mercoledì 20 gennaio 2016

Emanuela Irace

Colonia e le donne

Giovanna Canzano
intervista
EMANUELA  IRACE

14 gennaio 2016

“La politica di accoglienza non c'entra niente. Le violenze alle donne, 
gli abusi e le discriminazione avvengono a ogni latitudine del pianeta. 
In africa e Stati Uniti. In Asia come in Cina.
 Le donne portano sulle spalle il peso del mondo e sono le prime a subire il peso della diversità. (Emanuela Irace)

CANZANO 1- Colonia, una pagina di banale quotidianità che proprio non vorremmo leggere.

IRACE- Si, e' una pagina che mai si dovrebbe leggere ma Bisogna aspettare il risultato delle indagini per capire realmente come si sono svolte le cose. Senza un pronunciamento giudiziario possono farsi tutte le ipotesi. È evidente che l'intera vicenda si è' prestata al racconto giornalistico. Prima ancora dello studio dei fatti e del l'ascolto di vittime e testimoni, c'è stata la celebrazione del dramma. Quasi un fatto estetico, con titoli da ratto delle Sabine. Un'ordalia dal sapore epico. La calata dei barberi. Accanto allo sfregio delle nostre sorelle abbiamo dovuto ascoltare la mistica mainstream, l'indignazione pret a porter, lo sdegno perbenista contro migranti arabi e maghrebini. Nessuna analisi, nessuna investigazione, quanti inviati di giornali e TV ci sono oggi a Colonia? La notizia è' già' passata in secondo piano. Sembra che le donne contino sempre meno.


CANZANO 2- La politica dell’accoglienza, non funzionato in Germania, oppure era intesa in modo diverso dalle persone ‘accolte’?

IRACE – La politica di accoglienza non c'entra niente. Le violenze alle donne, gli abusi e le discriminazione avvengono a ogni latitudine del pianeta. In africa e Stati Uniti. In Asia come in Cina. Le donne portano sulle spalle il peso del mondo e sono le prime a subire il peso della diversità. Il mondo è' centrato su un paradigma che noi non abbiamo contribuito a creare. Dio è uomo. Abramo è uomo. E le tre religioni del libro hanno in comune lo stesso personaggio, maschio e potente. In Germania come altrove bisogna punire con la legge e stigmatizzare con la cultura ogni azione lesiva della dignità femminile. Le condanne devono essere pesanti. Gli uomini, tutti gli uomini, devono sapere che le donne non si toccano. Deve circolare l'idea che è disdicevole e che la società esclude chi non rispetta le donne. Bisogna essere chiari e punire chi sgarra, siano migranti, vicini di casa o datori di lavoro. Ripeto la violenza contro le donne è una pratica comune che travalica la storia e scavalca la geografia.

CANZANO 3- C’è rischio anche in Italia?

IRACE – Il rischio può esserci ovunque.

CANZANO 4- Oppure è ‘semplicemente’ stato un anticipo di guerriglia-guerrra che già bussa alle nostre porte?

IRACE – Che ci sia stata o meno una pianificazione e' ancora al vaglio degli inquirenti. Bisogna aspettare l'esito delle indagini. Certo, qualcosa sulla rete sarà avvenuto, penso a una specie di tam tam come per un flash mob. Al momento secondo - Jeune Afrique - tra i 19 sospettati ci sono 9 algerini, 8 marocchini, 4 siriani, 5 iraniani un iracheno e un serbo è plausibile pensare siano utilizzatori di uno stesso social net, bisogna indagare quale, per capire origini e finalità di questi delinquenti.

CANZANO 5- Il tutto può essere descritto intanto, come guerra di religione, oppure è solo il pretesto per altro che non ci dicono?

IRACE - Il pretesto è' proprio la religione. Ma è una scusa, un mezzo per legittimare volontà' di potenza e riscatto personale. Gli estremismi ci sono in tutte le religioni, la violenza deve essere perseguita dalle forze dell'ordine ma la società deve essere laica ed esprimere la laicità dello Stato per consentire la convivenza Inter etnica e Inter religiosa tra diverse comunita'.


Emanuela Irace, Autrice RAI Radio 3 , giornalista, ha collaborato con le principali testate nazionali, saggista, analista in Medio Oriente, columnist per  l’Unità. Al momento è impegnata come autrice e conduttrice per RAI 3. Collabora a NOIDONNE, mensile storico del femminismo italiano.

tel. 338.3275925
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