Perché il 4 dicembre dirò
"no"
Giovanna
Canzano
intervista
ALESSANDRA
COLLA
28 NOVEMBRE 2016
…“basta
guardare brevemente al passato per capire che il futuro suggerito dalla
riforma
Boschi non porterebbe niente di buono.
Il
2 giugno 1946 le elezioni non servirono soltanto a scegliere fra monarchia
e repubblica,
ma
anche a eleggere i deputati dell'Assemblea Costituente,
che
avrebbe dovuto redigere la nuova Carta Costituzionale”. ( Alessandra Colla)
Canzano
1- Perché votare SI o NO?
COLLA
- A ben guardare, c'è da interrogarsi non tanto sui motivi del "no", quanto
su quelli del "sì". Che cosa dovrebbe ineluttabilmente spingere i
cittadini a dire "sì"? È proprio questo il punto che mi solleva
maggiori perplessità: fra le ragioni espresse nel sito ufficiale del Comitato
per il sì figura la «maggiore
partecipazione dei cittadini», spiegata col fatto che «la democrazia non
si riduce solo al momento del voto, ma è un insieme di strumenti nelle mani dei
cittadini per esprimere idee, proposte e bisogni». Tutto ciò è bellissimo, ma
non dimentichiamo che, in una democrazia di fatto, partecipare significa
primariamente esprimere il proprio parere aspettandosi legittimamente che esso
venga preso e tenuto in considerazione, non ignorato e prevaricato da
un'oligarchia. Che è, invece, esattamente quanto è stato fatto a partire dal 20
aprile 2013: quando, a causa del grave stallo seguito alle elezioni che rendeva
di fatto impossibile eleggere regolarmente un nuovo presidente della
repubblica, Giorgio Napolitano assunse il secondo mandato, unico caso nella
storia della nostra repubblica. Era un'emergenza,
si disse; così come erano stati un'emergenza
i "governi tecnici di transizione" affidati a Ciampi nel 1993-1994 e
a Dini nel 1995-1996, il "governo tecnico" di Monti nel 2011-2012 e
il "governo di servizio" di Letta nel 2013.
CANZANO
2- Cosa si è fatto per questa emergenza?
COLLA
- Ma in questo particolare tipo di emergenza
Napolitano ha operato precise scelte politiche, come per esempio la nomina a
presidente del Consiglio di Matteo Renzi, esponente (mai passato per le urne) di
quel Pd che nel 2013 non aveva vinto
le elezioni perché l'Italia gli aveva preferito i berlusconiani e il Movimento
5 Stelle.
Canzano
3- Quali sono state le scelte prese?
COLLA
- Capo di un governo d'emergenza (che
ormai in Italia pare essere divenuta la norma), Renzi ha continuato sulla
strada del suo méntore Napolitano, organizzando una batteria di ministri spesso
scelti non proprio in base all'esperienza politica e alle competenze tecniche:
tanto da rendere minacciosamente concreta l'ipotesi che dietro le quinte del
governo stiano i "poteri forti" (come si è visto — o intravisto — con
lo scandalo della Banca Etruria, per esempio).
Canzano
4- Come è stata redatta la Carta Costituzionale nel 1947?
COLLA
- Proprio per questo, basta guardare brevemente al passato per capire che il
futuro suggerito dalla riforma Boschi non porterebbe niente di buono. Il 2
giugno 1946 le elezioni non servirono soltanto a scegliere fra monarchia e
repubblica, ma anche a eleggere i deputati dell'Assemblea Costituente, che
avrebbe dovuto redigere la nuova Carta Costituzionale. Una volta eletta,
l'Assemblea nominò al suo interno un'apposita Commissione per la Costituzione,
composta di 75 (settantacinque!) membri incaricati di stendere il progetto
generale, e che a loro volta si suddivisero in tre sottocommissioni (diritti e
doveri dei cittadini, organizzazione costituzionale dello Stato, rapporti
economici e sociali) i cui presidenti contavano dai 51 ai 71 anni: persone dalla
solida esperienza di vita e dalla preparazione maturata in anni in cui la
scuola (pre-fascista e fascista) era sicuramente elitaria, ma ineccepibile sul piano
qualitativo. Furono queste persone a sovrintendere ai lavori, che si
protrassero per un anno e mezzo
finché il testo finale fu approvato il 22 dicembre 1947.
Canzano
5- Oggi invece?
COLLA
- Ora, a fronte di questo cospicuo dispendio di tempo, competenze ed energie, è
plausibile che il compito (nientemeno!) di modificare la Costituzione possa
essere stato serenamente affidato a una persona sola, di limitata esperienza
politica e professionale, in una manciata di settimane? A mio avviso, no.
Canzano
6- Cosa avrebbero dovuto fare per essere credibili?
COLLA
- Se un progetto di riforma della Costituzione fosse stato presentato da un
pool di esperti riconosciuti come tali, e dopo molti mesi di studio, la cosa
sarebbe ben diversa. Ma così, nei termini in cui questa "riforma" ci
viene presentata, il sospetto che si tratti di una manovrina ad personam (anzi, ad personas, perché sono in diversi a trarre giovamento da Renzi e
da questo Pd) — questo sospetto, dicevo, non mi sembra soltanto legittimo ma
anche tragicamente fondato.
Canzano
7- Il tuo voto per questo referendum?
COLLA
- Poiché in discussione non c'è soltanto qualche cavillo
burocratico-amministrativo, ma il rischio concreto di una deriva che peggiori
ulteriormente la situazione di questo sgangherato ma nostro Paese, non vedo altra scelta che dire "no". Forte
e chiaro.
Alessandra
Colla Nata a Milano, si è laureata in
filosofia medioevale all'Università Cattolica, con una tesi su "Il
problema dello Stato nel Commento di Giovanni Buridano alla politica di
Aristotele"; sposata, ha un figlio e un cane. Ricercatrice indipendente e
giornalista pubblicista, ha diretto per oltre vent'anni le riviste
"Orion" e "Origini" e contribuito ad animare la Società
Editrice Barbarossa; attualmente collabora con le riviste "Eurasia"
(di cui è anche direttore responsabile) e "Terra insubre". Nel 1985
ha pubblicato un interessante saggio sulla figura di Ipazia.
Cura
un sito personale ("Caos scritto",http://www.alessandracolla.net/) e
continua a studiare: attualmente sta approfondendo le tematiche
dell'antispecismo e dell'ecofemminismo.
giovanna@giovannacanzanoo.it
338.3275925
Giovanna Canzano - ©
- 2016
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