Venerdì 13 novembre 2015
ISIS ISLAM OCCIDENTE, E POI?
Punti di vista di intellettuali e politici dopo gli attentati di
Parigi.
16 novembre 2015
di Giovanna Canzano
Forse sono sconvolta, forse rassegnata. Ma purtroppo quello che posso fare, è di sentire
autorevoli esponenti del mondo della cultura e mondo politico, i loro pareri
sui fatti di Parigi del 13 novembre 2015, e, insieme a loro, cerco di capire
qualcosa di più, qualcosa che tutti hanno detto, chi in modo timido chi
urlando, che, c’è qualcosa che non comprendiamo, nessuno si sa spiegare i
motivi di tanta violenza, e, perchè si vuole inculcare il terrore nelle nostre
vite. Spunta fuori un motivo angosciante: VENDETTA! Di cosa? Ma se i
‘cosiddetti’ terroristi agiscono in modo da non farci comprendere chi sono e da
chi. Chi, l’ISIS? L’Islam? Islam no, è solo una religione pacifista. Ma allora
perché i terroristi si dicharano mussulmani? E, ammazzano altri mussulmani? Ma
allora, chi sono i mussulmani? Hanno due ‘facce’? o forse in molti non sanno
cosa sia questa religione nata nei paesi arabi qualche secolo dopo la nascita
del Cristianesimo. O, ‘persone’ senza scrupoli armano questi ragazzini, molti
dei quali nati in occidente, arruolati con promesse che si realizzeranno
nell’aldilà, per andare a morire (kamikaze), o portare la morte ad altri. Tutti
ci chiediamo: chi è la mente che ha creato tutto ciò? Ecco, questo lo chiediamo
agli intervistati.
Prima di leggere i vari commenti, voglio riportare la e-mail di una
carissima amica, scrittrice che conosce bene quei posti, per averci vissuto per
tanti anni, ma che per motivi di sicurezza personale, non vuole che io faccio
il suo nome, e io, rispetto la sua volontà:
“Mi sono sentita per anni
un'inutile Casandra. Poi quando uscì il libro della Fallaci mi era sembrato di
aver trovato un'anima gemella. Il fatto di aver vissuto per tanti anni in un
paese mediorientale mi ha aperto gli occhi e fatto capire molte cose.
L'integrazione tra queste due civiltà
è difficile se non impossibile.
Avviene quando si tratta di pochissimi individui in un mondo occidentale. In
questo caso si adeguano ovvero si camuffano fin quando fa loro comodo. Da
notare che ho amici musulmani con i quali ho dialogato e ottenuto aiuto durante
la guerra civile; presi individualmente sanno essere gentili, disponibili,
colti e simpatici. Il problema avviene sempre quando si fa leva sulle masse non
sempre ignoranti, spesso si tratta di gente laureata e super colta che diventa
sorda e cieca quando si tratta di una religione sulla quale non esiste
discussione alcuna. Sono sempre stata
contro questa migrazione selvaggia vista da me come una conquista. Mandare
avanti donne, che per loro non hanno peso, e bambini è stato un modo per
intenerire l'occidente. Ma nessuno si è
mai chiesto quanti di loro fossero veri profughi, soprattutto chi veniva
da paesi non in guerra...non è mancanza
di carità la mia ma lucidità per una situazione
già vissuta.
Vorrei che questo mio
commento, se utilizzato, rimanga anonimo. Spero di non chiedere troppo. Un caro
saluto”
FOAD AODI
A nome della comunità del mondo arabo in Italia il presidente Prof.
Foad Aodi esprime la solidarietà al popolo francese ed alla francia per il
gravissimo attacco ed attentato a Parigi e condanna ogni forma di violenza e
terrorismo e razzismo.
Bisogno continuare ad impegnarsi nel dialogo inter-religioso e a
favore della Pace.
DARIO DIMITRI BUFFA
L'islam moderato in pratica non esiste. Esistono brave persone,
tantissime, di fede mussulmana. E se è vero che non tutti gli islamici sono
terroristi e' altrettanto vero che tutti i terroristi sono islamici. E questa
parola va pronunziata senza remore boldriniane. Punto. A la guerre comme a la
guerre.
VITO BRUSCHINI
L’IS A PARIGI L’efferata strage di stampo terroristico, condotta da
una cellula yemenita di Al Qaeda contro la redazione del giornale satirico
Charlie Hebdo, nel gennaio di quest’anno, dopo una prima reazione di
indignazione da parte della comunità internazionale, non mi risulta che abbia
portato a nessuna concreta controffensiva. Oggi è l’IS, secondo la stessa
dichiarazione dei responsabili del Califfato, ad assumersi la responsabilità
degli attentati parigini. A parte qualche svolazzo di droni che hanno fatto
fuori alcune postazioni dello Stato Islamico e soprattutto aver spedito nel
mondo delle huri quel boia di Jihadi John, niente di decisivo è stato organizzato
da parte delle nazioni occidentali. Speriamo che questa volta il peso delle
stragi sia sufficientemente indigesto così da far decidere gli stati
occidentali, compresa la Russia di Putin, a mettere fine all’avventura del
Califfato. Ma esiste questa unitarietà d’intenti da parte delle nazioni? Oppure
gli interessi in campo sono troppo divergenti, tra americani, francesi,
israeliani e russi? Scommettiamo che anche questa volta non accadrà niente di
risolutivo? (Naturalmente spero ardentemente di perdere la scommessa).
ANTONIO CARACCIOLO
Sui fatti di Parigi sappiamo solo ciò che ci viene detto.
Esiste ormai una lunga tradizione di false flag ed è perciò prudente
non lasciarsi andare in giudizi affrettati, fatta sempre e comunque salva la
pietà per le vittime innocenti ed espressa a chiare lettere tutta la
solidarietà possibile.
Intanto, guarda caso,
l’attentato si svolge il giorno prima della visita del presidente iraniano in
Italia e poi in Francia. Guarda caso, un analogo sanguinoso attentato in Libano
contro Hizbollah passa in completo silenzio sui media nostrani. Le scene di
sangue e di morti ammazzati che giungono dalla Francia ci terrorizzano e
lasciano sgomenti, ma noi li percepiamo solo ora come un fatto straordinario,
che ci tocca direttamente, mentre scene ancora più terribili costituiscono da
decenni l’ordinarietà della vita quotidiana della gente in Iraq, in Libia, in
Afghanistan, in Siria… Tutti Paesi che noi - o meglio i nostri governi - siamo
andati a devastare… Non so come dirlo senza scatenare prevedibili reazioni e
speculazioni: non possiamo accorgerci del dolore e della sofferenza solo quando
tocca a noi; dobbiamo sentire l’Umanità come una sola, quando chiunque nel
mondo subisce ciò che anche noi oggi proviamo.
Detto questo, ed espressa la più assoluta condanna per gli attentatori
omicidi, chiunque essi siano, resta il problema politico di un Nemico che è
stato da Tutti chiaramente individuato, cioè l’ISIS, ma che anziché essere da
Tutti unitariamente combattuto, viene invece usato strumentalmente da Usa e
Israele, soprattutto, ma con il supporto determinante di Arabia Saudita e
Turchia, per ottenere un cambio di regime in Siria, dove il legittimo
presidente Assad ha il grave torto di non voler accettare il trattamento
clisterico inflitto a Geddafi…
Ci sono già segnali di gravi restringimenti delle nostre libertà
costituzionali: sembrerebbe che questo sia il vero obiettivo dei governi di
Francia, Italia e altri a venire. Occorre che i cittadini europei stiano
all’erta non contro l’ISIS - faccenda tutta militare da concludere in
Siria/Iraq -, ma contro le tentazioni illiberali del propri governi nel proprio
Paese. Occorre che i cittadini imparino a scendere in piazza come popolo
sovrano e non come marionette convocate dai media di regime.
DELIA CIPULLO
Ciò che accade a Parigi in queste ore è il segno che l'Europa, senza
scendere a patti, non ha difese contro la barbarie di queste cellule impazzite
che hanno come disegno quello di prevalere sull'occidente col sangue. Oggi più
che mai, è scontato ma occorre fissarlo come obiettivo da non abbandonare,
servirebbe la pace in Medio Oriente, chiaramente. E poi la collaborazione piena dei paesi arabi
moderati, che facciano terra bruciata intorno ai terroristi. Difficile.
Ammetterlo ma questa attività veniva egregiamente svolta dalle dittature
esistenti prima della primavera araba. In queste ore viene però a tutti noi -
che mai come in questi casi abbiamo bisogno di esprimerci, di dar sfogo alle
nostre paure per elaborarle - come si
possa accettare che due kamikaze si lascino esplodere nei pressi di uno stadio
in una delle Capitali europee più esposte, vittima meno di un anno fa di
un'altra aggressione terroristica gravissima, senza che la rete di intelligence
si accorga di alcunché. A pochi giorni dall'inizio del Giubileo dovrebbero
essere intensificare le attività di intelligence interna ed esterna.
Diversamente, la sensazione è che non ci si possa difendere da una guerra
attraverso il controllo delle frontiere o le leggi speciali. Quelle di ieri a
Parigi sono state operazioni militari organizzate che richiedono una risposta
intelligente prima e forte dopo. Siamo tutti francesi oggi ma una nuova
passeggiata sui Boulevard di un milione di persone e decine di capi di Stato
non ci farà avere la meglio su questo nemico spregiudicato e sanguinario e le
povere vittime del nostro 11 settembre si moltiplicheranno inevitabilmente nei
mesi a venire, cadute per mano di un nemico ormai non più invisibile che
intende offendere, prima che degli uomini, la loro cultura.
MARIANGELA CIRRINCIONE –
STEFANO ZECCHINELLI
Sicuramente è ancora molto presto per dare delle chiavi di lettura
credibili riguardo la nuova strage di Parigi, qualcosa però sentiamo di poterla
anticipare in attesa di conoscere di più. Intanto ancora una volta sono
esplicative le reazioni dei governanti europei, determinanti al fine di
comprendere dove vada o voglia andare l'Occidente. Queste reazioni tuttavia
sembrano essere le battute di un copione già scritto, le parti “per stare al
mondo”, politicamente correttissime, condite di lacrima e vidimate dal
“potere”.
Sui giornali italiani e dalla televisione di Stato, come del resto nel
resto dell'Europa, non abbiamo letto o udito, per ora, nulla di importante,
nessuna posizione politica forte ed indipendentista, ma solo e soltanto
lisciate di pelo di quel certo “potere” di cui ci accingiamo a dire. Non vi è
infatti alcuno sforzo, non vi è alcuna tensione verso la verità, alcun
tentativo di fuggire la menzogna da parte dei professionisti della notizia e
degli stessi politici, eletti in quanto interpreti migliori delle dinamiche
sociali e politiche e quindi potenzialmente scelti perché in grado di costruire
un mondo altrettanto “migliore”.
Non una parola sulla responsabilità dell’Occidente nell’armare i
terroristi di Daesh ed Al Nusra contro la Libia popolare di Gheddafi e la Siria
baathista. Non una parola sulle responsabilità dell'Occidente per i morti in
Medio Oriente, i morti in Crimea, a Beslan, e per questi morti. Non una parola
sulla verità della responsabilità, ma solo coretti confermanti menzogne, come
nel più crudele pirandelliano “gioco delle parti”.
Hollande, ad esempio, è forse disposto a fare il mea culpa per aver
subordinato la politica francese a quella del “regime cliente” di Casa Saud?
Hollande, o chi per lui grida colpevolmente ad un terrorismo di matrice
prettamente confessionale, ci sta forse dicendo che c'è terrorismo e terrorismo?
Non è forse il “regime cliente” della monarchia saudita ad appoggiare quello di
Stato contro gli sciiti nello Yemen? Non è forse terrorismo questo? Perché la
Francia ha armato ed arma questi criminali?
L’attentato di oggi crediamo sia figlio proprio della sconsiderata
politica estera – usiamo un termine chiaro: imperialista! – francese. Questo è
il nostro punto di partenza.
Le ipotesi sui fatti di Parigi, complessivamente, possono essere due:
(1) si tratta di una operazione di “falsa bandiera”, alla stregua
dell'11 settembre nel senso di come bene stamane ha scritto Maurizio Blondet, e
se così fosse presto ci saranno messaggi minacciosi verso Siria ed Iran.
(2) è un vero attentato jihadista figlio di quel capitalismo islamista
made in Casa Saud e bellamente foraggiato dall’Occidente. In questo caso
avrebbe pienamente ragione il presidente siriano Bashar Al Assad nel dire: «ora
voi europei sapete cosa proviamo noi siriani da cinque anni». La guerra
apparentemente senza senso, ma con uno scopo preciso, il caos organizzato per
delegittimare i governi democraticamente eletti ed “espropriare” i popoli della
loro sovranità, oltre che della loro “dignità”..
Mentre tutti oggi sono indignati e le bandiere sono a mezz'asta e
l'Europa a lutto – giustamente! – nessuno
spende una parola sull’orrendo attentato fatto dall’ISIS nella periferia di
Beirut, contro un quartiere popolato da sciiti. Perché in Occidente ci sono
morti più morti degli altri. Tutto ciò è esplicativo della profonda ideologia –
a volere usare un termine da truffa linguistica delle etichette – “razzista”
delle élites europee dell'antiterrorismo a gettoni, della pace alle
dollaro-condizioni che è pace ma non
troppo.
Cosa accade intanto nell'Occidente per eccellenza campione di
democrazia? Si prepara il ritorno dei neoconservatori: Obama zimbello della
lobby guerrafondaia ha già fallito e il clan dei Bush è già sul piede di
guerra. Domani ci sarà di nuovo il G-20 in Turchia ed Erdogan, uomo
allineatissimo ai neocon Usa, è padrone di casa. Che cosa diranno? Cosa
pianificheranno? Il responso è ancora molto incerto. Nelle prossime ore
capiremo qualcosa di più, ma intanto non possiamo che ribadire che prima di
decidere dove andare, ciò che
l'Occidente debba rivedere è certamente il suo rapporto con la verità.
ALESSANDRA
COLLA
Il terrore che ha devastato Parigi la notte scorsa dimostra
l’incapacità di leggere correttamente i fatti dell’11 settembre 2001: si
preferisce continuare a guardare il dito dell’attentato invece di esaminare la
luna immensa che vi sta dietro — la luna degli attacchi subito scatenati dagli
Stati Uniti prima contro l’Afghanistan (2001) e poi contro l’Iraq (2003), con
la destabilizzazione di quelle aree e la compromissione degli equilibri
geopolitici di tutto il pianeta. Volenti o nolenti, è necessario rendersi conto
che il terrore targato Isis non è un fungo velenoso spuntato dalla sera alla
mattina per gettare nello sconcerto le anime belle: l’Isis ha radici profonde
che originano dal rifiuto di dialogare con la galassia islamica, insieme
all’accettazione supina di una vulgata
ideologica propagandata dagli unici che hanno tutto l’interesse a impiantarsi
nel cuore del Medio Oriente per controllarlo; e sono radici nate in quel 2001,
quando il crollo delle Twin Towers piantò l’ultimo chiodo sulla bara del mondo
libero.
L’Isis non è l’islam. L’Isis è quello che gli islamofobi credono che
sia l’islam: e poiché non c’è miglior strumento di dominio che la paura, ecco
pronta la Paura Perfetta per l’Occidente, ben confezionata nel suo packaging concettuale e messa a punto là
dove da lustri si lavora per costruire il nuovo secolo americano.
FEDERICO DAL CORTIVO
Le notizie che stanno circolando sui principali media indicano la
solita pista dell'Isis, dopo la strage di Parigi, se fosse confermata allora
credo che bisognerebbe andare oltre e fare i nomi dei mandanti. Un operazione
come quella condotta nella capitale francese, è stata preparata e organizzata
non da dilettanti fanatici, che poi alla fine sono la bassa manovalanza, ma a
mio avviso da centrali d’intelligence, che da tempo tirano i fili dei burattini
dell’Isis. Dietro a questa sigla che oramai nell’immaginario collettivo ha
preso il posto dil Al-Qaida, ci sono i servizi statunitensi, sauditi, turchi,
israeliani.
Se fosse acclarato che si
tratta di cellule dell’Isis, il governo francese dovrebbe chiedere conto ai
governi di quelle nazioni, i servizi segreti francesi certamente sanno, bisogna
vedere se Hollande avrà il coraggio di indicare i mandanti, perchè lo ripeto,
Isis, Al-Qaida, sono figli degli stessi padri, creati per rovesciare governi
legittimi, come quello del Presidente siriano o destabilizzare intere aree o
stati. Resta da capire perchè si sia voluto punire la Francia, perchè di
punizione si tratta, nonostante faccia parte dello schieramento occidentale,
che forse comincia a scricchiolare dopo l’intervento russo in Siria e le
sanzioni imposte da Washington alla Russia, che stanno danneggiando solo l’Europa.
Il terrore e le emergenze sono elementi fondamentali quando si vuole ricompattare
le file contro un nemico, e varare leggi liberticide con la scusa della
sicurezza interna, imbavagliando così ogni possibile opposizione, il Patriot
Act negli Stati Uniti dopo l’auto attentato dell’11 settembre è emblematico.
ALEXANDR DUGIN
Gli Stati Uniti manipolano i terroristi islamici, la guerra in Europa
è cominciata.
STEFANO FABEI
La Francia e l'Occidente raccolgono quello che hanno seminato!
ENRICO GALOPPINI
Quello che sta accadendo in Europa è un film già visto in Italia con
la "strategia della tensione".
Siccome nella stessa Europa esistono forze contrastanti - e cioè non è
vero che tutta la classe dirigente vuole lo scontro con la Russia e l'Iran -
ecco che i nostri "alleati" ci riservano questo trattamento, per
"consigliarci" la scelta giusta.
E nel frattempo, ne approfittano, con la scusa dello "stato
d'emergenza", per far digerire di tutto e di più.
Tanto, c'è "il terrorismo"!
TOUHAMI GARNAOUI
Attacco alla democrazia, ai nostri valori, all’umanità! L’emozione est
portata alle stelle. Come dopo l’attentato dell’undici settembre.
Bandiere a mezz’asta sui palazzi dei governi occidentali, si parla
dell’apertura di un nuovo Guantanamo. Come dopo l’attentato dell’undici
settembre.
Si è parlato immediatamente di ritrovamento di alcuni passaporti come
prova intangibile della matrice dell’attentato. Come dopo l’attentato
dell’undici settembre.
Si è puntato immediatamente il dito contro la matrice jihadista di
Daech, a tutt’oggi finanziato dalle monarchie arabe, addestrato, armato, e
assistito da Turchia, Israele, Occidente. Come dopo l’attentato dell’undici
settembre, si era puntato immediatamente il dito contro la matrice jihadista di Al-Qaeda,
creazione dell’Occidente per combattere l’esercito rosso in Afghanistan.
Subito si è trovato il capro espiatore. Non è più il mullah Omar di
Qabul, è la volta del dittatore Bachar Assad di Damasco.
Oggi come allora, come dopo ogni attentato, ci si chiede cosa sapevano
i potentissimi servizi segreti occidentali, ormai capaci di vedere un ago in un
pagliaio a mezzanotte.
Concludo osservando l’estrema pericolosità della prima dichiarazione
di Hollande quando dice: “Quello che è successo è un atto di guerra e di fronte
alla guerra, il paese deve prendere le decisioni appropriate. (La Francia)
agirà con tutti i mezzi nell’ambito del diritto, tutti i mezzi che convengono,
e su tutti i terreni, interni come quelli esterni, in concertazione con i
propri alleati, che sono, essi stessi oggetto di mira di questa minaccia
terroristica”.
Sembrano le parole di G.W. Bush dopo l’attento dell’undici settembre
annunciando all’umanità una guerra lunga, chiedendo sacrifici e promettendo la
vittoria, con tono magari più freddo. Non si è capito a cosa servono ancora le
Nazioni Unite e, soprattutto, la vittoria di chi contro chi.
CARLO GAMBESCIA
A brigante, brigante e mezzo…
I tragici fatti di venerdì
sera, ultimi di una catena di attentati anche in Medio Oriente, impongono una riposta forte, come quella
degli Stati Uniti dopo l’11 Settembre. Con
una variante: contro le basi nemiche vanno usate armi non convenzionali,
in particolare, pensiamo al pendant tattico.
Il nemico si può sconfiggere solo usando una forza militare superiore,
che abbia due finalità in ordine scalare: 1) la deterrenza, che necessita
però di una minaccia, fondata
sull’esempio di un precedente durissimo, meglio se terrificante; 2) la
soppressione del nemico stesso, quando proprio non vuole capire, mediante
l’annichilimento militare.
Tradotto: a brigante, brigante e mezzo. Occorre
però una grande alleanza
politico-militare, come contro Hitler, che dovrebbe scattare subito. Anche
perché, forse, siamo già oltre il riarmo
della Renania (1936)… Ne sarà capace la
Francia, che pure dispone della triade?
E la belante Europa? Che già,
dopo poche ore, stando alle varie dichiarazioni, rispolvera il solito prudente
approccio diplomatico, pedagogico e
poliziesco: ambasciatori di buoni
affari, maestri e galera... Sugli Stati Uniti di Obama - che pure
potrebbero - sospendiamo il giudizio. Inoltre Cameron non è Churchill ma
neppure Margaret Thatcher. Putin,
invece, avrà sicuramente già preso in considerazione l' ipotesi. Ma è isolato. Quanto alla Francia siamo
pessimisti. De Gaulle, avrebbe agito già
da tempo, altro che Hollande... Anche per evitare - non stiamo ironizzando - derive OAS.
L’inevitabile, fai da te… La
guerra civile… Ovviamente sul suolo
francese. Ma sarebbe solo l'inizio. Hobbes docet.
DORIANA
GORACCI
Hollande decreta lo stato d'emergenza e chiude le
frontiere e io che faccio chiudo Facebook e me ne vado a letto?
E' un incubo e magari se lo condivido non cambia niente
ma mi sento più sollevata o carico di affanno e ansia altra gente? Sembra
sempre più vicino l' attentato, quelle notizie mostruose a cui siamo assuefatte
anche noi donne, che leggiamo di tante donne saltate in aria al mercato magari
in Afghanistan o da altre parti del mondo che in alcuni paesi del viterbese
dove vivo, neanche ne sanno l' esistenza. Ma perchè io sono così ferrata in
geografia, in politica in economia ...? E' uno sfogo da nulla il mio, non devo
dare notizie, non sono una giornalista, non devo dare opinioni non sono una
opinionista non mi paga nessuno eppure non mi sento libera, eppure non mi sento
in pace eppure siamo in guerra. Mia figlia stasera mi ha telefonato dalla
Francia e mi ha detto "mamma hai saputo?" E come li rincuoro io i
miei figlie e nipoti che hanno trovato lavoro emigrando fuori, come possono
rassicurarmi loro? Eppure dobbiamo ritrovare un senso a questa nostra esistenza
ed è atroce chiudere la giornata e la pagina sapendo che neanche sappiamo
quante persone sono morte in una serata di novembre, a Parigi, che a per stare
a casa c'è sempre tempo... Era a maggio del 2014 che in Francia simulavano un
attacco terroristico.
MARCO IACONA
Siamo sotto attacco. Dev'essere chiaro a tutti. Chi
viene attaccato deve difendersi. E deve fare in modo che chi offende non sia
messo nelle condizioni di reiterare le proprie azioni. Ciò che papa Francesco
va ripetendo lo penso già da tempo. La prima guerra mondiale fu di trincea, la
seconda una guerra che coinvolse civili e popolazioni. Una guerra totale. La
terza, quella che (non) stiamo combattendo, è una guerra terroristica. Prima al
Qaeda, adesso lo Stato islamico, gli obiettivi non sono militari, anzi
tutt'altro. Ai terroristi, in questa fase, interessa scatenare il panico,
seminare insicurezza, reclutare aderenti. Si attaccano i simboli
dell'Occidente, quelli che hanno reso questa parte di mondo ciò che in realtà
è. Una porzione di umanità libera e con un notevole grado di benessere. Inutile
nasconderlo siamo anche rosi dai "sensi di colpa". Da decenni alcuni
occidentali hanno talento nell'arte di battersi il petto per recitare il
"mea culpa". D'accoro. tutte le responsabilità che vogliamo, compresa
quella di fidarci troppo dell'attuale amministrazione Usa e di esserci
appiattiti sulla politica di Israele. Inclusa quella di sentirci finiti,
secondo certe filosofie ultranichiliste. Ma la prima cosa da fare è pensare
seriamente a difenderci. Prima dai nemici e poi se è il caso da noi stessi.
ANGELA LANO
Dal 2011, gruppi qaedisti (di cui l'ISIS fa parte), sono stati
pesantemente armati, addestrati, finanziati da Europa-Usa (e alleati
turco-arabi) per abbattere regimi e dittature non funzionali all'Impero (perché
quelli funzionali, come l'Arabia Saudita, sono tenuti in gran conto).
Questi gruppi hanno contribuito a devastare Libia, Siria, Iraq e altri
Stati.
Gruppi qaedisti, armati e addestrati da
Europa-USA-Turchia-Qatar-Arabia Saudita e alleati della Nato, sono passati
dalla Libia alla Siria. Ci sono testimonianze, documenti, foto e sono stati
pure chiamati "eroi".
Solo ora media e leader politici scoprono che esistono?
Hanno armi e "know-how" a sufficienza per fare ciò che
vogliono fare. E sempre pro domo dell'Impero trasversale occidento-arabo.
Sono stati appoggiati fino a ieri; gli Usa fanno finta di combatterli;
hanno sostenuto in tutti i modi il traffico (tratta) di immigrati e profughi
verso l'Europa, tra i quali con molte probabilità combattenti dell'ISIS; fanno
distinzione, ridicola, tra qaedisti moderati e qaedisti cattivi in Siria; se la
prendono con la Russia che li bombarda; insomma, li trattano da
"alleati", cioè asset. E ora gridano al terrorismo?
Attentati come quelli di Parigi, eseguiti da un gruppetto di
terroristi e con relativamente poche armi, rappresentano una nuova frontiera
del terrorismo, esportato dal Medio Oriente in fiamme da decenni. Chiunque,
tecnicamente, può realizzarli.
Non si tratta più di grandi organizzazioni che agiscono, ma di
"cellule" che, giunte dall'esterno o risvegliate dall'interno, dopo
l'ordine ricevuto o l'auto-decisione e il "patto di alleanza" con il
gruppo qaedista, si attivano.
E sono, a mio avviso, incontrollabili.
Chi compie questi attentati ha una base dottrinale wahhabita neo-salafita
esportata dall'Arabia Saudita e molto diffusa anche in Europa (in Italia è
molto trendy). Il problema è che le nostre istituzioni, che sanno, tacciono e
lasciano fare. E perché? Perché il neo-salafismo jihadista è funzionale ai
piani imperiali.
MARIA GABRIELLA LAVORGNA
Quando accadono eventi terribili in ogni parte del mondo di violenza
inaudita, davanti ai quali ci sentiamo impotenti, molti restano nel silenzio
attoniti. Si susseguono reazioni di paura, rabbia, odio, vendetta, minacce e
disperazione. Poi arriva il momento delle riflessioni di cosa possiamo fare da
soli e comunque ipotizzare possibili soluzioni per attuare strategie di Pace.
Ed ecco che, per quanto sia difficile, dobbiamo avere la consapevolezza che
proprio nei momenti più tragici restare con la mente ferma e il cuore aperto,
fa una gran differenza. “Paura”, emozione compulsiva del genere umano come
riflesso difensivo in situazioni di pericolo, può provocare effetti devastanti.
Il terrorismo scommette sempre sulla paura. Non solo la paura che diffonde
nella società, ma la politica della paura con cui lo stato reagisce. Affermava
Gandhi che la non-paura produce prima o poi non-violenza (“ahimsa”= innocenza,
nel senso letterale di non nuocere). È nei momenti di paura che diventa ancora più
importante restare vigili e critici, per non lasciare che atteggiamenti di
qualunquismo e manipolazione prendano il sopravvento. Perchè è in questi
momenti che siamo chiamati a risplendere in tutta la nostra luce e a dare il
meglio di chi siamo, in ogni pensiero e singolo gesto per noi stessi e per il
mondo. Cambiando se stessi, cambierà il mondo che ci circonda e la sua
vibrazione.
RICCARDO LUCARELLI
MA CHE COLPA ABBIAMO NOI, SE NON SIAMO COME VOI!
Il massacro di Parigi, mi rimanda direttamente all’esortazione
apostolica “Ecclesia in Europa” di San Giovanni Paolo II in cui invitava i
cattolici d´Europa a «svegliarsi e rinvigorire ciò che sta per morire» e dà
le istruzioni perché «promuovano un nuovo annuncio del Vangelo». "Non si tagliano le radici dalle quali
si è nati": lo dice in polacco, alla fine della preghiera domenicale,
improvvisando dalla finestra di piazza san Pietro.
La nuova Costituzione europea ha rinunciato alla sua identità
culturale, gli elementi che definiscono l'Europa come tale: le radici cristiane
e l'eredità greco-romane. Si è preferito dar credito ad un'Europa giacobina dei valori cari
all'Illuminismo alla rivoluzione francese.
Tutto quello che dopo è venuto ha avuto il battesimo simbolico con
questo tragico presupposto !
Questo è il momento del raccoglimento e della partecipazione al dolore
dei francesi, ma subito dopo prendere le distanze da tutti quelli che soffiano
sul fuoco contro Israele e lo vorrebero isolato; da tutti quelli ossessionati
dal complottismo GChiesa style; da tutti i laicisti di Laicolandia e i finti
progressisti con il doggiornali e tv per propinarci inverosimili distinguo pur
di non ammettere di aver avuto torto! ma del multiculturalismo; dalla bella
Europa socialista impegnata oggi a marchiare i prodotti israeliani. Su tutto,
una pietra sopra chi intervista Imam sui giornali e tv per propinarci
inverosimili distinguo pur di non ammettere di avere avuto torto!
GIOVANNI LUIGI MANCO
L'Europa del Rinascimento, di Bruno, dell'Illuminismo, di Voltaire è
ormai lontana anni luce da noi. Oggi è terra di vigliacchieria e violenza
camuffata da buonismo.
Come non ricordare la risposta all'assassinio di Theo Van Gogh,
regista del cortometraggio “Submission” sull'oppressione delle donne nei paesi
islamici? Tutti i festival cinematografici si sono rifiutati di proiettare la
sua opera.
La risposta al massacro dei giornalisti di “Charlie Hedbo”: le
vignette (intelligenti e ironiche) avrebbero offeso la religione islamica.
La decisione del Governo britannico di occultare nei musei i quadri
che raffigurano Maometto, sia pure in modo non offensivo.
Il silenzio sulla decapitazione di un dirigente industriale davanti ad
uno stabilimento di Lione.
La scuola italiana che interdisce la visita della mostra di Chagall
per due crocifissi che disturberebbero la sensibilità di alcuni allievi
islamici.
Tutto in fumo il sangue dei martiri per la liberazione dell'Europa
dall'oppressione religiosa? Si ricomincia da zero?
Le religioni rivelate sono tutte intrensecamente violente, non possono
non esserlo veicolando la “verità assoluta”, la legge inviolabile di Dio.
Violenza inevitabilmente esercitata potendo contare sulla “credula pazzia”
degli adepti. Come si può ignorarlo? La storia non insegna niente?
Ma, diciamo la verità, il fondamentalismo è solo un aspetto, o meglio
il braccio armato, della rabbia del mondo islamico massacrato, affamato,
derubato dall'Occidente. Veramente pensavamo di non dover pagare il conto delle
false “primavere” arabe, dei pilotati conflitti etnici, delle aggressioni
militari, delle conseguenti migrazioni forzate?
Questa non è la nostra Europa e non vogliamo essere suoi complici.
Il buonismo lasciamolo agli stolti e agli sciacalli della plutocrazia.
Noi diciamo NO!
CARLO MARCONI
La convinzione intima dell’islamico “moderato” e il progetto
escatologico dell’islamismo radicale convergono: il confine dell’Islam coincide
con il confine del mondo.
Se non si comprende, per non avere studiato il Corano come fonte di
ispirazione e di comportamento per i “credenti”, che tutto il mondo è
considerato terra islamica, in parte abitata dai musulmani ed in parte ancora
abitata dagli infedeli che devono essere “aiutati” a riconoscere questa verità,
non si potrà mai riuscire a comprendere quanto succede e succederà nei prossimi
anni.
L’Islam è nemico totale della nostra civiltà, cristiana giudaica o
laica che sia, ed il progetto già disegnato nel VII secolo della nostra era è
quello di ri-portare tutta la terra sotto il dominio degli eredi di Maometto,
profeta di Allah.
Con la nascita del sedicente Islamic State of Iraq and Syria, ISIS, si
è compiuto un enorme salto di qualità tattico nell’ambito della strategia
islamista di conquista del mondo.
Salto aiutato dalla cecità avida di vaste componenti occidentali, Usa
Francia e Gran Bretagna, e dalla cecità irenista di vaste componenti di
opinione, cattolici adulti e sinistre eleganti.
La guerriglia di Parigi non è operazione terroristica ma un atto di
guerra inserito in una strategia di attacco globale.
Purtroppo è solo l’inizio.
MARIO MICHELE MERLINO
Semplice diretto feroce atteso. la notte di Parigi ha visto compiersi
la vendetta dell'ISIS per i bombardamenti o per qualsiasi altra motivazione. Ce
n'è sempre una o più a portata di mano o tastiera. Però anche pianificare più
obiettivi sparare nel mucchio mai diretto contro uomini eccellenti o
istituzioni. L'odio religioso verso l'Europa laica e desacralizzata; farsi
saltare in aria in nome di Allah e del suo profeta quando, da noi, se uno si
difende in casa dai rapinatori viene condannato e si suicida, delirio di
onnipotenza verso una Europa che di potenza conosce solo l'invasiva e
occhialuta presenza delle banche... il quadro appare semplice lineare,
tragicamente definito. O noi o loro e, se occorre una ulteriore stretta alle
libertà comunitarie identitarie antagoniste. eppure quando il quadro è troppo
perfetto si ha il diritto e il dovere di temere sia un falso... e qui gli
ingredienti ci sono tutti...
ENRICO MOLINARO
Nel condannare nettamente gli esecutori e soprattutto i mandanti
vigliaccamente nascosti degli orribili attentati di venerdì scorso a Parigi, va
rifiutato con pacata fermezza il tentativo di terrorizzare e condizionare
l'opinione pubblica francese ed europea.
Esprimendo la più profonda solidarietà ai cittadini ed al governo
francese, in particolare alle vittime dei vili attentati ed i loro familiari,
ribadisco con convinzione il rispetto, la conoscenza e la valorizzazione delle
identità collettive come strumento di comprensione e conoscenza reciproca in
uno dei momenti più oscuri e difficili. Suggerisco l'idea di convocare una
conferenza internazionale al fine di approfondire ed evidenziare le motivazioni
politiche, ideologiche ed identitarie che spingono i mandanti dei recenti atti
terroristici di apparente matrice radicale religiosa in Europa, nel
Mediterraneo ed in Medio Oriente, e di concordare azioni comuni di contrasto
efficace a tali tentativi di condizionamento psicologico di massa.
Gli orribili attacchi parigini proprio quando il presidente dell' Iran
Rohani programma di andare in Francia? Hanno pianificato tutto in modo militare
compresa la data: guerra glocalista contro le élites stataliste (Holland,
Putin, Obama, Al Sisi, Rouhani, Abdallah, Renzi) che vogliono ripristinare il
modello Stato-nazione in Siria e Libano nato col Códe Napoléon e sviluppato col
partito statalista laico Baath di Assad (padre e figlio).
Di fatto questi attentati di matrice glocalista finiranno per
ritorcersi contro chi li organizza, intensificando l'intervento militare
statalista in Siria piu marcato rispetto ad oggi col manifesto sostegno del
leader statalista russo Putin? Dipenderà dall'efficacia della propaganda
mediatica glocalista terrorizzante sui cervelli manipolati di francesi ed
europei. Siamo tutti terrorizzati, persino in Italia, non a caso gli attacchi
sono stati programmati proprio nel weekend, quando l'audience dei media a tutte
le età è maggiore. Ricordate il monito di Buscetta a Falcone sui mandanti manipolatori
glocalisti oltre la cupola mafiosa? Menti raffinatissime! Come nel caso degli
attentati glocalisti a Mombay del 2008 e 2011 x impedire l'ascesa dell'India
statalista, in crescita politica economica e geostrategica, anche nel gruppo
dei 5 paesi BRICS (allora senza Sudafrica).
Questi però sono colpi di coda glocalisti, a Beirut, in Turchia, in
Sinai, ed ora a Parigi, perché in questo periodo l'onda statalista avanza
inarrestabilmente!
CLAUDIO MUTTI
La Francia ha raccolto quello che la sua classe di governo ha seminato
in questi ultimi anni, mettendo il Paese a rimorchio degli Stati Uniti e
partecipando attivamente all'azione di destabilizzazione svolta nel
Mediterraneo e nel Vicino Oriente dalle forze della sovversione atlantica.
Parigi ha armato e sostenuto le forze eversive in Libia ed in Siria ed ha
favorito un flusso migratorio incontrollato che ha esposto l'Europa alla
penetrazione terroristica. Se la Francia e l'Europa vogliono davvero combattere
il terrorismo, devono rovesciare in maniera decisa e radicale la linea politica
seguita fino ad oggi, da una parte rivedendo i rapporti con gli Stati Uniti e
coi loro alleati nel Vicino Oriente, dall'altra stabilendo un'intesa con la
Russia e sostenendo il governo di Damasco e tutte le forze che in Siria e in
Iraq combattono il terrorismo.
GIOVANNI PETROSILLO
Dopo l'11 Settembre gli Usa hanno invaso Afghanistan e Iraq e poi
hanno finanziato, sponsorizzato e guidato le primavere arabe inseguendo
volutamente il caos per mettere disordine nelle teste degli altri. Come
riferisce un Generale russo, se i soldati dell'Is si muovono bene è per merito
di ufficiali iracheni, i quali non si sono schierati con il Califfo per
osservanza coranica ma per amor di patria perduta. Sta di fatto che ovunque
l'Alleanza Atlantica metta piede per portare libertà e democrazia accade
esattamente il contrario. Ovviamente, non si ammette neanche l'errore perché
l'orrore è quanto meno calcolato. I disguidi fanno parte del gioco e permettono
di pesare la fedeltà dei partner. Meglio la violenza generalizzata e
l'instabilità diffusa che una fetta di territorio ceduta ad un vero nemico
strategico o potenzialmente tale che si affaccia nel mondo multipolare. Bisogna
colpire gli interessi altrui sul nascere per non rischiare di compromettere la
propria proiezione egemonica. Ed infatti, se ci pensate bene, un nuovo Stato di
teste calde (Is), nel cuore del Vicino Oriente, confinante con altri stati di
teste calde, ognuno con la volontà di prendere il sopravvento nell'area (dalla
Turchia, all'Iran, senza dimenticare Israele) non sempre disposti alla
ragionevolezza - di cui gli statunitensi sono custodi, sia in senso diplomatico
che militare - è un buon modo per far venire tutti a patti. Dietro questo
grande guazzabuglio ci sono ottimi scenografi che non parlano le lingue del
posto ma si fanno capire. Eccome si fanno capire. Anche da chi finge di non
capire. Forse i francesi hanno pestato il piede sbagliato o si sono spinti dove
non avrebbero dovuto. Del resto, non è un segreto che essi, insieme a turchi,
inglesi, americani e sauditi hanno finanziato lo Stato Islamico. Ricontrollino
le fatture dei versamenti per cercare qualche indizio dei loro guai.
ROBERTO PICCARDO
È in atto una guerra e non da oggi, ma non una guerra tra
"islam" e "occidente", che se ci fosse sarebbe come, mi si
passi l'iperbole, fare una partita, tra gli All Blacks e il Real Madrid. Quale
fallo fischierebbe l'arbitro? Il "mani" dei neozelandesi o il
passaggio in avanti dei "madrinisti"? La guerra è quella di sempre,
quella geostrategica tra la potenza terrestre e quella marittima. Il "gran
gioco" di Kipling in chiave contemporanea. Daesh, curdi, houti yemeniti,
militari egiziani, al Nusra e molti altri, non sono che utili idioti,
sanguinari e incongrui che verranno spazzati via non appena l'equilibrio oggi
infranto si ricostituirà ad un altro livello fintanto che anche questo non sarà
un altra volta messo in crisi. A Parigi, come già avvenne a New York, Londra e
Madrid si è vissuto lo straripamento di quel conflitto che non possibile
sigillare in aree lontane assorbendone solo l'immenso cascame umano dei
profughi disarmati. E intanto si approfitta per ipotizzare la riduzione
sistematica della piena cittadinanza dei musulmani d'Europa, cittadini o soli
residenti non importa. Quinta colonna di una vaneggiata invasione, dovranno
essere messi sotto tutela? diminuiti nei loro diritti civili? vuoi ristretti in
ghetti strettamente sorvegliati o in lager come i 110 mila nippo-americani tra
il '41 e '44? Siamo, noi musulmani 20 milioni in Europa occidentale. Chi vuole
lo scontro è idiota e criminale, sia esso dei "nostri" o dei
"loro". Tengano a bada tutti quanti i loro mastini da guerra; si può
e si deve fare, alternativa un bagno di sangue e che Iddio ce ne scampi.
ANTONIO POCOBELLO
Sui fatti di ieri sera a Parigi ancora non mi sono
fatto un pensiero chiaro e completo.
Purtroppo devo aspettare qualche notizia da cercare
sulla stampa libera; di questa padronale e dei banchieri non mi fido per
niente.
Ma se oggi abbiamo documentazione di come, da chi e
perché furono abbattute le torre gemelle tutto ci porta, in ipotesi, agli
stessi criminali soggetti.
Intanto dovremmo dire che non sarebbe lo stesso
occidente che ha distrutto la Libia per interessi economici, che ha 'giocato'
la sua guerra democratica in Siria con la scusa delle armi chimiche di Assad,
che per molto tempo ha sostenuto ed alimentato i terroristi dell'Isis (anche
solo non sostenendo chi ha voluto contrastarli realmente) per poi aver fatto
finta di combatterli. Forse è ora che l'Occidente si renda conto anche di
questo.
Vicini alle vittime francesi, vittime non solo di
questo terrorismo ma anche delle politiche stesse di chi ha deciso e decide per
loro.
GIORGIO PRINZI
Sto cercando di ordinare in maniera logica e razionale
tutti gli elementi disponibili, direttamente, ma anche senza evidenza
esplicita, collegati o collegabili agli avvenimenti di Parigi.
L’aspetto di maggior impatto è che ormai siamo in un
clima aperto di conflitto, di quella paventata “guerra tra civiltà” – sempre che
l’islam così violento e sanguinario possa venire definito civiltà – se non
sotto il profilo strettamente militare di guerra aperta e totale sul campo,
senza dubbio sotto il profilo dei sentimenti di massa, di un’opinione pubblica
occidentale, compresa quella paciosa e “buonista” italiana, che esprime sdegno
e si pronuncia con parole bellicose.
Ovviamente sono stati e sono in molti, da una parte e
dall’altra, ad avere interesse a soffiare sul fuoco dello scontro frontale e
del conflitto; di contro, sul fronte avverso, quello dei cosiddetti
“pacifisti”, dialogatori aperti e misericordiosi, non ci si rende conto che
posizioni acritiche e tetragone, senza se e senza ma, fanno il gioco, come
stanno facendo in queste ore dei “guerrafondai”, ingenerando risentimento e
sdegno nell’opinione pubblica non caratterizzata nei confronti di chi ha un
atteggiamento possibilista, per non parlare nei confronti di coloro che
sostengono ancora l’apertura di un dialogo.
In questo vedo un rischio terribile, oltre
l’accelerazione verso l’allargamento dello scontro militare propriamente detto,
quello dell’apertura di fronti conflittuali interni sotto forma di emergenza
bellica interna non ufficialmente sancita, ma messa in atto da apparati
autoreferenti di sicurezza, che ora potrebbero cominciare a contare sul
sostegno della maggioranza dell’opinione pubblica e sul malessere, da tempo
reale e sentito, di organi critici dello Stato, quali Forze dell’Ordine ed
Militari.
OUDAY RAMADAN
Secondo me siamo di fronte ad una tragedia immane. Il
terrorismo ha colpito il cuore dell'Europa. Tutto questo è dovuto alle
politiche americane che hanno destabilizzato il Vicino Oriente aprendo il tappo
del nido dei calabroni. Calabroni ben finanziati dall'Arabia Saudita e ben
appoggiati dai vassalli d'Europa compreso Holland. Per combattere il
terrorismo, gli europei hanno una sola strada quella di collaborare con il
governo della Repubblica Araba Siriana e la Federazione Russa. Ogni altra
strategia è dedita ad allargare il campo d'azione di questi immondi. Gli
Europei, purtroppo, e grazie alle
politiche dei loro governatori sono incapaci di affrontare persino un topo
d'appartamento, figuriamoci quando si tratta di affrontare un esercito di ratti
ben addestrati e finanziati.
LORENZO SALIMBENI
Di fronte alla notte di terrore vissuta da Parigi, la memoria può
andare ai sommovimenti delle banlieu e possiamo pensare ad un salto di qualità
della guerriglia urbana. Il problema è che fra questi due eventi lo Stato
francese non ha ripensato ai limiti ed alle imperfezioni del suo modello
sociale con riferimento all'integrazione, anzi, si è preferito mescolare nel
torbido delle seconde e terze generazioni di immigrati privi di precisi
riferimenti identitari. Da questo brodo di cultura provengono molti Foreign
Fighters che sono stati strumentalizzati da Sarkozy prima e Hollande adesso per
creare instabilità in Libia e in Siria in maniera funzionale agli interessi
geopolitici dell'Esagono. La capacità di resistenza del presidente legittimo
Assad, sostenuto da Hezbollah, Iran e finalmente dalla Russia, ha costretto a
ripiegare molti di questi combattenti d'esportazione, i quali si sono sentiti
abbandonati nel momento in cui cominciavano a pregustare la vittoria. Lo Stato
Islamico attinge a questa manovalanza delusa e rientrata in una patria che
percepisce come qualcosa di ancora più alieno da sé. Gheddafi e Assad sono
stati profetici: l'apprendista stregone ha scatenato forze che gli si sono
ritorte contro. Non si è trattato di un attacco ad un imprecisato ed
onnicomprensivo "Occidente", bensì di una vendetta da parte di chi è
stato sfruttato e poi abbandonato, trovando quindi riparo nell'ideologia e
nella prassi dell'Isis, totalitaria e perciò confortante per chi è privo di
identità e di punti di riferimento.
CIRO SBAILO’
Cretino, come fai a dire che l'attacco di Parigi è un segno di
debolezza dello Stato islamico? E se era forte, lo Is che faceva? Cretino. Io
mi sto astenendo da ogni commento, perché la cosa è troppo grossa è difficile
(oltre che ovviamente orribile e dolorosa). Ma questo lo dovevo dire. Le cose
si chiamano col loro nome. Oppure si tace. Cretino
AUGUSTO SINAGRA
Come sempre nella storia. Dopo avere messo a ferro e a fuoco il medio
oriente con la scusa di contrastare il preteso dittatore Bashar Al Assad
finanziando e armando i presunti ribelli con il solito pretesto dei diritti
dell'uomo e della democrazia, hanno finanziato e armato l'ISIS che essi in
realtà non combattono, e con l'aiuto di quel pidocchio di Sarkozi e con l'aiuto
inglese che dal 1700 infesta nel nostro mare, hanno, con l'aggressione alla
Libia, portato il terrore alla soglia di casa nostra. Più terrore e più
disordine proviene dal medio oriente in Europa, più aumentano i guadagni dei
banchieri americani e della finanza internazionale. Che Dio benedica Vladimir
Putin e lo conservi per la Russia e per tutti noi. L'Italia dal 1943 non conta
più niente e siamo arrivati al punto che necessitiamo della protezione della
Russia.
DIEGO SIRAGUSA
Sembra di rivivere i momenti dell’11 Settembre 2001 o quelli del
massacro nella redazione di Charlie Hebdo. Ancora una sarabanda di notizie e di
dichiarazioni di sedicenti esperti lontane dalla verità o da una analisi
minimamente problematica. Non ho ancora sentito un personaggio pubblico
chiamare in causa il ruolo degli USA, dell’Arabia Saudita, della Turchia, di
Israele, dell’Inghilterra e dell’occidente nell’aver armato e finanziato il
terrorismo dello stato islamico pur di rovesciare il governo legittimo del
presidente Assad. Solo Romano Prodi ha fatto un gesuitico e pudico accenno alla
necessità di “interrompere i finanziamenti tramite fondazioni e con i ricavati
del petrolio”. Nessuno ha avuto ancora il coraggio di condannare la sovversione
della Libia, dove la Francia ha avuto un ruolo criminale, che ha aperto le
porte al terrorismo dell’islam radicale che Gheddafi teneva sotto controllo.
Aver usato la feccia del fanatismo islamico, formato da salafiti e takfiri, è
servito agli Stati Uniti per sconfiggere l’Armata Rossa in Afghanistan, gli
stessi, poi, sono stati addestrati e finanziati per rovesciare Assad. Ora si
rivoltano contro l’occidente. Non è stata Hillay Clinton a dire “lo stato
islamico è roba nostra, ma ci è sfuggito di mano”? Il presidente siriano Assad
aveva messo in guardia l’occidente da questo salto nel buio: “Vogliamo
ricordare a molti in Occidente – ha detto subito dopo il massacro di Parigi -
che abbiamo parlato di queste ripercussioni dall’inizio della crisi in Siria.
Abbiamo detto: ‘non dovete sostenere il terrorismo e fornirgli una copertura
politica perché questo si ripercuoterà nei vostri Paesi e sui vostri popoli’.
Non ci hanno ascoltato“. Questa è la verità che qualcuno dovrebbe avere il
coraggio di riconoscere.
NICOLA TERRACCIANO
Gli assassini religiosi, oggi del fanatico Islam, della libera umanità
non a caso hanno aggredito Parigi, simbolo storico universale dei principi
dell'Occidente
Le religioni, in particolare cristianesimo ed oggi in particolare
l'Islam, con il loro fanatismo mentale ed emozionale, sono caratterizzate dalla
presunzione della verità e di avere Dio dalla propria parte, atteggiandosi a
superiori nei confronti degli altri esseri umani, vedendo gli altri diversi
come infedeli, miscredenti, eretici (in particolare oggi gli islamici).
Il loro comportamento fanatico oscilla tra la insincera tolleranza e
l'aggressività sotterranea costante, fino a scoppi di violenza e di assassinio
disumano.
È quello che è accaduto ieri tragicamente nella nostra cara Parigi,
una delle nostre patria ideali e quindi della nostra identità di essere umani
liberi.
Nel passato questo pendolo dell'aggressività e della violenza è stato
più caratteristico del cristianesimo, oggi è dell'Islam, che è incapace di fare
i conti con la modernità e reagisce solo ciecamente.
Non si tratta di questo o quel gruppo terrorista, ma è la mentalità
islamica che si è scatenata, perchè la espressione fanatica "Allah è
grande", con la quale si aggredisce e si muore, ė comune a tutti i fedeli
islamici, da La Mecca ai tanti musulmani emigrati in Occidente, che, non a
caso, al di là di formali, generiche condanne, mai sono scesi in piazza, mai
compiono gesti collettivi di autocritica, a segnalare una condivisione
profonda.
Il mondo libero deve uscire dalla tolleranza verso questo fanatismo e
deve difendersi con tutti i mezzi a disposizione, prendendo esempi da chi
questo drammatico confronto con l'Islam vive da decenni, come Israele.
Nè a Gerusalemme, nè a Tel Avviv, 8 attentatori suicidi avrebbero
provocato l'infame, disumano massacro di circa 150 poveri fratelli innocenti,
specialmente giovani.
Sarebbero stati neutralizzati immediatamente da un popolo consapevole
della situazione tragica e che ha dovuto attrezzarsi realisticamente.
Stupisce che in tutti i luoghi dove i folli, lucidi assassini hanno
operato non vi fossero persone armate, come avviene in Israele.
Occorre guardare in faccia la realtà delle religioni e in particolare
dell'Islam tutto, senza troppa distinzione tra estremisti o moderati
(accomunati dalla stessa visione del mondo e dalle stesse parole d'ordine).
(N.T.)
Il Partito d'Azione Liberalsocialista abbruna la propria bandiera ed
esprime le sue condoglianze per il disumano assassinio di tanti esseri umani
innocenti, dei fratelli e delle sorelle francesi, ai quali è vicino come non
mai.
ADRIANO TILGHER
Ieri notte, nell'immediatezza dei fatti di Parigi, ho assistito al
balletto dei vari leaders che si affrettavano a dare solidarietà, a
comprendere, ognuno pronto a fare riunioni "future" per decidere gli
interventi comuni: tutto questo costituisce la prova che l’Europa non esiste.
Quando si tratta del futuro e della sicurezza dei popoli europei, ognuno per se
e, se vogliamo, collaboriamo; mentre a livello economico e monetario c’è sempre
qualcuno, che nessuno controlla, che decide sulla nostra testa e sulla pelle di
noi comuni mortali.
Tutto questo deve finire.
Bisogna correre, affrettarsi, costruire una vera Europa politica,
libera dai lacci della finanza, della moneta privata, della BCE e rigenerare il
senso di appartenenza.
Piantarla con le nostre guerre civili, togliere le sanzioni ad uno
stato europeo importante per la rinascita ed il rilancio di un’Europa unita,
rieducare i nostri giovani al senso di appartenenza ed all’orgoglio di essere
cittadini di una grande nazione che ha da sempre esportato cultura e civiltà
nel mondo intero.
Mi auguro che questa orrenda strage non venga utilizzata per portare a
compimento operazioni economiche a spese di altri popoli, spero si capisca che
Assad in Siria sia un freno affinchè quei territori non divengano come l’Iraq,
dopo Saddam e la Libia, dopo Gheddafi.
Mi auguro che gli stati Europei capiscano perché i depositi dell’ISIS
siano pieni di armi, munizioni e missili targati USA, si rendano conto che non
esistono terroristi buoni e terroristi cattivi e che aver addestrato i
sedicenti terroristi buoni sia servito solo ad alimentare l’efficienza dei
cosiddetti terroristi cattivi.
Ecco, ora sogno, ma facciamo in
modo che le vittime innocenti di Parsiano morte invano; costruiamo veramente
l’Europa.
FRANCESCO TORRIGLIA
Gli atti di terrore di ieri a Parigi mi portano a fare alcune
considerazioni.
I criminali parlavano francese e questo può essere il prolungamento
della sindrome della insorgenza delle periferie francesi di alcuni anni fa.
A chi allora mi chiedeva se les casseurs erano animati da propositi
rivoluzionari, risposi che tali manifestazioni avevano due precisi origini:
La prima era la frustrazione e la rabbia di giovani
malgrebini che vivevano
in un Paese,
la Francia, che a parole andava loro ripetendo il mantra democratico
Libertà/Uguaglianza/Fratellanza quando poi li relegava a vivere in periferie/ghetto
dove solo nei film di propaganda politicamente corretta si vedevano dei giovani
imporsi nella vita, nel mondo del lavoro, nella “vie en rose “francese. Era il
sentirsi presi in giro.
La seconda considerazione era il fatto che questi teppisti ( come li
definì Sarkosy) non agivano per un ideale rivoluzionario, ma erano mentalmente
condizionati, come i loro coetanei dell’ ottavo o sedicesimo , dalla società
dei consumi, dalla ricerca del prodotto di moda, che fa tendenza. Prova ne sia
che assaltavano le boutiques di firme famose per rubare l’ultimo telefonino, o
le scarpe o la tuta alla moda. Non era esproprio proletario, ma desiderio di
possedere quello che i loro coetanei materialmente più fortunati potevano
comprarsi. Sempre e comunque logica del consumismo.
Fu allora che questi giovani malgrebini trovarono nelle moschee chi
dava loro uno scopo ed indirizzava la loro frustrazione e rabbia. Per inciso
sarà bene che la dicitura esatta del Ministero degli Interni francese è “
Ministrero degli Interni e dei Culti”
Il resto è storia di ieri.
A chi domanda il perché e cerca spiegazioni circa a chi giova tutto
questo e chi tira le fila del terrore, rispondiamo con queste tre notizie delle
ultime ore:
1)Vincent Desportes, generale francese pluridecorato e docente presso
la facolta di scienze politiche di Parigi, accusa: “ gli americani hanno creato
e si sono serviti dell'Isis per i propri interessi politici”.
2)Fonti greche confermano che il passaporto siriano trovato accanto al
cadavere di uno dei terroristi che ieri notte hanno compiuto gli attacchi
terroristici contro Parigi, appartiene a un profugo che nel mese di ottobre era
entrato in Europa attraverso le acque greche.
3)La comunità ebraica francese alcune ore prima dell'attacco
terroristico a Parigi era stata avvertita. Ieri mattina alcuni capi della
comunità ebraica francese erano venuti al corrente dei sanguinosi attacchi
terroristici che avrebbero colpito poche ore dopo la capitale francese.
A voi trarne le conclusioni
ANNA MARIA TURI
E’ certamente una guerra. Una guerra, quella che ha insanguinato una
Parigi di novembre ignara e inerme, che
ha una conduzione anomala ma, in sostanza, le stesse ragioni che hanno ispirato
e mosso le guerre di ogni tempo: la volontà espansionistica e imperialistica,
la presa del potere mondiale e quindi delle sue risorse economiche. Non è una
guerra di civiltà: Oriente e Occidente, con le differenze di culture e di tempi
di sviluppo, nella storia si sono a volte scontrati a volte incontrati, ma la
vocazione all’annichilimento dell’avversario non si è mai palesata nei maggiori
o minori eventi bellici del passato che li hanno visti l’uno contro l’altro
armato. Quindi non è nemmeno guerra di religione, non è il derivato estremo
dell’incompatibilità tra Cristianesimo e Islam, perché la “guerra santa” è
argomento e strumento per plagiare le menti, nascondendo i veri obiettivi.
Vorrei spingermi oltre dicendo che se è in atto – come alcuni
ritengono – un processo voluto e pilotato da entità sfuggenti per ridurre
all’impoverimento l’Europa, e non solo (vedi l’Africa ), è lecito pensare che
l’umanità abbia contro non una, ma due Entità, una delle quali ha il volto
ugualmente coperto.
ANTONIO SACCA’
Il terrorismo, quale che ne sia la ragion d'essere, molteplice, di
certo è mosso da grandi potenze che magari fingono di combatterlo. Ormai è
diventato protagonista nella vita politica e sociale, ed eserciterà a lungo
questo ruolo. Quale ruolo? Di sconvolgere i nostri paesi e renderci l'esistenza
dubbia e impaurita. Con effetti anche sull'economia..Non bastasse la crisi, si
vuol giungere al marasma. "Chi" vuole il marasma? I terroristi dell'Isis? Mi pare
inconcepibile? Sarebbero in grado di reggere l'Europa? Assurdo. Il massimo a
cui potrebbero giungere sarebbe lo scombussolamento. I terroristi cercano la
distruzione fine a se stessa? Mi sembra dissennato. Vedremo, in ogni caso. Se
il terrorismo viene dai terroristi il
compito netto che occorre proporsi è combatterlo insieme, Stati Uniti, Russia,
Europa. Se cominciano le distinzioni, se, poniamo, la Francia trova motivo per
intervenire militarmente in Siria,
magari contro Assad invece che contro l'Isis, pur essendo l'Isis l'obiettivo, fittizio, o per aiutare i
"ribelli" contro Assad saremmo nella tragicommedia consueta: il
terrorismo "giustifica" l'interventismo. Mi auguro che si voglia
combattere "veramente" l'Isis non avere ragioni per inviare truppe in Siria. Lo
vedremo. Se si vuol combattere l'Isis, l'accordo con la Russia è cruciale.
Spiace dover ragionare mentre tante persone vengono uccise a tradimento. Ma i
calcoli abietti della "politica" ci impediscono persino di esprimere
cordoglio, che esiste, appassionato. Il "vero" terrorismo va
combattuto all'ultimo sangue, il falso terrorismo va smascherato.
STEFANO VAJ
Chi non è così suonato da invocare Oriana Fallaci nel
momento in cui chi combatte davvero l'ISIS sono... gli Hezbollah e i Pasdaran
iraniani a fianco dell'esercito italiano, sostiene oggi che le cancellerie
europee pagherebbero il prezzo per aver giocato in medio oriente, accodate ai
loro padroni americani, agli apprendisti stregoni. Non mi sembra. Gli stessi
personaggi che erano utili, in veste di "combattenti per la libertà"
contro regimi laici ma sgraditi quando ammazzavano gente a Tripoli e a Damasco,
sono oggi nuovamente utili, come "terroristi" che ammazzano gente a
Parigi, a creare consenso intorno a stati di polizia di cui faranno le spese
non gli immigrati, che nessuno si sogna di buttar fuori, ma in primo luogo i
cittadini europei autoctoni.
DIEGO
VERDEGIGLIO
Personalmente, credo che ci ritroveremo quanto prima a
piangere altri morti europei per mano islamista (per islamista intendo
integralista). Faremo nelle piazze nuove grandi adunate “per la pace”,
porteremo lumini e fiori e i rappresentanti delle comunità islamiche in Europa
ci tranquillizzeranno: “Siamo dalla vostra parte, odiamo la violenza come voi”.
Ma nell’animo di ogni musulmano europeo - molto in fondo, quasi ai confini
della coscienza - c’è un pizzico di ammirazione e di orgoglio per la nascita
del Califfato IS e per la conquista del nostro continente grazie
all’immigrazione, alle conversioni, alla forte natalità. Trenta milioni di
musulmani in Europa sono in grado di tenere in ostaggio qualunque comunità
europea, laica o religiosa che sia. Le matrici cattoliche e marxiste di certe
nostre ideologie hanno favorito il diffondersi di alcuni mantra che hanno
prodotto (non solo qui, ma ovunque nel mondo) danni incalcolabili, soprattutto
dal punto di vista etnico e religioso: “cultura dell’accoglienza”, “diversità
come ricchezza”, “multiculturalismo”, “multietnicità”. Siamo stati incapaci di
reagire all’invasione, anche se oggi ci stanno provando alcuni Paesi dell’Est
europeo. Ma il danno è fatto, e non mi importa assolutamente nulla se qualcuno
mi darà del razzista. Un tempo sentirsi dare del razzista era un insulto, oggi
non più. L’Islam è per sua natura una religione invasiva, aggressiva,
arrogante, intollerante. Secondo gli islamici, anche i più moderati, tutti noi
siamo nell’errore e il loro compito è quello di invaderci per convertirci al
loro modo di vivere e di pensare, di "salvarci". Un nuovo nazifascismo,
pericoloso e pervasivo. Una grande democrazia come gli USA pose fine nel 1945
al fascismo giapponese che aveva sottomesso tutto l’Estremo Oriente. Sarebbe il
caso di concepire una soluzione analoga per annientare questo cancro nato sulle
ceneri della Siria e dell’Iraq.
giovanna@giovannacanzano.it
338.3275925
Giovanna
Canzano - © - 2015
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