Erich Priebke ricordato
da
intellettuali e storici
intellettuali e storici
di Giovanna
Canzano
17 ottobre 2013
La
morte di Erich Priebke ha sconvolto l'opinione pubblica come fu l'eccidio delle
Fosse Ardeatine, e, nonostante libri e interviste che Priebke ci ha lasciato, ancora
non concordano le varie versioni dei fatti di allora. E, a 70 anni dal
'rastrellamento' dal ghetto ebraico di ebrei, il Parlamento Italiano sta per
approvare una legge per limitare la libertà di ricerca storica.
Martedì scorso, la
Commissione Giustizia del Senato aveva approvato
un emendamento presentato dal senatore Felice Casson del PD che
modificava l’articolo 414 del codice penale, quello che riguarda
l’istigazione a delinquere. La norma, presentata da tutti i gruppi e votata a
maggioranza, prevede un aggravio di pena del 50 per cento «se l’istigazione o
l’apologia riguarda delitti di terrorismo, crimini di genocidio, crimini contro
l’umanità o crimini di guerra. La stessa pena si applica a chi nega l’esistenza
di crimini di genocidio o contro l’umanità».
Niente
approvazione accelerata del Senato al disegno di legge per reprimere il negazionismo. Nel settantesimo
anniversario della deportazione degli ebrei romani da parte dei nazifascisti,
il presidente del Senato Pietro
Grasso ha deciso di assegnare il ddl alla sede deliberante in
commissione Giustizia.
Ho girato questa notizia ad alcuni intellettuali e storici. Di seguito
le loro risposte.
Franco Damiani
Sono indignato per lo scempio che è stato fatto di ogni barlume di
civiltà ad Albano Laziale in occasione dei funerali (che al momento non so
ancora se tenutisi oppure no) del capitano Erich Priebke, un cattolico morto in
grazia di Dio. E' inconcepibile che nella nostra epoca che si vanta civile e
progredita ci sia chi, indisturbato, infierisce anche dopo la morte, su di un
uomo che ha già pagato ben più del dovuto i conti con la giustizia umana, e,
che è stato preso a simbolo del Male Assoluto da chi tenta di nascondere i
crimini della democrazia. Tra questi uno dei peggiori è la legge che apprendo
essere in fase di approvazione contro la libertà di ricerca storica sulla
Seconda Guerra Mondiale e in particolare sul cosiddetto Olocausto ebraico. Due
gravissimi regressi, dunque, nel sentiero della civiltà. Mi preme sottolineare
in entrambi i casi le pesantissime responsabilità della sedicente Chiesa di
Jorge Mario Bergoglio, che su entrambe le vicende osserva un farisaico
silenzio.
Claudio Moffa
La
vicenda del funerale del centenario Priebke - dunque appena ventenne
nella II Guerra Mondiale - è veramente vergognosa. Ogni decenza è stata
travolta, e, c’è anche da sospettare che ci sia stata una accurata regia. La
chiesa poi che nega il funerale, è mostruoso. Ma la cosa più vergognosa sono i
leaders politici, le frasi vuote che hanno detto, e quei 23 signori che
pretendono di rappresentare 60 milioni di italiani per legiferare su una
questione di cui solo gli imbecilli e i disonesti possono negare la
complessità, e il costante intersecarsi con i principi di libertà di pensiero e
di ricerca storica garantiti fino ad oggi dalla Costituzione. Il problema è che
alle teste vuote dei firmatari del progetto di legge corrispondono le tasche
piene di chi è servo dei poteri forti, di chi non ha dignità eppure siede in
parlamento. Il parlamento dovrebbe essere spazzato via. La reazione dei 5stelle
quando Napolitano ha tentato l'ennesimo golpe - far votare la Commissione
Giustizia che fino ad allora si era pronunciata in sede referente, in sede
invece deliberante - è stata utile, ma ora bisogna vedere cosa succederà in
aula, o a livello di governo e di possibili elezioni. E comunque su questo
problema si resta sempre sulla difensiva, invece di affermare con forza il
principio della libertà di espressione, di ricerca e di insegnamento. Come se a
vergognarsi dovessero essere quelli che sostengono queste posizioni, e non il
contrario
Giovanni
Bartolone
La vicenda Priebke non è stata gestita
bene. Mi ricordo di una sua assoluzione e di un’occupazione di un’aula di
Tribunale da parte di una folla tumultuante guidata dal ministro della
Giustizia del tempo. Non è tenendo in prigione un uomo di 100 anni e con il
successivo vilipendio del suo cadavere che si fanno i conti con la Storia. La
ricerca della verità su quei terribili giorni spetta agli storici. Sono loro
che devono fare piena luce su quanto successo. La rabbia dei parenti delle
vittime è giustificabile. Meno giustificabile è la mala gestione di tutta la
vicenda e la speculazione politica.
Sappiamo però che da sempre è: “Guai ai
vinti”. Il generale americano George Patton che ordinò di non fare prigionieri
in Sicilia è ricordato come un glorioso condottiero. I soldati che ubbidirono
ai suoi ordini, rendendosi responsabili di una diecina di stragi ai danni di
prigionieri italiani e di tre contro civili in Sicilia, possibilmente vivono
liberi in America, eppure i loro nomi sono noti da anni in Italia. Mentre i
soldati americani potevano rifiutarsi, come avvenne in qualche caso ad esempio
nella strage di civili della saponeria di Canicattì, non credo che Priebke
potesse rifiutarsi di obbedire a un ordine diretto di Adolf Hitler,
particolarmente adirato per la strage compiuta dai partigiani comunisti contro
i suoi uomini. Ci sarebbe stato un fucilato in più: Erich Priebke.
A quasi 70 anni dei fatti ritengo ogni
crimine – da chiunque commesso -
prescritto e che il giudizio spetti solo agli storici e a Dio.
Sono contrario a questa legge
liberticida. E spero che il Parlamento ci ripensi. È contraria alla libertà di
ricerca e limita quella di espressione dei cittadini. Approvandola ci sarà una
verità di Stato e gli italiani saranno meno liberi. Si potrebbe configurare una
violazione della costituzione. Chi oserà mettere in discussione il tabù di
Stato potrà essere incarcerato o allontanato dalla cattedra. In poche parole
sarà demonizzato. Anche chi vende dei libri revisionisti, potrebbe essere
arrestato. Esemplare è la vicenda del libraio editore di Barcellona Pedro Varela.
È stato in prigione per quasi due anni per aver diffuso dei libri – NON da lui
scritti - contenenti affermazioni revisionistiche. I medesimi libri – spesso
dei classici - erano in libera vendita in tutta la Spagna o erano adottati
nelle università iberiche. I libri sequestrati a Varela furono poi dati al
rogo. Lo Stato spagnolo è stato poi condannato dalla Corte di Strasburgo per
violazione dei diritti umani di Pedro Varela.
Giorgio Vitali
IL CASO PRIEBKE è
emblematico del CAOS nel quale vive la società italiana contemporanea. DICIANO
CAOS perchè la situazione presente è CAOTICA per decisione dei SUPERIORI, i
quali cercano OGNI SCUSA per continuare a frodare gli ITALYOTI che
NON SAPREBBERO esternare un GIUDIZIO ragionevole. IMMAGINIAMO che pacchia
per quelli che devono fronteggiare la RABBIA crescente degli Italyoti a causa
di fatti incontestabili, quali le ruberie del sistema, dei politici, dei loro
lacchè televisivi, etc... poter far scaricare la TENSIONE con le VIOLENZE
di piazza in occasione del funerale di questo personaggio apparentemente
scomodo, ma che scomodo non è. Intanto è bene sottolineare che queste violenze
sono state esaltate dai MEDIA, ma si è trattato in sostanza di qualche calcio
alle gomme del furgone che trasportava la bara. NON crediamo che questi italici
violenti siano capaci di più di tanto. Si tratta, in ogni caso, di tifosi del
pallone frustrati. Circa il personaggio Priebke, le cose NON sono come vengono
raccontate. E questo ci chiarisce ulteriormente come l'imposizione di un MITO,
di qualsiasi MITO, comporti inesorabilmente delle CONSEGUENZE apparentemente
logiche, ma che con la REALTA' STORICA hanno ben poco a che spartire. PER
CONCLUDERE, invitiamo i nostri amici seguire i video che abbiamo fatto
sull'argomento e che sono reperibili su ACCADEMIA DELLA LIBERTA' YOU TUBE.
Giovanni Luigi Manco
Su Priebke vorrei chiedere soltanto come si può dare medaglia d'oro ad
un autentico criminale come Arrigo Boldrini che, a guerra finita, con una
masnada di suoi pari, ai suoi ordini, prelevò, seviziò e uccise barbaramente
centinaia di persone lungo le rive del Brenta e del Bacchiglione; come si può
dare medaglia d'oro e fare funerali solenni ad un Bentivegna che ammazza 33
giovani soldati di leva italiani, più un bambino, un civile ed altri in seguito
per le ferite riportate, con lo scopo deliberato di provocare la rappresaglia,
come si può chiudere gli occhi su questo ed altro ancora e poi sputare,
prendere a calci la bara dell'uomo costretto ad eseguirla? Non sanno, o fingono
di non sapere che tutti martiri delle Ardeatine hanno sperato fino all'ultimo
momento nella consegna dell'assassino? Del rastrellamento degli ebrei romani,
il 16 ottobre '43, non sono responsabili i nazifascisti ma i solo i
nazionalsocialisti; il fascismo era già caduto tre mesi prima, il 25 luglio
1943, in seguito alla delibera dell'organo supremo del regimo, il Gran
Consiglio del fascismo. Il Negazionismo? La mano nera dell'inquisizione ai nostri
giorni. Si può essere così bestiali, retrogradi, incivili, da interdire la
libera ricerca, conoscenza, anche alle università, agli storici di professione?
un'enormità il solo pensarlo! La cultura, la scienza non si piega, non deve
piegarsi alle intimidazioni del diritto penale, ad una legge, oltretutto
deliberata da un Governo tecnico, che viola la Costituzione: "Tutti hanno
diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo
scritto e ogni altro mezzo di diffusione." art. 21 c.1° No, questa
prezzolata casta politica, dopo aver privato gli anziani, di fato, della
pensione, ai giovani il diritto al lavoro, non può toglierci anche il diritto
di pensare. Non dobbiamo permetterlo, a costo di dichiararci tutti, a
prescindere dalla personale persuasione, negazionisti, in difesa della libertà,
contro ogni arroganza inquisitoria.
Augusto
Sinagra
Già parlare di “nazifascisti” è una
grandissima stronzata. Significa non sapere nulla ne’ di fascismo e ne’ di
nazismo.
Secondo: il 16 ottobre 1943, come tutti
sanno, intervennero molti fascisti per cercare in qualche modo di impedire
l’arresto degli ebrei da parte dei nazisti.
Sulla base di premesse totalmente
sbagliate è impossibile dare interviste.
Gian
Paolo Pucciarelli
Come facilmente si può
notare l'argomento Priebke si accavalla al problema principale: come reprimere
ogni tentativo negazionista e colpire come si vuole il cosiddetto
antisemitismo. La morte del centenario Priebke e la polemica relativa al
tempio nel quale dovrebbe tenersi il suo rito funebre non fanno altro che
confermare questa tesi. La stessa chiesa cattolica tentenna in ossequio agli
accordi tra Toaf e Papa Wojtila. Lo storico attento osserva la curiosa
strumentalizzazione del passaggio ad altra vita di un presunto criminale nazista.
Ma nessuno osa parlare della strage di Via Rasella, ordinata dal comunista
Giorgio Amendola (coma da dichiarazione scritta da quest'ultimo) per eliminare
i comunisti italiani, (rastrellati da Regina Coeli e fucilati alle Fosse
Ardeatine), non schierati lungo la linea imposta da Stalin. Incontravo Priebke
per caso , all'ospedale Pertini di Roma, dove accompagnavo mia Madre per i
prelievi di sangue e le analisi settimanali. Priebke che si sottoponeva
agli stessi esami era seduto insieme ad una cinquantina di persone nella sala
d'attesa. Impassibile, nessuno dei presenti si accorgeva della sua identità.
Solo io, mia Madre e pochi altri. Era accompagnato da una assistente. Questo
avveniva credo durante il periodo degli arresti domiciliari, regime che gli fu
consentito dalle autorità italiane per ragioni di età e di salute.
Federico
Dal Cortivo
SE UN FATTO STORICO E’ IMPOSTO PER LEGGE
ALLORA VUOL DIRE CHE E’ UNA MENZOGNA. A
voler essere maligni si potrebbe pensare che la morte dell'Ufficiale tedesco
sia stata l'occasione propizia per dare un accelerata all'approvazione anche in
Italia, di una legge liberticida come quella che punirebbe tutti coloro che
negassero il cosiddetto "olocausto
ebraico". in effetti è così, credo che la comunità ebraica molto influente
sui giullari che siedono in Parlamento, farà il possibile per far approvare
questa legge anticostituzionale Art 21. E' fuor di dubbio che la libertà di
pensiero verrà così compressa, a tutto
vantaggio di chi sostiene il dogma sterminazionista, perchè
si tratta senza ombra di dubbio di un vero è proprio dogma che ha oramai
preso il posto di quello cristiano
sull'esistenza di Dio, la cui esistenza si può tranquillamente negare, ma non
si potrà più negare l'esistenza delle camera a gas e dei campi di sterminio,
pena la reclusione e pesanti sanzioni amministrative. Verrà blindata di fatto una
“verità”, che dal 1945 fa il gioco del sionismo internazionale e dello Stato
d'Israele, che gode proprio grazie a questo dogma della totale impunità
internazionale per i numerosi crimini di guerra che ha commesso e continua a
commettere contro il popolo palestinese. E' palese che una legge che stabilisse l’esistenza indiscutibilmente di un fatto
storico è di per se ridicola oltre che pericolosa, perché starebbe a significare che coloro che la sostengono hanno una maledetta
paura che la ricerca storica possa distruggere un mito sostenuto guarda caso ad
arte dai vincitori della II Guerra
Mondiale e dai sionisti, per
criminalizzare l’avversario e occultare i crimini commessi dai loro
eserciti in Europa e in Asia. Il terrore per un eventuale pacato e sereno dibattito e confronto sulla materia,
che sarebbe naturale visto che parliamo di fatti storici i quali se
effettivamente assodati, dopo studi e ricerche scientifiche libere, andrebbero
solo verso l’interesse delle presunte vittime, è tale che si ricorre alle leggi, già operative in Francia, Austria e
Germania tanto per citare alcune nazioni sotto tutela (fuori dall’Europa e
Stati Uniti per fortuna molti popoli non hanno ancora subito il lavaggio del
cervello), in puro stile Inquisizione per reprimere ogni dissenso. Credo che
con ciò costoro faranno alla fine solo un clamoroso autogol, perché come
reazione spingeranno le persone a chiedersi perché tale accanimento storico, se
di verità si tratta, e così il grande fratello
orwelliano dovrà inventarsi sempre nuove armi, ma non potrà mai
imprigionare il pensiero di ogni uno di noi .
Carlo
Morganti
L'esame storico di fatti ed eventi è una continua
ricerca della verità, e la storia, è fatta proprio di tali ricerche
continuamente aggiornate pertanto proibire tale analisi storiche è un atto che
contraddice la maggiore esaltazione della odierna democrazia così come oggi è
decantata in tutto il mondo d'influenza anglo-americana.
Ne consegue che vietare la ricerca storica è
disposizione tirannica che comprova che una ricerca storica potrebbe dimostrare
ciò che con il divieto della ricerca si teme di scoprire.
Antonio
Pocobello
Che Pacifici e la comunità ebraica romana stanno sbavando da anni per
avere in Italia, come in Germania, in Francia, eccetera, una legge
(incostituzionale) che vieta le ricerche sulla verità dell'olocausto si sa da
tempo. I cittadini grazie ai “revisionisti” stanno prendendo coscienza della
verità storica ed i dogmi della shoà incominciano a vacillare. Non solo, sempre
grazie a i “revisionisti”, si incomincia a capire chi sono i "veri
mostri" e perché hanno voluto costruirci e far passare Hitler e Mussolini
per veri "mostri" (che tali non sono stati). Ecco allora che Pacifici
e compagni sciorinare la stessa violenza quando Priebke fu assolto e poi
soltanto grazie a questa violenza fu condannato proprio per dimostrare il loro
potere su di noi italiani. Duncue quale occasione migliore per imporre una
legge "antirevisionista" con il casino che avevano preparato da tempo
ed ad hoc sulla salma del povero soldato tedesco ? Con l’aiuto dei media per
loro è andata tutto al meglio. Una cosa è certa dove non c'è la "PIETAS"
non c'è umanità. Come gli ebrei non hanno "pietas" per i Palestinesi.
Per gli allocchi che ritengono Priebke boia devono sapere che i soldati sono
tenuti ad eseguire gli ordini. Allora perchè non prendersela con i militari USA
che lanciarono due bombe atomiche sull'inerte Giappone a guerra finita e le
vittime infinitamente maggiori ? Dulcis in fundo. Ma se gli esecutori si
fossero presentati, anche perchè uccisero due (o più) italiani, sicuramente non
ci sarebbe stata nessuna decimazione e niente fosse ardeatine. E per le due
vittime dei partigiani è giusto che non le paga nessuno ? Ed i romani in quelle
ore erano inferociti contro questi partigiani. Anche questo viene taciuto.
Ciro
Sbailò
non rilascia dichiarazioni, però si rifà ad Antigone, tragedia di
Sofocle. Se Antigone s'è fatta condannare a morte pur di garantire una dignità
a Polinice, una ragione c'è. Certe cose non si negano a nessuno. Tutto qua. Quindi,
secondo Sbailò bisogna seguire l'esempio
di Antigone, nella tragedia di Sofocle.
“L'opera racconta la storia di Antigone, che decide di dare sepoltura al
cadavere del fratello Polinice contro la volontà del nuovo re di Tebe Creonte.
Scoperta, Antigone viene condannata dal re a vivere il resto dei suoi giorni
imprigionata in una grotta. In seguito alle profezie dell’indovino Tiresia e
alle suppliche del coro, Creonte decide infine di liberarla, ma troppo tardi,
perché Antigone nel frattempo si è impiccata. Questo porta al suicidio il
figlio di Creonte, Emone (promesso sposo di Antigone), e poi la moglie di
Creonte, Euridice, lasciando Creonte solo a maledire la propria
stoltezza.” (da Wikipedia)
g.canzano@giovannacanzano.it
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Giovanna
Canzano - © - 2013
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