NATO: occupazione militare?
Giovanna Canzano - Fabrizio Di Ernesto
FABRIZIO
DI ERNESTO
intervista
di
Giovanna Canzano
11 novembre 2014
“Non si capisce perché a 70 anni dalla fine della
seconda guerra mondiale,
ci siano ancora presidi militari di una nazione
straniere;
normalmente questa si chiama occupazione militare.
Ciò determina che ogni qualvolta gli interessi
statunitensi sono minacciati siamo costretti a partecipare a guerre con cui noi
non abbiamo nulla a cui spartire ma che vedono uomini, mezzi e armi partire dai
nostri confini.” (Fabrizio Di Ernesto)
Canzano 1- Nonostante che l'Italia è
uno Stato indipendente e sovrano che ripudia la guerra, ha nel suo territorio
la presenza della NATO. Quali rischi ci sono per la sua Sovranità?
DI ERNESTO – Sicuramente
ciò rappresenta una grande limitazione per la nostra libertà d’azione, anche
perché al di là delle basi Nato, sulla cui utilità si può discutere, ci sono
basi militari degli Usa, dove a comandare sono i generali a stelle e strisce e
dove, vedi Ghedi ed Aviano, sono stipate anche testate nucleari.
Non si capisce perché a 70 anni dalla fine della seconda guerra mondiale, ci siano ancora presidi militari di una nazione straniere; normalmente questa si chiama occupazione militare. Ciò determina che ogni qualvolta gli interessi statunitensi sono minacciati siamo costretti a partecipare a guerre con cui noi non abbiamo nulla a cui spartire ma che vedono uomini, mezzi e armi partire dai nostri confini. Si vede, tanto per citare un caso recente, l’aggressione alla Libia di Gheddafi con i bombardieri che si alzavano da Goia del Colle. Possiamo anche essere contrari ad una guerra ma poi, volenti o nolenti, siamo costretti a prendervi parte.
Non si capisce perché a 70 anni dalla fine della seconda guerra mondiale, ci siano ancora presidi militari di una nazione straniere; normalmente questa si chiama occupazione militare. Ciò determina che ogni qualvolta gli interessi statunitensi sono minacciati siamo costretti a partecipare a guerre con cui noi non abbiamo nulla a cui spartire ma che vedono uomini, mezzi e armi partire dai nostri confini. Si vede, tanto per citare un caso recente, l’aggressione alla Libia di Gheddafi con i bombardieri che si alzavano da Goia del Colle. Possiamo anche essere contrari ad una guerra ma poi, volenti o nolenti, siamo costretti a prendervi parte.
Canzano 2- Steadfast Noon 2014 sono
due esercitazioni militari Nato multinazionale a media scala che coinvolgono
forze aeree nazionali e straniere operanti sul territorio dell’Italia e del
Mare Adriatico centro-settentrionale, iniziate il 21 ottobre e terminate il 30
dello stesso mese. Può parlarne?
DI ERNESTO – Queste
due operazioni, come tante altre, rientrano nel piano di addestramento delle
truppe Nato e si svolgono in quasi tutti i paesi che fanno parte dell’Alleanza
atlantica. In linea teorica, essendo le truppe Nato formata da soldati di
professione è anche giusto che si addestrino in modo mirato per evitare quei
danni collaterali di cui troppo spesso si sente parlare. Lo scandalo, almeno
per quanto attiene al nostro paese, è che molto spesso, specie quando avvengono
in Sicilia o Sardegna, vengono fatte in riserve naturali con tutte le
conseguenze che si possono immaginare per l’ambiente e che i media, tranne
alcune voci isolate, che troppo spesso però si perdono nella vastità di
internet, non sono pubblicizzate impedendo a noi cittadini di sapere bene cosa
sta accadendo.
Canzano 3- Dalla nascita della
Repubblica italiana, l'Italia, diciamo, non ha avuto tregua, la Nato ha
installato Basi Militari senza mai smettere, può impedirlo?
DI ERNESTO – In
linea teorica potrebbe ma per farlo servirebbe una classe politica forte ed
indipendente, invece nel nei palazzi del potere non si muove foglia che
Washington non voglia. In tempi recenti, tra il 2006 ed il 2010 abbiamo
assistito all’assurdo teatrino sulla raddoppio della Base Ederle a Vicenza. Lì
i cittadini ed anche il sindaco, Achille Variati, hanno provato in tutti modi
ad opporsi ma alla fine governi di destra e di sinistra hanno avallato la
decisione statunitense di ampliare il presidio. Cito un episodio per capire
come stanno le cose. Nell’ottobre 2008 era stato convocato un referendum dal
sindaco per permettere ai cittadini di dire la loro. Poiché la nostra
costituzione vieta consultazioni in materia di politica estera veniva chiesto
ai vicentini se fossero o meno favorevoli alla possibilità che il comune
acquisisse i terreni scelti dagli Usa per allargare la base. Pochi giorni però
il Consiglio di Stato cancellò il referendum sostenendo che “la consultazione
appare inutile giacché non occorrono sondaggi per accertare la volontà positiva
di accrescere il patrimonio del Comune”.
Canzano 4- All'Italia, fa comodo
essere un territorio a disposizione degli USA? Abbiamo dei vantaggi?
DI ERNESTO – All’Italia
ed agli italiani non credo, ai nostri politici che genuflettendosi ai voleri
degli Usa ottengono le briciole sì. Molti giustificano la presenza di queste
basi dicendo che generano ricchezza e portano lavoro. Nulla di più falso. I
soldati di stanza in queste basi frequentano i loro locali gestiti dai loro
connazionali quindi agli italiani non viene nessun vantaggio.
Canzano 5- Sappiamo della posizione
strategica della nostra Nazione nel Mediterraneo, e, oltre a far comodo come
base per il Medio-Oriente sembra che agli USA 'torna utile' anche per 'avvicinarsi'
ai paesi Africani?
DI ERNESTO – Purtroppo
questa è la maledizione del nostro Stivale, la sua posizione lo rende centrale
nel mediterraneo e basilare per controllare un area che va dalla Colonne di
Ercole alla Palestina senza trascurare il bacino nordafricano. Non è certo un
caso se dalla caduta dell’Impero romano le grandi potenze si siano fatte la
guerra per controllare la nostra penisola. In pratica siamo la Portaerei degli
Usa per Europa, Africa e Medio-oriente. Potremmo essere una grande potenza ma
abbiamo rinunciato alla nostra sovranità e ne stiamo pagando le conseguenze.
Biografia
Giornalista
professionista dal 2008, scrive, o ha scritto, per varie testate nazionale tra
cui i quotidiani Rinascita e La Notizia e per i periodici Eurasia e Area.
Attualmente fa parte della redazione del quotidiano on-line Agenzia Stampa
Italia. Ha al suo attivo diversi saggi storico-politici tra cui “Portaerei
Italia – Sessant’anni di Nato nel nostro Paese” in cui esamina la spinosa
questione delle servitù militari statunitensi edito dalla Fuoco edizioni.
gcanzano@giovannacanzano.it
338.3275925
Giovanna
Canzano - © - 2014
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