandalo della Banca Etruria, per esempio).
Canzano 4- Come è stata redatta la Carta Costituzionale nel 1947?
COLLA - Proprio per questo, basta guardare brevemente al passato per capire che il futuro suggerito dalla riforma Boschi non porterebbe niente di buono. Il 2 giugno 1946 le elezioni non servirono soltanto a scegliere fra monarchia e repubblica, ma anche a eleggere i deputati dell'Assemblea Costituente, che avrebbe dovuto redigere la nuova Carta Costituzionale. Una volta eletta, l'Assemblea nominò al suo interno un'apposita Commissione per la Costituzione, composta di 75 (settantacinque!) membri incaricati di stendere il progetto generale, e che a loro volta si suddivisero in tre sottocommissioni (diritti e doveri dei cittadini, organizzazione costituzionale dello Stato, rapporti economici e sociali) i cui presidenti contavano dai 51 ai 71 anni: persone dalla solida esperienza di vita e dalla preparazione maturata in anni in cui la scuola (pre-fascista e fascista) era sicuramente elitaria, ma ineccepibile sul piano qualitativo. Furono queste persone a sovrintendere ai lavori, che si protrassero per un anno e mezzo finché il testo finale fu approvato il 22 dicembre 1947.
Canzano 5- Oggi invece?
COLLA - Ora, a fronte di questo cospicuo dispendio di tempo, competenze ed energie, è plausibile che il compito (nientemeno!) di modificare la Costituzione possa essere stato serenamente affidato a una persona sola, di limitata esperienza politica e professionale, in una manciata di settimane? A mio avviso, no.
Canzano 6- Cosa avrebbero dovuto fare per essere credibili?
COLLA - Se un progetto di riforma della Costituzione fosse stato presentato da un pool di esperti riconosciuti come tali, e dopo molti mesi di studio, la cosa sarebbe ben diversa. Ma così, nei termini in cui questa "riforma" ci viene presentata, il sospetto che si tratti di una manovrina ad personam (anzi, ad personas, perché sono in diversi a trarre giovamento da Renzi e da questo Pd) — questo sospetto, dicevo, non mi sembra soltanto legittimo ma anche tragicamente fondato.
Canzano 7- Il tuo voto per questo referendum?
COLLA - Poiché in discussione non c'è soltanto qualche cavillo burocratico-amministrativo, ma il rischio concreto di una deriva che peggiori ulteriormente la situazione di questo sgangherato ma nostro Paese, non vedo altra scelta che dire "no". Forte e chiaro.

Alessandra Colla Nata a Milano, si è laureata in filosofia medioevale all'Università Cattolica, con una tesi su "Il problema dello Stato nel Commento di Giovanni Buridano alla politica di Aristotele"; sposata, ha un figlio e un cane. Ricercatrice indipendente e giornalista pubblicista, ha diretto per oltre vent'anni le riviste "Orion" e "Origini" e contribuito ad animare la Società Editrice Barbarossa; attualmente collabora con le riviste "Eurasia" (di cui è anche direttore responsabile) e "Terra insubre". Nel 1985 ha pubblicato un interessante saggio sulla figura di Ipazia.
Cura un sito personale ("Caos scritto",http://www.alessandracolla.net/) e continua a studiare: attualmente sta approfondendo le tematiche dell'antispecismo e dell'ecofemminismo.

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Giovanna Canzano - © - 2016



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